Storia vera di Angela L. – Quando il giudice ti ruba la figlia
Tutto comincia a Masate, nel Milanese, il 24 novembre 1995. Per lei, che frequenta la prima elementare, è un giorno come tutti gli altri: la sveglia, la colazione, il grembiule sotto il cappottino, la corsa a scuola con i genitori. Un bacio, l’appuntamento all’uscita. Ma Angela non tornerà a casa, quel giorno, e non vedrà più i genitori per i successivi dieci anni. I carabinieri l’hanno prelevata direttamente in classe perché suo padre è sospettato di abusare di lei. Lo accusa una cugina, che ha denunciato di essere stata violentata dal fratello, chiamando poi in causa, con continue accuse e ritrattazioni,altri parenti. Per Angela cominciano le interviste/interrogatori con gli psicologi, gli anni in case di accoglienza (costo: 4 milioni al mese, il cui conto verrà mandato ai genitori), compresa una di Genova, quindi viene data in affido a una famiglia del Varesotto. Dopo molti colloqui, il suo disegno di un fantasma a cui viene dato il nome “Pisello” diventa la prova che gli inquirenti cercavano. Il padre Salvatore, nel frattempo, è stato arrestato e portato a San Vittore. La moglie Raffaella e l’altro figlio, Francesco, lo difendono strenuamente. Ma a loro nessuno crede.