Attaccamento sicuro nella diade padre-bambino: uno sguardo oltre la responsabilità paterna
Un interessante articolo letto in rete https://www.stateofmind.it/2024/03/attaccamento-sicuro-padre-bambino/ di Linda Confalonieri
Una recente ricerca ha esaminato l’associazione tra alcuni comportamenti paterni durante il gioco e il futuro attaccamento padre-bambino
L’attaccamento sicuro
Cari papà, per la vostra festa dedichiamo qualche riflessione sulle interazioni tra padri e figli nella costruzione di un legame affettivo, protettivo e stimolante, una delle premesse per un attaccamento sicuro. Le modalità di interazione e relazione che si sviluppano tra bambino e figure di attaccamento sono il primo contesto sociale in cui il bambino impara ad esplorare e a stare in relazione con l’altro, impara qualcosa di sé, degli altri e del mondo (le rappresentazioni mentali che in gergo tecnico vengono definite “modelli operativi interni”).
Un attaccamento sicuro è caratterizzato da un’idea di sé stesso come amabile e considerato, dalla rappresentazione di un altro significativo disponibile, responsivo, e sensibile ai bisogni del sé, stimolante e affettivamente sintonizzato; il mondo è visto come un luogo in cui è possibile esplorare, ricevere aiuto e sostegno. Molti studi in letteratura evidenziano che il comportamento di sensibilità e responsività genitoriale è una variabile chiave nel determinare la sicurezza dell’attaccamento.
L’attaccamento padre bambino nello studio di Olsavsky
Considerando la relazione padre-bambino alcuni studi recenti mettono in luce anche il ruolo chiave di particolari modalità interattive stimolanti e ingaggianti nel gioco quali significativi predittori dello sviluppo di una relazione padre-figlio caratterizzata da un attaccamento sicuro.
La ricerca di Olsavsky et al. (2020) esamina le correlazioni longitudinali tra alcune tipologie di comportamento paterno e il futuro attaccamento tra padre e bambino. In particolare, lo studio ha osservato in situazioni di interazione 58 coppie di padri e figli all’età di nove, dodici e diciotto mesi.
Prima fase dello studio: osservazione delle sessioni di gioco
Come prima fase, i padri sono stati osservati durante sessioni di gioco con i loro figli all’età di nove mesi, cercando di identificare e analizzare la frequenza e l’intensità di comportamenti paterni di stimolazione, attivazione e ingaggio (fisico e/o con oggetti/giocattoli), di comportamenti di sensibilità e responsività e comportamenti di intromissione nelle interazioni con il bambino. In altre parole, i papà possono trascorrere il tempo con i loro piccoli stimolandoli e coinvolgendoli fisicamente, giocandolo con loro portandoli a un livello di attivazione emotiva maggiore, mostrando un medio-basso livello di intromissione nel gioco con il bambino, e al contempo in seguito possono essere responsivi mostrando calore, sicurezza e protezione.
Secondo Tronick & Beeghly (2011) quando gli adulti mostrano intromissione nel gioco dei più piccoli e li sottopongono a dei compiti impegnativi, tendono a destabilizzarli per un momento (creando in loro degli stati emotivi disadattivi). Quando gli adulti rispondono con sensibilità a questa momentanea destabilizzazione, promuovono nei bambini le capacità regolatorie (quindi le capacità di regolare i propri stati interni in risposta agli stress esterni) e la loro competenza socio-emotiva.
Seconda e terza fase dello studio: osservazione delle Strange Situaton
In una seconda e terza fase dello studio, le stesse coppie di padri e figli sono state sottoposte all’età di 12 e 18 mesi a una procedura di Strange Situation per valutare la sicurezza del legame di attaccamento tra padre e figlio.
Per i non addetti ai lavori, la Strange Situation è una procedura di carattere sperimentale che si svolge in un contesto non familiare, cioè un laboratorio di osservazione, composta da otto episodi dalla durata di 2/3 minuti ciascuno, per un totale di 30 minuti di osservazione. L’obiettivo che si prefigge è quello di sollecitare il sistema di attaccamento infantile, per poi comprenderne lo stile di attaccamento del bambino: in altre parole, si sottopone il bambino a una condizione di stress moderato ma crescente nel tempo, in risposta al quale il piccolo tende a mettere in atto comportamenti specifici in risposta a tali condizioni.
Il gioco come predittore dell’attaccamento sicuro
I risultati dello studio evidenziano che sono proprio i comportamenti di stimolazione, in combinazione con dei livelli lievi e moderati di intromissione nelle situazioni di gioco, ad essere associati a una maggiore probabilità di un attaccamento sicuro nella diade padre-figlio/a; a patto che, però, vi sia una responsività paterna nell’aiutare il bambino a regolare le emozioni che si sono attivate.
In questo senso la relazione sicura tra padre-bambino si configura come una relazione in cui la figura di accudimento possiede la capacità di stimolare, attivare e quasi lievemente destabilizzare i piccoli lattanti, ma al contempo fornendo loro un supporto di calore, sicurezza e protezione. Diviene cruciale, dunque, la sensibilità e responsività paterna nell’aiutare e supportare l’infante a regolare le emozioni in seguito al comportamento attivante, stimolante e destabilizzante (Paquette, 2004). Riparare in modo sano questo lieve squilibrio emotivo con l’aiuto dell’adulto di riferimento che mostra calore, vicinanza e protezione a seguito di una stimolazione attivante può promuovere quindi nel lattante le capacità regolatorie e la competenza socio-emotiva (Tronick & Beeghly, 2011).
Il padre sensibile e responsivo è in grado di mentalizzare e di assumere la prospettiva del suo bambino, è in grado di bilanciare il livello di stimolazione e attivazione, mostrando presenza ma evitando eccessiva intromissione e sintonizzandosi sensibilmente con le emozioni espresse dal piccolo. E quel bambino, sempre più si sentirà fiducioso nell’affrontare situazioni per lui sfidanti, nuove, stimolanti e nel regolare le emozioni vissute in queste nuove piccole avventure di gioco. Memorie implicite che lo sosterranno e fungeranno da fattori protettivi anche nelle esplorazioni, nelle incertezze e imprevedibilità future, senza paura delle emozioni, neanche di quelle negative.