Gentile Presidente Ernesto Caffo,la campagna impostata da Telefono Azzurro per il 5×1000 suscita alcuni interrogativi
Per quale motivo Telefono Azzurro ha scelto la criminalizzazione della figura paterna? Per quale motivo Telefono Azzurro lascia intendere che il padre sia il maggiore – se non l’unico – autore di maltrattamenti verso i minori?
Un figlio non riceve una carezza, ma lo strattonamento di un braccio
Non riceve una occasionale sculacciata, ma viene preso a calci
Non una frase affettuosa, ma l’offesa denigratoria.
Ogni giorno.
La quotidianità, ad indicare un comportamento crudele e sistematico.
Telefono Azzurro ha reso nota la mole di chiamate ricevute nel 2010, catalogando minuziosamente fascia d’età delle vittime, giorni della settimana e fasce orarie con flussi prevalenti, e tanto altro.
In merito ai responsabili dei maltrattamenti, il report di Telefono Azzurro pubblica la griglia in fondo riportata, mentre l’altra figura (sotto) illustra i maltrattamenti sui minori negli Stati Uniti
Emerge la madre come autrice prevalente.
Facciamo chiarezza: a nostro avviso è necessario prendere posizione contro chi viola i diritti dell’infanzia anche solo in percentuali minime.
Ma ciò che più sorprende è il fatto che la strategia pubblicitaria scelta da Telefono Azzurro venga smentita dagli stessi dati raccolti da Telefono Azzurro, e non solo.
Da qualsiasi altra ricerca e/o pubblicazione scientifica, nazionale ed internazionale, emergono costantemente dati riferibili ad una larga prevalenza materna per quanto riguarda varie forme di maltrattamenti e/o abusi sull’infanzia, fino al picco di violenza rappresentato dall’infanticidio[1].
Al di la delle intenzioni originarie, che potrebbero anche non essere quelle di criminalizzare il ruolo paterno, è indubbio che il messaggio pubblicitario non possa essere interpretato diversamente: piaccia o meno, emerge esattamente una grave criminalizzazione del padre.
Si tratta di una percezione ampiamente condivisa: non solo padri offesi ma anche donne indignate, psicologhe, criminologhe, sociologhe, antropologhe, giuriste; e poi madri, mogli, nonne, sorelle.
La vostra campagna 5 x 1000 sta suscitando uno sdegno diffuso.
È difficile credere che Telefono Azzurro non ricordi cosa ha pubblicato nel report 2010, pertanto ci chiediamo e Le chiediamo:
- Pur sapendo della violenza materna prevalente, vi sono delle ragioni di opportunità che sconsigliano di rappresentare la realtà oggettiva?
- È politicamente scorretto rappresentare una madre maltrattante, anche se prevalente nei fatti?
- È corretto, lecito, quasi doveroso accanirsi contro il padre maltrattante anche se – dati alla mano – non è prevalente?
- Lo stereotipo del padre-orco, anche se smentito dal mondo accademico internazionale e dagli stessi dati di Telefono Azzurro, è politically correct?
- Rappresentare la realtà, vale a dire quel 51,1% di maltrattamenti materni, potrebbe risultare sgradito al Ministero Pari Opportunità o altri Enti?
- Meglio lanciare un messaggio mistificatorio antimaschile e mantenere un profilo basso sui maltrattamenti femminili, altrimenti alcuni equilibri istituzionali potrebbero risultare compromessi?
- Se la verità sulla madre non può e non deve essere detta, è proprio necessaria la criminalizzazione paterna?
- Non crede che la scelta di criminalizzare un genitore, a prescindere dal sesso, sia da abbandonare?
Temiamo che la strategia di Telefono Azzurro si accanisca contro l’unico soggetto verso il quale la denigrazione è libera: una pubblicità con la madre maltrattante avrebbe corso il rischio di provocare le reazioni del Ministro Carfagna, una maestra maltrattante le reazioni del Ministro Gelmini, un omosessuale le reazioni dell’Arcigay, un sacerdote le reazioni del mondo ecclesiastico, e via dicendo…; meglio quindi il capro espiatorio ideale, un padre per il quale non si entra in conflitto con lobby e poteri forti.
Il risultato è un tiro al bersaglio contro il padre, una denigrazione percepita come un insulto da donne ed uomini liberi da concetti precostituiti. La nostra ipotesi è poi così lontana dalla realtà?
E soprattutto, una domanda che ci aspettavamo si facesse Telefono Azzurro: distruggere il padre è l’interesse dell’infanzia?
Rimaniamo in attesa di una cortese risposta
Mauro Lami Presidente Papà separati Liguria