Istat: raddoppiati divorziati e separati
Addio alla famiglia italiana tradizionale, padre-madre-figli (almeno due): i nuclei familiari si “restringono” sempre di più e ora la media nazionale è di 2,4 persone. Le famiglie formato “single” sono ormai il 31,2% contro un misero 5,7% di nuclei numerosi. La conferma di un’Italia familiare nuova e ormai ex-familista emerge dai dati definitivi dell’ultimo Censimento della popolazione – che fa riferimento al 2011 – resi noti oggi dall’Istat.Se nel 1071 il numero medio dei componenti di un nucleo era di 3,3 persone, nel 2011 è sceso a 2,4. Va un po’ meglio al Sud e nelle isole maggiori, dove si arriva a 2,7 componenti, ma al Nord e al Centro i valori sono al di sotto del dato medio. Le famiglie formate da una sola persona sono quasi una su tre e risultano in notevole aumento rispetto al censimento 2001, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e dei mutamenti demografici e sociali: sono passate da 5.427.621 (24,9% del totale) a 7.667.305 (31,2%). Il trend è opposto per le famiglie numerose (con 5 o più componenti), che passano da 1.635.232 (7,5%) nel 2001 a 1.408.944 nel 2011 (5,7%).
Per fortuna, resiste ancora l’abitudine a stare in famiglia e solo lo 0,5% della popolazione vive in strutture come istituti assistenziali, case di riposo e ospizi. Di pari passo, è quasi raddoppiato, in dieci anni, il numero di persone separate legalmente e divorziate: da 1.530.543 del 2001 si è passati a 2.658.943 del 2011. Un separato/divorziato su due ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni. Al 9 ottobre 2011 si contano 4.632.226 vedovi, in lieve aumento rispetto al precedente censimento. Sei vedovi su dieci sono over 75 e si tratta di donne nell’82,4% dei casi.
Lo squilibrio di genere è invece a favore degli uomini se si considerano i celibi/nubili: sono 12.939.651 uomini e 11.555.325 donne e tre su quattro non hanno ancora compiuto trentacinque anni. I cittadini stranieri sono una presenza sempre più numerosa in Italia e tra questi spicca per consistenza la comunità romena, che costituisce un quinto del totale della presenza straniera. Ma gli incrementi percentuali più consistenti, negli ultimi dieci anni, sono stati quelli di persone provenienti dalla Moldavia, che da poco più di 4 mila passano agli oltre 130 mila del 2011, e dall’Ucraina, che da 8.647 sono arrivati a quasi 180 mila.
I “nuovi” italiani ammontano a 671 mila e sono aumentati del 135% in dieci anni. I due terzi sono donne, il 42,4% ha un’età compresa tra 35 e 54 anni. Il 63,5% di queste persone ha ottenuto la cittadinanza italiana per motivi diversi dal matrimonio; le donne costituiscono la quasi totalità (90%) di coloro che sono diventati italiani per matrimonio. Rispetto al censimento 2001 si registra un incremento del 172,1% delle famiglie con almeno uno straniero, che sono 1.829.941 e rappresentano il 7,4% del totale delle famiglie. Le famiglie con tutti i componenti stranieri sono 1.357.341. Infine, ben il 72,1% delle famiglie possiede l’abitazione in cui vive, contro il 18% che abita in affitto.
Ma c’è anche – benché minima – una parte di cittadini che vive in baracche, roulotte o cantine, e questi sono più numerosi nelle regioni del Sud. In media ogni famiglia ha a disposizione un’abitazione di 40,7 metri quadri (dai 36,8 del 2001), con un massimo in Emilia Romagna di 45 metri quadri e un minimo in Campania di 33,8 metri quadri. Tra il 2001 e il 2011 le famiglie che vivono in abitazioni di proprietà sono aumentate del 13,8%; rimane invece stabile la percentuale di famiglie in affitto (+0,9%), con l’eccezione del Nord-est dove l’aumento è a due cifre (+12,2%).