“Genitori ideali si diventa”
L’Asl To1 promuove il primo corso per futuri e neo genitori: il domani dei figli dipende da come si comportano mamma e papà nei primi 3 anni dellaloro vita |
Narcisismo, anoressia, isolamento e insuccesso scolastico, depressione, dipendenze dall’alcol, dal gioco, persino dalla droga. Il futuro dei nostri figli si gioca nei primi tre anni di vita. Gli specialisti sono ormai tutti d’accordo. Ma la domanda è: come aiutare un bambino a crescere psicologicamente «sano»? La risposta è in un corso promosso dall’Asl To1 per tutti i futuri (e i neo) genitori del distretto. Otto incontri settimanali dedicati a mamma e papà, per gettare solide basi di una crescita senza pericoli.
Dopo il grande successo degli appuntamenti dedicati nel 2009 alla depressione post-parto, l’Asl To1 va oltre, proponendo da maggio «un corso che vorremmo diventasse permanente», spiega la dottoressa Luisella Gioppato, psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice del progetto insieme allo psichiatra Giampiero De Marzi. Si parlerà del rapporto col neonato che piange, della necessità dei genitori di mantenere spazi propri, di gratificazione e frustrazione del bambino, ma anche di aggressività e reattività, di educazione al sentire e all’esprimere le emozioni, e di importanza dei «no». I «no» che aiutano a crescere.
Il corso – è previsto il pagamento del ticket come «psicoterapia di gruppo» – si terrà presso il centro di salute mentale di via Negarville 8/28. «I dati americani – spiega la dottoressa Gioppato – sono ormai sovrapponibili a quelli italiani: il 30 per cento dei giovani è narcisista e, a causa del loro considerarsi fuoriclasse, non studiano più. Noi puntiamo a sensibilizzare i genitori perché imparino a educare dei figli liberi proprio dal condizionamento del diventare fuoriclasse. Cominciando fin dalla nascita a farli faticare, provare e riprovare, perché sviluppino un senso corretto del sé».
«Impariamo ad amarci solo se facciamo esperienza con noi stessi», è il punto di partenza del corso. «Fare esperienza – dice la dottoressa Gioppato – significa sentirsi ed esprimere ciò che si sente, a cominciare dalle emozioni». I rapporto madre, padre e bambino è l’impronta su cui si svilupperà la personalità di un figlio: «Un genitore educato secondo fantasie grandiose ripeterà e riproporrà gli stessi schemi educativi al proprio bimbo». E se molti disturbi affettivi sono scatenati da una mancanza d’affetto, una «fusione genitore-figlio» (con frasi tipo: «Siamo una cosa sola») provoca gli stessi danni. «Come fa un figlio a sentirsi individuo se cresce davanti a un televisore o se è un tutt’uno con la madre? Gratificazione e frustrazione vanno dosate adeguatamente, perché troppi “no” minano l’autostima».
La dottoressa Barbara Migliasso, psicologa e psicoterapeuta, affiancherà i coordinatori del progetto parlando del primo anno di vita del bambino: come interpretare le difficoltà del sonno, che significato dare al pianto del bimbo e quando preoccuparsi, quali emozioni il bimbo riesce già a provare da zero a dodici mesi. Si parlerà di comportamenti e frasi da evitare, per scongiurare il pericolo narcisismo, dipendenze e somatizzazioni. Saranno sfatati falsi miti e i comportamenti ricorrenti su cui centinaia di genitori hanno fondato la loro autorità: «Basta frasi come “Ubbidisci e stop” e i continui paragoni con gli altri e tra fratelli». Basta anche frasi tipo: «Sei l’unica ragione della mia vita». Basta risparmiare al bimbo la «fatica» di riordinare la propria stanza.
«Lavoro duro, quello del genitore», sorride la Gioppato. «Da zero a 3 anni è il periodo in cui il bimbo forma il proprio sé, la sua unicità, la consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie emozioni. “Sente” il mondo circostante, e mentre sente si forma una personalità». L’errore più comune – si dirà durante il corso – «sono l’educazione alla competizione e all’immagine, in genere ad apparire per ciò che il genitore ha in testa». Durante il corso sulla depressione post-parto l’équipe della dottoressa Gioppato ha sperimentato che «madri ansiose, depresse, insicure, erano tutte educate secondo un modello ideale di perfezione». Modello che si tende – sbagliando – a riprodurre sui figli.
La prima separazione comincia prima di quanto una madre o un padre s’immaginino. «Già all’inizio del secondo anno di vita il genitore deve essere allenato a separarsi dal proprio bimbo, e uno dei mezzi è saper gestire i “no”». Anche perché, «tra i tanti disturbi di un figlio che cresce, tutte le forme di anoressia hanno alla base la mancanza di separazione dalla madre».