Lettera al Presidente Napolitano, Grasso, Boldrini, al ministro Cancellieri
Egregio Presidente Napolitano, Presidente del Senato Grasso, Presidente dei Deputati Boldrini, Al Ministro della Giustizia Cancellieri,
Mi permetto di segnalarLe il grave stato di disagio sociale e prostrazione nella quale molti cittadini Italiani vivono, direttamente o di riflesso, spesso loro malgrado, causa separazioni e divorzi. Cio’ che è successo oggi durante l’insediamento del nuovo governo con il ferimento di due Carabinieri nello svolgimento del loro servizio, è un gesto inqualificabile che condanniamo con fermezza, ma che è la riprova della situazione in cui versano i cittadini Italiani che perdono il lavoro e che si ritrovano a vivere la separazione, senza avere una famiglia a cui fare riferimento.
Le notizie apprese dai telegiornali, lo danno come padre separato, disperato.
Molti, purtroppo, sono i disperati che fanno gesti estremi, pochi sono quelli che arrivano alle cronache, come questo di stamani al Quirinale o i due amici di Milano che si sono suicidati insieme.
Sono molti i padri separati che stanno lottando in Italia, raggruppati in associazioni o singolarmente e che cercano di far rispettare un sacrosanto diritto loro e dei loro figli.
Come Fabrizio Adornato, il maresciallo capo dei carabinieri di cui le ho già scritto, ormai allo stremo delle forze con il suo sciopero della fame protratto da molti mesi, è arrivato a pesare sessanta chili.
Fabriziorivendica solo il suo ruolo di padre e per questo suo diritto è disposto a morire.
O come Antonio Borromeo, cittadino Vastese che ha deciso di raggiungere la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, a piedi per manifestare contro le decisioni della magistratura italiana che si ostina a non applicare quanto disposto dalla legge 54/2006 sulla disciplina dell’affido condiviso della prole.
Come dimostrano i dati Istat, si tratta di una vera emergenza sociale, con un trend purtroppo in crescita, di cui la politica ed il nostro Governo devono frsene carico .
Le situazioni di separzione, già di per se dolorose, diventano spesso ingestibili se coinvolgono minori, perché la legge n. 54 del 2006 sull’affido condiviso, e l’art 155 del Codice Civile non vengono applicati in modo preciso e rispettoso da quei giudici che dovrebbero applicare la legge creando situazioni di conflitto tali da sfociarsi negli episodi sucitati.
Parliamo di padri, madri, nonni, zii e cugini, di alcuni milioni di Italiani, che non possono liberamente incontrare i loro congiunti o discendenti e contribuire alla loro crescita sociale ed umana.
Parliamo di futuri cittadini ai quali lo stato, nonostante le leggi in vigore, non riesce a garantire i loro diritti.
Mi appello quindi a Lei, che possa sensibilizzare le Istituzioni competenti, al fine di ottenere per i nostri ragazzi, i futuri cittadini e magari presidenti, la possibilità di crescere nel migliore dei modi, nonostante la separazione dei genitori.
Restando a Sua completa disposizione nel caso desiderasse chiarimenti.