Domande e proposte ai candidati alle elezioni della regione Liguria
L’Associazione Papà Separati Savona ha riassunto, in una serie di domande e proposte da sottoporre ai Candidati nelle prossime elezioni regionali, una serie di richieste provenienti da soci e semplici utenti presenti su tutto il territorio ligure.
Naturalmente sappiamo che alcune problemi non possono essere risolti a livello regionale , ma occorre un impegno nazionale , ma ci aspettiamo comunque delle risposte nella loro direzione, che saranno valutate ora, ed indubbiamente verificate al termine della tornata elettorale.
L’Associazione chiede da parte dei Candidati, risposte chiare , vere, attuabili, anche perché si parla
di genitori e di figli, di bambini, di adolescienti, che subiscono spesso le decisioni , senza possibilità di appello.
Noi vorremmo figli più felici di vivere la loro fanciullezza con entrambi i genitori e non terrorizzati da Psicologi , Assistenti Sociali ( per fortuna non sono tutti così ) e usati da madri e avvocati·senza scrupoli contro i padri.
QUESITI E PROPOSTE
Le donne hanno giustamente rivendicato la parità dei diritti tra donne e uomini da molto tempo perché in una società civile, sia l’uomo che la donna devono poter avere pari diritti e doveri.
Ma, quando gli uomini rivendicano il diritto di essere padri, inizia nei loro confronti una vera e propria discriminazione , poiché “non” sono ritenuti “capaci” di accudire i loro figli, anche se erano gli
unici pazienti a cullarli dolcemente, non preoccupati da linea, diete, relazioni telefoniche etc.
Se la donna ha potuto inserirsi nei ruoli che l’uomo ha tradizionalmente ricoperto nel lavoro, perché nella famiglia gli uomini continuano a vedersi emarginati nelle funzioni di cura, pur se capaci di svolgerle?
L’affido condiviso viene raggirato, nella quasi totalità dei casi, con varie clausole e condizioni, facendo prevalere quello esclusivo alle madri con la dicitura “…tutto ciò nell’interesse del minore… o “..·affido condiviso con prevalenza alla madre..”,il tutto con tempi lunghissimi….
Considerato che con la separazione i costi per il mantenimento dei figli raddoppiano (il genitore presso cui il figlio non ha la residenza abituale deve comunque allestire una cameretta, creare un·ambiente confortevole per non far sentire a disagio il bambino etc. etc.) sarebbe opportuno concedere gli sgravi fiscali anche al genitore presso cui il figlio non risiede abitualmente, ma che deve versare·gli alimenti (indipendentemente da quanto richiesto e concesso all’altro genitore quale l’uso della casa di famiglia spesso acquistata con mutuo che continua ad essere a carico di ambedue i genitori).
Un modo sarebbe il seguente: il genitore se dimostra di avere correttamente adempiuto al suo dovere di versare gli alimenti, in fase di dichiarazione dei redditi dovrebbe poter recuperare la detrazione fiscale per figlio a carico (nella misura intera, indipendentemente da quanto ha richiesto dall’altro genitore). Parliamo di una cifra che può arrivare agli 800 Euro (900 se i bambini sono minori di anni tre).
Sarebbe un aiuto concreto.·Si potrebbe anche pensare a un raddoppio degli assegni familiari (ogni genitore separato li può chiedere·sulla base della normativa vigente) ma qui temiamo che i costi decollerebbero perché a seconda del·reddito le cifre possono aggirarsi intorno ai 100 Euro mensili e anche più.
E’ necessario andare il superamento di tutti quella serie di ostacoli che impediscono di fatto la possibilità·ad un genitore separato , normalmente il padre, di accedere alle graduatorie degli alloggi popolari,
Necessario è prevedere per legge che l’iscrizione a scuola o alla formazione professionale debba avere·la firma di entrambi i genitori esercenti la patria potestà, onde evitare un’ulteriore strumentalizzazione·spesso usata per emarginare il padre dalla valorizzazione dell’educazione e dell’istruzione scolastica,·nonché della formazione professionale.
Dovrebbe esserci anche la possibilità, entro ragionevoli limiti di ordine pratico, che la residenza dei figli·sia collocata in modo che il padre o la madre naturale possano incontrarli agevolmente durante la ·settimana, poiché ritmi di lavoro e traffico possono pregiudicare il rapporto genitore-figlio in modo concreto; si supererebbe così la logica del genitore col locatario per giungere alla più consona domiciliarità territorialmente condivisa.
Certamente più valida, pur se avveniristica, sarebbe la soluzione “la casa di famiglia diviene la casa dei figli dove i genitori si avvicendano in modo paritario” e ciascun genitore si cercherebbe una soluzione abitativa individuale.
La separazione consensuale o giudiziale dovrebbe, nella norma, essere preceduta dalla mediazione familiare come procedura pregiudiziale alla separazione stessa, con funzione preparatoria alla crescita equilibrata dei figli, e dovrebbe essere obbligatoria per legge.
Il giudice, nella prima udienza, soprattutto in caso di istanza giudiziale di una parte, dovrebbe inviare i genitori alla mediazione familiare (quale luogo adeguato per individuare le matrici dei conflitti e sciogliere i nodi che li stringono o li soffocano) supportata da un sostegno psicologico.
Il giudice con l’ausilio delle relazioni dei mediatori e degli psicologi , potrebbe arrivare al provvedimento di separazione al massimo in un anno
Questo metodo avrebbe anche il vantaggio di sgravare i tribunali, soprattutto quello dei minori, di una serie di cause che si trascinano avanti per decenni, con i conseguenti danni arrecati alla sana crescita dei minori.
Mauro Lami
Presidente Papà Separati Savona