Lettera aperta di Fabrizio Adornato al Presidente Berlusconi
alla c.a. Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Silvio Berlusconi
Palazzo Grazioli
·Roma, 11 agosto 2011
Onorevole Presidente del Consiglio
Io sottoscritto Fabrizio Adornato, sento il dovere in via preliminare di farLe una precisazione: queste accorate pagine sono dettate unicamente dall’amore per una figlia nei confronti della quale non mi è consentito nei fatti di esercitare il ruolo di padre come vorrei e come dovrei.
·Sono un quarantaseienne Maresciallo Capo dei Carabinieri in servizio presso il nucleo CC Banca d’Italia di Genova, che Le fa presente quanto segue:
Dal 24 maggio c.a. mi trovo a Roma, “costretto” per la seconda volta a sostare presso il Quirinale, per una forma di protesta civile e non violenta, tendente a sensibilizzare il Presidente della Repubblica – in qualità di comandante supremo delle Forze Armate, nonché presidente del CSM – circa il mio calvario giudiziario.
Denuncio un degrado insostenibile sotto ogni profilo: giudiziario, psico-emotivo, economico, relazionale.
Il mio grido di dolore acquista una valenza particolare: in quanto militare dell’Arma ho dedicato la mia vita a servire la Giustizia, dalla quale però ho ricevuto in cambio solo vessazioni.
Tale protesta infatti prende vita dalle ripetute ingiustizie di cui sono stato attore passivo, dal 2001 sino ad oggi.
La corposa documentazione, completa di tutti i dettagli, è consultabile sul mio blog eremita65.blogspot.com
Utilizzo il blog come vetrina liberamente accessibile (almeno sino a quando non verrà oscurato dall’alto), proprio per mettere a conoscenza l’opinione pubblica delle nefandezze compiute da una parte della magistratura genovese che coscientemente mi penalizza con accanimento, nella mia vita privata e professionale. Questo mi ha portato a formulare precise accuse (10 denunce) nei confronti di magistrati ed avvocati.
Ho deciso di effettuare questo tipo di protesta pubblica per chiedere aiuto al Presidente Napolitano.
Il primo passo in tal senso è una mia lettera, datata 2/11/2010, alla quale il Quirinale rispondeva con una nota-standard: una mini lezione di giurisprudenza spicciola e banale con cui si dichiarava l’incompetenza del Capo dello Stato che, non potendo intervenire direttamente, avrebbe però provveduto ad inviare la documentazione al CSM.
Non ricevendo alcuna comunicazione dal CSM, nonostante a dicembre 2010 mi sia recato di persona a Palazzo dei Marescialli per chiedere lumi circa l’iter della pratica, nel mese di marzo 2011 decidevo di dare inizio alla protesta pubblica, tramite uno sciopero della fame presso il Quirinale protratto per circa 20 giorni.
Non potendomi assentare ulteriormente dal Servizio, alla fine di marzo facevo ritorno a Genova, speranzoso che il mio gesto avesse sensibilizzato il primo cittadino italiano, ma soprattutto gli organi competenti.
Purtroppo questa mia speranza è rimasta tale in quanto nulla è progredito verso l’applicazione della Giustizia.
Ahimè, infatti, quella parte della magistratura che nel succitato blog definisco “gli intoccabili”, ha dato ulteriore dimostrazione di quanto anche Lei, On. Presidente, sostiene da anni: la magistratura in Italia non funziona o, se funziona, funziona alla cazzo di cane.
Voglia perdonare l’utilizzo di una formula non troppo ortodossa ma, La prego di credermi, è esattamente ciò che pensa una larga fetta della popolazione italiana.
Quotidianamente decine di migliaia di persone come me, genitori separati, subiscono sulla propria pelle l’accanimento ingiustificato da parte di queste persone, che solo in via teorica sono portatori di giustizia.
In data 24 maggio, come detto in precedenza, sono tornato a Roma per riprendere la protesta pubblica basata sullo sciopero della fame.
Dopo altri 33 giorni e due ricoveri in ospedale, sospendevo lo sciopero della fame continuando però il presidio nei pressi del Quirinale, che nonostante tutto ha continuato ad ignorarmi.
Attualmente ho innalzato la soglia della protesta, decidendo di rimanere ad oltranza anche di notte, pernottando nei pressi dell’ingresso principale delle Scuderie del Quirinale con tanto di sedia a sdraio e coperte.
·La mia vicenda ha acquisito una risonanza nazionale ed internazionale che è andata oltre ogni mia intenzione. Diverse associazioni del privato sociale sostengono la mia iniziativa e diffondono aggiornamenti quotidiani
Siti, blog e socialnetwork dedicano enormi spazi: inserendo Fabrizio Adornato sui motori di ricerca appaiono oltre 38.000 pagine dedicate.
Il mio non è certo un caso isolato: sono divenuto involontariamente l’emblema di un disagio sociale diffuso, che abbraccia una moltitudine di persone.
Le disfunzioni della Giustizia in materia di Diritto di Famiglia coinvolgono, secondo stime prudenti, circa un terzo della popolazione residente: 20 milioni di persone, tra coinvolgimento diretto ed indotto (figli, genitori, nonni, zii, cugini etc.)
Alcuni organi di stampa, alcune radio e tv locali hanno trattato la vicenda, sfidando il timore di denunciare storture della magistratura.
Le associazioni che mi sostengono hanno inviato a più riprese lettere ufficiali, sia via mail che cartacee, sia inviate per posta ordinaria che consegnate a mano all’Ufficio Protocollo del Quirinale.
Nessuno ha mai ottenuto la benché minima risposta.
A due recenti sollecitazioni telefoniche da parte di Presidenti di Associazioni, il Colle ha risposto di non sapere nulla della vicenda, ne’ tanto meno della mia presenza a Roma.
Una grossa cassa di risonanza da parte della stampa nazionale, però, è resa difficile – se non impossibile – dal muro di gomma che magistratura e Presidenza della Repubblica hanno innalzato sulla mia vicenda.
Evidentemente la mia protesta da fastidio, perché tocca i Poteri Forti e perché è basata su prove incontestabili, quindi va oscurata.
Tre diverse interpellanze parlamentari, presentate in entrambi i rami del Parlamento da esponenti sia di maggioranza che di opposizione, chiedono chiarimenti al ministro della Giustizia.
Tutto ciò, Onorevole Presidente, Le fa comprendere quanto forte possa essere il disprezzo che il Palazzo ha dimostrato e continua a dimostrare nei miei confronti sotto molteplici aspetti: come padre, come Carabiniere e come cittadino italiano.
·Preciso inoltre di aver tenuto da sempre un comportamento ineccepibile sotto ogni aspetto, elemento che ha indotto l’Arma dei Carabinieri a non ostacolare questa mia forma di protesta, permettendomi di compiere un gesto che mai prima d’ora nessun militare della Benemerita aveva fatto.
L’ho citato come premessa, ma sento di doverlo ribadire: l’amore nei confronti di mia figlia, la paternità negata e la dignità calpestata sono le molle che mi hanno spinto ad iniziare questa mia protesta ed ora a cercare il Suo aiuto. Conscio del fatto che, come perseguitato giudiziario e come padre separato Lei comprenda benissimo come io cerchi di sopravvivere con la morte nel cuore, Le chiedo – per quanto possibile – di intervenire per porre rimedio a questa situazione, rendendomi fin da subito disponibile per ogni ulteriore chiarimento che potrà dimostrare inequivocabilmente come sia in possesso di numerose prove circa i reati compiuti ai miei danni dai magistrati oggetto delle mie denunce, che peraltro si sono ben guardati dal contestare le mie accuse querelandomi per calunnia, diffamazione o altro.
Cordialmente ringraziandoLa per la sua attenzione, le porgo distinti saluti in attesa di una cortese risposta
·Fabrizio Adornato
tel. cell. 3313613354
p.s.
a questa lettera si è spontaneamente unito il Senatore Franco Cardiello del PDL