Il bambino del mercoledì
Il libro è stato presentato alla libreria UBIK di Savona dalla nostra associazione· mercoledi 19 marzo 2010
Questa è la storia di Giò e di suo padre separato, che infiniti dolori inflisse a entrambi. Oltre a inestimabili gioie, che qualcuno tentò inutilmente di cancellare.
Fu, senza dubbio, una guerra. Più esattamente, un percorso di guerra. Con molte trappole disseminate, che è meglio imparare a conoscere ed evitare.Qualcuno potrebbe anche interpretare questo romanzo come un “Manuale di sopravvivenza del Padre Separato”. Per altri assomiglia a un giallo.Poteva essere una storia come tante di separazione coniugale. Diversamente da tutte, fu particolarmente efferata, soprattutto il giorno in cui un bambino, legato a suo padre e ai propri diritti, si vide improvvisamente e senza ragione negata la possibilità della consueta visita settimanale. Assieme a tutto il resto. E si ritrovò a protestare, e piangere, e tra le lacrime urlare: “MA DOMANI E’ MERCOLEDI’!”.
Una storia che colpisce allo stomaco quella del piccolo Giò e del suo babbo separato, il Signor B. Una vicenda di ordinaria, e straordinaria, ingiustizia che trasforma la vita di un bambino in un percorso a ostacoli popolato di angeli e di demoni. I primi, in questa guerra chiamata separazione, lo difendono. Gli altri lo tormentano. Giò e il Signor B lottano per restare insieme. Scendono in campo anche magistrati e assistenti sociali capaci di azioni tanto efferate sulle spalle di un bambino in età da scuola materna, da riuscire a trasformare il suo rapporto con il padre in un vicolo cieco, talmente disseminato di trappole da rendere le loro visite un giallo. Dalla notte della Vigilia di Natale, in cui il bambino fu strappato ai suoi regali e ai suoi affetti, fino agli incontri protetti, e al giorno in cui il piccolo Giò si vide improvvisamente e senza ragione negata la possibilità della consueta visita settimanale. Assieme a tutto il resto. E si ritrovò a protestare, e piangere, e fra le lacrime urlare: “Ma domani è mercoledì!”.
E’ suspence, nel più autentico senso del termine, quella che tiene legati alla lettura pagina dopo pagina, nella inconscia speranza che la vicenda si concluda con un happy end. Una storia scritta con l’emozione di un padre e con la penna di un cronista capace di dettagliate e argomentate ricostruzioni, di trasmettere riga dopo riga il sentimento di rabbia e di dolore, di smarrimento di fronte alla disperazione di un piccolo che lo incita a lottare contro il mondo di demoni che lo circonda.
Gianluigi Schiavon, nato a Padova, vive a Bologna. Giornalista de “Il Resto del Carlino”, ha lavorato anche a “La Repubblica”, “Il Gazzettino” e per varie riviste. Per Giraldi ha pubblicato il romanzo “50 minuti. L’inganno nel cassetto”, surreale storia di un morto che continua a vendere e sentire ciò che accade intorno a lui