Un disoccupato deve mantenere i figli?
Un disoccupato deve mantenere i figli?
Erroneamente si pensa che lo stato di disoccupazione esoneri i “senza lavoro” da qualsiasi obbligo sociale. Ciò sarà anche vero nei confronti del fisco, ma non verso la propria famiglia.Difatti anche chi è disoccupato deve mantenere i figli sino a quando questi non raggiungono l’indipendenza economica (non necessariamente, quindi, dopo i 18 anni, ma fino a quando non trovano un’occupazione stabile). In caso di separazione o divorzio, il disoccupato deve versare l’assegno mensile all’ex coniuge affinché lo utilizzi per le spese occorrenti alla gestione ordinaria della prole. In più deve versare le spese straordinarie come quelle mediche o per le gite scolastiche. È quanto chiarito dalla Cassazione con una recente sentenza.
Dopo aver affermato che anche un disoccupato deve mantenere i figli, sorge spontaneo chiedersi: ma da dove li prende i soldi un disoccupato? Domanda più che legittima. Perché condannare un padre «senza lavoro»? La legge però parte da una presunzione opposta: chiunque, se davvero vuole, può e deve trovare un’occupazione, salvo prova contraria. In fin dei conti è difficile non trovare un lavoro anche umile, come quello nei campi, andare a pulire le scale di un centro commerciale o lavare le auto in un’officina. E bisogna farlo, se la necessità chiama e i bambini hanno bisogno di mangiare. Del resto, il fatto di essere disoccupati non significa necessariamente e in automatico non aver altri redditi: si può non avere un lavoro ma vivere con un canone di affitto per un immobile di proprietà, o campare grazie agli aiuti dei genitori o a un risparmio presente in conto corrente. La condanna quindi presume la possibilità di adempiere al mantenimento anche da parte del genitore disoccupato. Da questo punto di partenza ovviamente ci si può spostare solo se si dimostra il contrario: è il genitore che, se vuole evitare la condanna penale, deve provare di essersi adoperato a trovare un’occupazione o che le proprie condizioni di salute glielo impediscono e, nello stesso tempo, di non aver altri redditi da cui attingere per aiutare i figli (ad esempio immobili dati in affitto, un conto in banca benché modesto, ecc.).
Anche per la legge vale il detto «Prima vengono i figli e dopo i genitori». Difatti solo la prova dell’impossibilità oggettiva a procurarsi un reddito evita il padre dalla condanna penale per omesso mantenimento.
Non importa dunque che il padre sia senza reddito e senza lavoro: a meno che non dimostri al giudice – in caso di querela da parte dell’ex coniuge – di essere totalmente incapace economicamente e di aver comunque tentato di trovare un nuovo posto di lavoro.
La prova del solo stato di disoccupazione è considerata irrilevante, dai giudici, per scampare alla condanna penale per omesso mantenimento dei figli, in mancanza della prova della «assoluta impossibilità di fare fronte alle proprie obbligazioni attraverso la dimostrazione di una fruttuosa attivazione» a cercare un posto di lavoro.
Fonte:https://www.laleggepertutti.it/172857_un-disoccupato-deve-mantenere-i-figli