La separazione è un danno irreversibile per i figli! Provocazione?
La separazione è un danno irreversibile per i figli! Provocazione? No, segui il ragionamento. Una coppia, anche conflittuale, è percepita dal bambino sempre e comunque come un valore.
Logico che escludo situazioni realmente pericolose per l’uno o per l’altro coniuge o ancora peggio per i bambini. Anche laddove le differenze di cultura familiare, di esperienza e sociali (non intendo economiche ma di storia familiare) siano molto marcate, i genitori tenderanno sempre a gestire l’educazione dei figli in relativa e talvolta assoluta armonia.
Il bambino fino al limite dell’età della latenza, ovvero circa gli 11 anni, ha una visione idealizzata dei genitori, la separazione non lo sfiora minimamente ed è certamente l’ultima cosa che vorrebbe.
La prova è talmente evidente da non lasciare adito a dubbi, in particolare nei figli dei genitori separati.
Se chiedete loro infatti quale sia il loro desiderio più intimo scoprirete che nella stragrande maggioranza dei casi questi vi risponderanno “avere di nuovo una famiglia con mamma e papà”.
Se questo è vero perché allora nella quasi totalità dei casi sentiamo i genitori separati decantare i vantaggi della separazione che liberano i figli dalle atroci sofferenze che vivrebbero vivendo in una famiglia non in armonia?
La risposta è molto complessa ed articolata ma per renderla breve e concisa si potrebbe riassumere in alcune caratteristiche particolarmente polarizzate negli adulti dei nostri tempi.
Primo punto, non siamo capaci a superare le difficoltà. Cresciamo sempre più protetti, non abbiamo esperienze di difficoltà reali e viviamo in un mondo ovattato e chiuso in se stesso, sempre giustificati dai nostri genitori, difficilmente responsabilizzati ed incapaci di comprendere cosa significhi veramente difficoltà, fame guerre, malattie diffuse appartengono al passato dell’occidente ed a un presente geograficamente troppo lontano perchè possa essere parte del nostro bagaglio emotivo. Ecco che a causa delle prime difficoltà che incontriamo non siamo in grado di mediare, di darne il giusto valore, il più insignificante degli ostacoli diventa insormontabile, non ci sentiamo realizzati nella coppia e la percepiamo come una catena che ostacola la nostra felicità, la nostra voglia di essere realizzati di sentirci “adeguati”, ecco, la coppia ci fa sentire inadeguati e lo fa semplicemente perché non sappiamo esprimerci, non conosciamo più il confronto, la diversità come valore, non siamo capaci di apprezzare le cose belle ma vediamo solo le normali difficoltà come fossero montagne da scalare a piedi e mani nude in inverno. Ecco come stiamo uccidendo la famiglia e rovinando i nostri figli.
Ma c’è di più, siamo sempre più concentrati su noi stessi, i modelli che ci propongono usano sempre la prima persona singolare come centro della realizzazione sociale, io io io io io, io sono così o mi accetti o non puoi starmi vicino/a, io sono vera/o, come se il prossimo fosse falso, detto che non si capisce bene cosa possa voler dire essere falsi o veri, manco fossimo borse firmate.
L’individualismo impera come modello sociale, nelle aziende vince chi schiaccia il prossimo ed il modello sociale vincente premia chi schiaccia il prossimo per far si che prevalga l’individuo. Abbiamo perso la capacità di vivere il sociale, di stare insieme nelle grandi famiglie di una volta che privilegiavano lo stare insieme nelle difficoltà, perché le difficoltà si superavano solo nell’unità, un pezzo di pane può sfamare una famiglia se ripartito in parti uguali, ucciderà la famiglia e farà emergere il più forte o semplicemente il più fortunato se lasceremo che l’egoismo regoli i nostri comportamenti.
La famiglia vera è quella che aiuta tutti ma sta vicino ai più deboli, comprende e sa fare silenzio quando serve. A volte per amore si deve perdere, nulla di male nel perdere uno scontro verbale, anche se si ha ragione, ci sarà poi il tempo giusto per spiegare il proprio punto di vista, per farsi conoscere, non per vincere. Vincere, ecco l’altra malattia della nostra società, e ce la portiamo a casa dal lavoro, dalla scuola.
Vincere nelle relazioni non è possibile se non vivendo ed amando la diversità, la famiglia è un luogo complesso, difficile articolato ma è anche il nido della società, il luogo dove impariamo l’alfabeto della convivenza che diventerà il lessico con il quale articoleremo i nostri sentimenti e le nostre relazioni. Essere incapaci di vivere le difficoltà non è un insegnamento da bravi genitori, stiamo rovinando i nostri figli dicendo loro che la soluzione alla difficoltà è la fuga. Allora scapperanno dallo studio, dallo sport, dagli amici e si rifugeranno in un mondo virtuale, quello digitale, distopico ed irreale, fatto di perfezione falsa, di buongiorno mondo, di sorrisi sempre e comunque. Mi piacerebbe essere presente dopo ogni video o foto postata, quando la perfezione del digitale svanisce e ricompare il vaffanculo reale.
Ci stiamo arrendendo alla nostra stessa incapacità di vivere le difficoltà, di adattarci, quella capacità che ci ha fatto evolvere per 200.000 anni e che abbiamo distrutto sull’altare dell’individualismo. Cosa stiamo insegnando ai nostri figli? Contiamo più come individui che come genitori? Senza contare che neppure immaginiamo cosa accadrà dopo la separazione, ed ecco guerre combattute con armi che fino a poco prima erano la nostra più grande gioia, i figli, che vengono branditi senza scudo contro l’uno o l’altro per far si che il nostro ego si possa giustificare dando la colpa all’altro genitore, ignorante ed incapace lui e solo lui che è stato il fautore della distruzione della famiglia. I figli porteranno per tutta la vita le cicatrici che noi genitori ignoranti ed egoisti abbiamo procurato loro. E smettiamo di dire che le colpe sono al 50%, palle, ogni caso andrebbe studiato non solo nell’ambito della famiglia vittima della separazione ma anche e sopratutto nella storia famigliare dei nonni, spesso incapaci di essere di aiuto ma anzi veri e propri cecchini sempre pronti a sparare ed incolpare il prossimo di averlo fatto per primo. Non parliamo poi dell’orribile, ignobile ed inqualificabile usanza sempre più in voga di denunciare per abusi di ogni genere il coniuge, nella stragrande maggioranza dei casi l’uomo che subisce una vergognosa gogna causata da false denunce di violenze sessuali, fisiche e psicologiche da parte di un numero sempre maggiore di madri che usano i figli distruggendo i padri ma soprattutto i figli stessi
Ecco che il danno irreversibile per il figlio usato è compiuto, vivrà nell’incapacità di stabilire una relazione sana, nel perenne dubbio tra vittimismo e colpevolezza, avrà grandi probabilità di diventare dipendente da alcol e droghe. Ai nostri figli stimo insegnando che fuggire è la soluzione, che il dialogo non serve che farsi aiutare da qualcuno non risolve. D’altronde si potrebbe aprire un capitolo intero sui ricavi dei divorzifici, su avvocati, CTU, assistenti sociali, psicologi e quant’altro, così come si potrebbe parlare per ore della ruolo marginale che i padri in particolare possono esercitare a causa della separazione. Ecco un punto interessante, una controindicazione poco rappresentata da chi narra di separazione. Una caratteristica peculiare a cui ci sottomettiamo nel momento stesso in cui pensiamo che una famiglia possa funzionare meglio se separata.
Mi spiace dirvelo ma i figli si approfitteranno ignobilmente della vostra debolezza, del senso di colpa rappresentato dal tempo sottratto dalla separazione. Infatti in particolare i padri saranno nella stragrande maggioranza dei casi delle figure marginali, dei bordo campisti della vita dei figli, ed il senso di colpa che interverrà a seguito di questa situazione di assenza, di tempo dedicato in primis ovviamente, porterà ad una sorta di compensazione in termini di concessioni di libertà e di eccessi di beni materiali che il genitore in colpa si sentirà di dover concedere al figlio a fronte della sua assenza coatta o meno.
Altro danno irreversibile, schiavi del senso di colpa innescato dalla separazione inizieremo a viziare i figli, a giustificarlo ancora di più, vorrai mica contestare il comportamento di tuo figlio a scuola quando lo vedi solo 3 giorni a settimana? Il tempo è troppo poco per fare il genitore e la controparte, madre o padre, non vedrà l’ora di dire esattamente il contrario di quello che dici tu, solo per gusto profondamente sadico di farti passare per coglione. Ecco che la soluzione è semplice, il bambino ha sempre ragione, ,gli insegnanti sono degli idioti e la povera vittima diventerà sempre più forte nella sua posizione di dominio, usando a sua volta il genitore come farebbe chiunque. E poi sarà gara a chi fa le vacanze più belle, viziando sempre di più il figlio, sempre che si sia in una situazione economica estremamente privilegiata. Già perche se non lo sapete la separazione rende tutti più poveri, ed in una società sempre più povera immaginate la conseguenza quale possa essere?
In conclusione, pensateci bene e fatevi aiutare, pensate bene a chi vi state prendendo come moglie o marito, guardate e studiate la sua famiglia perché sposerete anche quella e talvolta anzi spessissimo sarà proprio quella che distruggerà il vostro sogno ma soprattutto non pensate alla separazione come alla soluzione, non lo è, mai, o quasi ma non usate il quasi come una scusa…
Paolo Donato