Anno 2009- Lettera aperta sui lati oscuri dei Servizi Sociali
Anno 2009- Lettera aperta sui lati oscuri dei Servizi Sociali
“ Il servizio sociale nasce dagli ideali umanitari e democratici, e i suoi valori sono basati sul rispetto per l’uguaglianza, il valore della dignità di ogni persona” (Fed. Internazionale degli Assistenti Sociali – Canada Luglio 2000). E mentre questo sostengono in Canada…, Io vivo a Riccione, e sono un uomo ed un padre e non è a caso che dico “uomo” e che dico “padre”, poiché la mia esperienza, dice il contrario, dice che i miei diritti di uomo e di padre non valgono quanto quelli della madre, anche se questa è indagata per reati di molestie e corruzione di minore, dicono che nessuno garantisce un trattamento di tutela che sia, prima di tutto e soprattutto, a tutela dei bambini.Ne ho conferma poi confrontandomi con altri padri, e ritrovo sempre più spesso, mentre mi documento, allarmanti elementi comuni, taciuti, ma prassi consueta, soprattutto quando in una famiglia si separano i genitori, i bambini sono le prime vittime. Quando poi intervengono i Servizi Sociali il numero delle vittime aumenta incredibilmente, quasi a giustificare il loro “impegno”. Da una parte la legge mi sospende dalla patria potestà in quanto, malgrado tutte le cautele che la situazione richiedeva, non ho allontanato i miei figli dalla casa della madre; dall’altro, la stessa legge colloca i bambini presso di me, impedendomi però di stare in giudizio per difenderli, poiché sospeso dalla patria potestà! Incredibile elzeviro burocratico che parla di caos…e incapacità.
La stessa legge che dovrebbe tutelarle e preservare i bambini da ogni violenza fisica e morale, permette che una bambina di 9 anni venga interrogata da una “psicologa” che le domanda, senza nessun riguardo né doverosa cautela “se ha mai visto la madre fare sesso con il suo attuale fidanzato”. La stessa legge che individua un “tutore” per i bambini non impedisce però al tutore di di non farsi trovare o di dichiararsi “impreparata”, quando ad esempio in tribunale le domando perché mio figlio non ha un legale che lo rappresenti e difenda.
La mancanza di chiarezza permette a questi attori “super partes” di decidere siano essi assistenti sociali o consulenti tecnici del tribunale, di non conferire uno con l’altro, ·prontamente scaricando l’onere ad un bambino di 7 anni e gli dicono che DEVE farsi centinaia di chilometri in treno, perché lui DEVE e loro no? Perché è comodo solo a loro, ma non lo è per chi già vive situazioni di stress sulla propria pelle!.
Non critico la legge, ma la sua applicazione, la sua terribile tolleranza, quando affida casi a tecnici privi di sensibilità e professionalità, eppureoberati di lavoro; queste persone, non attuano ideali umanitari e democratici: sono dipendenti statali, pagati dalla collettività, soggetti ad alto rischio “solo per chi ci si espone”, che non rispondono di quello che fanno, operano senza un controllo, in un ambito talmente arbitrario eppure impegnati nel delicatissimo lavoro di acquisizione di elementi, e stranamente chi vi si sottopone li teme come la peste per la roulette russa a cui si espone.
Dopo la discriminazione sostanziale del ruolo dei padri, (una procedura incomprensibile che ha valore di normalità acquisita e indiscutibilmente consolidata!) i bambini sono le altre impotenti vittime, soverchiati non si sentono più le loro voci, in questo berciare fra adulti caotici e approssimativi, fra questo “frullare” di carte e cartacce, di ruoli e competenze, ·solo chi li ama ed è loro legato intimamente può ancora ascoltarli, sentirli disorientati e inquieti, esprimere il loro terribile “PERCHE?”. E’ una missione proteggere i bambini, piccoli,indifesi, non un lavoro: ma questi Servizi Sociali e chi li delega, non lo sanno più e non ne possiedono la professionalità.
Eppure i tempi stanno mutando, esiste maggiore sensibilità e maggiore cultura fra i genitori, ma quanto tempo sarà necessario affinché questa cultura venga recepita da un sistema amministrativo nessuno può dirlo, come nessuno può prevedere i danni procurati nel frattempo. Il ruolo del padre è pari a quello della madre, non superiore non inferiore ma uguale, ed i figli non sono una proprietà. Il Servizio Sociale può avere un ruolo ·di mediazione, solo se opera con equilibrio fra le parti, con consapevolezza, con reale preparazione professionale ma se viene meno ecco che si trasforma un moltiplicatore di rischi e iniquità. Nell’epoca di internet, della fecondazione assistita, delle pari opportunità, delle staminali è terribile accorgersi che ancora non si è debellato il “sistema” che governa la “filiera del dolore” che passa dal potere ai servizi sociali in una continuità allarmante che ci lascia attoniti e disarmati. E a poco serve urlare la sensazione di impotenza che troppo spesso sfocia in intolleranza e violenza.
Ma allora parliamoci chiaro, attribuire colpa ai dei violenti …non diventa pura convenienza ?
Gabriele Bertolucci