Uno deglli errori comuni
Molte volte purtroppo assistiamo a scene di disprezzo dell’adulto nei confronti del bambino. Anche al supermercato mi capita di incappare in madri o padri che dicono al bambino di 1 anno e mezzo: “possibile che non riesci a stare fermo? Non toccare tutte le cose, le fai cadere. Non capisci che non puoi toccare tutto? Attento che rompi qualcosa. Non puoi prenderlo, non riuscirai a portarlo”. Queste parole sembrano solamente rimproveri agli occhi dei più che, cresciuti in un’epoca in cui l’attenzione verso la psiche del bambino era pari a zero, non comprendono come in realtà minano l’autostima del bambino. Lo portano a pensare di essere un incapace, un essere inferiore, non degno di fiducia.
“Se un bambino non si sente apprezzato, stimato, ascoltato, se viene continuamente criticato e rimproverato (combini solo guai; sei un buono a nulla), può prendere strade diverse: o si scoraggia e interrompe il dialogo (tanto nessuno mi crede, nessuno mi capisce) e si rifugia nell’immaginazione o ancor peggio approda al mondo delle dipendenze (alcol, droga ecc..); oppure si ribella e se ne va di casa o, al contrario, diventa un lavoratore accanito per provare a se stesso e agli altri che è degno di stima, che ha il diritto di esistere. In ogni caso porterà con sè un bagaglio di cui sarà difficile disfarsi: il dubbio sulle proprie capacità (ce la farò da solo?) che paralizza l’azione, rende problematiche le decisioni, in una parola rovina la vita” Elena Balsamo, “Libertà e amore”