La reazione della gente di fronte alla violenza maschile e a quella femminile
Introduzione: quella sotto presentata è la traduzione di un importantissimo articolo apparso sul sito ABCnews il 26 Dicembre 2006. L’articolo in questione presenta i risultati di un esperimento a carattere sociologico effettuato dal canale televisivo americano “Primetime”, in cui una telecamera nascosta ha ripreso le reazioni delle persone che assistono ad una scena dove una donna aggredisce fisicamente un uomo. Questo studio, forse unico nel suo genere, per la prima volta espone e mette a nudo nella sua drammatica eloquenza il grave doppio-standard attualmente in vigore nelle società occidentali, ovvero il fatto che la violenza delle donne sugli uomini non solo non viene condannata pubblicamente ma anzi viene accettata come cosa “normale”.
Ecco la traduzione dell’articolo:
Capovolgere i Ruoli Come reagiscono le persone quando assistono ad una aggressione in pubblico, ma con i ruoli invertiti (la donna che aggredisce fisicamente l’uomo) ? E tu come reagiresti ? di CLEM TAYLOR 26 Dicembre 2006- E’ quel tipo di giornata di un’estate afosa in cui ci si aspetta che la gente abbia un’irascibilità un pò sopra la media. Nondimeno, la scena in una panchina di un parco del New Jersey attira l’attenzione dei passanti per via della sua stranezza. Una giovane donna con una fiera chioma rossa si sporge verso il suo sfortunato fidanzato, urlandogli in faccia. “Nate, smettila di ignorarmi!,” implora la donna, a due centimetri dalla faccia del fidanzato. Lui fa tutto tranne che ignorarla. You Go Girl ? [1] ‘Opinioni Fuori Moda’ La Keating ha detto che mantenere questo tipo di vecchi valori e credenze dà a queste persone “una lente molto distorta attraverso cui vedono il comportamento dell’attrice in questione, ovvero l’aggressività della donna contro l’uomo. Queste persone sottovalutano il potere delle reazioni della donna.” Cosa bisognerebbe fare in situazioni simili ? Evitare Rimorsi [ FONTE: ABCnews ] |
Alcune considerazioni che si possono fare su questo esperimento:
• L’esperimento sopra presentato mette a nudo una volta per tutte il fatto che in Occidente esiste un codice di valori validi per un gruppo (il Genere Femminile) ma un pò meno validi per un altro (il Genere Maschile). Il tutto in nome della “parità”.
• L’esperimento in questione avvalora altresì l’idea che, escluse poche eccezioni, in questa società l’empatia è riservata perlopiù a donne, bambini, animali, disabili, anziani (tutti in ordine d’importanza) ma non ai “maschi”.
Gli stessi maschi sembrano proprio mancare di capacità empatiche nei confronti dei propri fratelli.
Maschi sempre pronti a condannare, linciare, processare sommariamente i propri fratelli appena una qualche accusa (vera o falsa che sia) proviene dalla bocca di una femmina, ma assolutamente paralizzati (se non addirittura stupidamente sghignazzanti) quando a subire qualche torto o violenza per mano di una femmina è un maschio.
• Esistono ancora, purtroppo, molti uomini che sono rimasti “indietro nel tempo”, e considerano la violenza delle donne sugli uomini come qualcosa di “poca importanza”, anche quando ci scappa il morto. Uomini che però, molto spesso in maniera del tutto strumentale (cioè in malafede), amplificano a dismisura le loro capacità empatiche quando a soffrire è una donna, distorcendo molto spesso quella sofferenza e rendendola più grande di quel che in realtà è. Nascono così i “maschi femministi”, uomini la cui lancetta dell’empatia rimane a zero quando assistono alle sofferenze di altri uomini, ma che fa il giro completo quando a soffrire è qualche donna. Atteggiamento che può anche essere definito come “sindrome da Principe Azzurro” (il quale, poi, molto spesso fantastica di combinare qualcosa con la “principessa salvata”) .
• Esistono alcune donne che quando assistono alla violenza femminile commessa sugli uomini se ne rallegrano. Donne che magari, poi, vanno nelle manifestazioni di piazza a protestare contro la “violenza sulle donne”.
• Delle 163 persone che hanno assistito alla messa in scena degli attori di “Primetime”, solamente un gruppetto di donne ha deciso di fermarsi e fare qualcosa, perchè ritenevano che la violenza è sbagliata indipendentemente da chi è l’aggressore e chi la vittima.
I maschietti che hanno assistito alla scena e non hanno alzato un dito invece ?
Probabilmente erano in ritardo per vedere la partita di “football” o “baseball” in televisione.
Oppure, essendo affetti dalla “sindrome da Principe Azzurro”, i linciaggi pubblici li riservano solamente ai maschi, e per le occasioni speciali, ovvero quando c’è una Principessa da salvare.
“La reazione di un’altra donna, Lynda, è stata sbalorditiva. Mentre la nostra attrice continuava ad abusare violentemente del proprio finto-fidanzato, la donna passando vicino alla scena ha fatto un segno con i pugni come per mostrare una qualche solidarietà fra sorelle.” [2]
Note
[1] “You Go Girl !” è un’espressione molto usata negli USA che si può tradurre letteralmente in “Vai così ragazza!”. La traduzione non rende però giustizia al significato sociale che questa espressione ha assunto: viene infatti usata principalmente quando una bambina/ragazza/donna compie qualche azione in aperta opposizione, sfida, aggressione nei confronti di un maschio.
[2] “Il termine misandria (dal greco misein, odiare, e andros, uomo) indica un atteggiamento psicologico preconcettuale di avversione ed ostilità verso l’uomo ed il genere maschile.
L’atteggiamento ed i comportamenti misandrici sembrano indirizzati in misura prevalente verso l’uomo sessualmente maturo, essendo orientati solo in rari casi anche verso i maschi in età minore o verso categorie maschili non eterosessuali.
In ragione di questa specifica delimitazione della categoria umana oggetto di avversione si distingue dalla misantropia e costituisce il concetto speculare e contrapposto della misoginia.
Benché prioritariamente osservato nei comportamenti femminili, il pregiudizio misandrico appare occasionalmente anche in alcuni comportamenti maschili, tendenti all’autosvalutazione ed alla contestuale esaltazione delle qualità femminili, ritenute superiori alle proprie soprattutto sotto il profilo etico oltre che estetico.
Il termine misandria, compreso quasi esclusivamente nei testi specializzati (psicologia) sino al secolo scorso, è entrato a far parte dei dizionari dall’inizio del terzo millennio e si ritiene questo un possibile portato culturale del femminismo.” [ daWikipedia.it ]