In uno scenario così poco confortante, è facile immaginare chi ha il gioco in mano. Però occorre fare un passo in più, provare a guardare il gioco, il terrendo di gioco e le regole da entrambi i punti di vista. Entrambi.
Lo sguardo della squadra dei Genitori Separati
La squadra reclama diritti ed interpreta la legge sull’affido Condiviso (L.54/2006) come una legge chiara ed esaustiva, che posiziona i figli in mezzo alla coppia dei genitori; un bel 50 e 50 è l’auspicabile lettura di ogni genitore che riconosce indispensabile la sua presenza per i figli, è questa anche la visione italiana della Bigenitorialità. La Squadra A, crede che il percorso verso la Bigenitorialità riconosca ai figli entrambi i genitori, e ai genitori, equi diritti ed equa possibilità di star accanto ai propri figli, in un ambito il più possibile simmetrico, da più punti di vista, compreso quello del mantenimento, della cura dell’apporto affettivo etc..
La Squadra B, invece, da 8 anni dall’introduzione della 54/2006, ha costantemente interpretato la legge sull’affido condiviso sentenziando con una costante modalità ove di fatto la condivisione dei figli, ha più un carattere legale, formale che concreto. In sostanza i tempi di frequentazione, il mantenimento ed altri dettagli, vivono di regole non scritte (in realtà come nel caso del mantenimento, sarebbero scritte e pure bene, ma si osserva da anni, che l’arbitro può decidere la partita) e la vede in un ottica un po diversa dal concetto di equità, di equilibrio nell’ambito del diritto e dovere, prediligendo un format che è chiaro a tutti, assolutamente dissimile alla percezione del senso della giustizia dei giocatori/genitori della Squadra A.
Nella pausa fra il primo e il secondo tempo, Il Decreto Filiazione , la Squadra B lo infila all’interno di una legge di equiparazione dei diritti minorili grazie, introducendo così 6 punti davvero pesanti da mandare giù, perché rimarcano una netta contrapposizione o rigetto del concetto di Bigenitorialità secondo la 54/2006, l’operazione soffoca ogni obiezione, evitando di fatto di sottoporsi al giudizio del parlamento, diviene legge pressochè immediatamente. A tal riguardo le dissertazioni del mondo associativo colgono a ragion veduta, proprio questo aspetto, questi 6 punti, che ci riportano indietro nel tempo: http://www.colibri-italia.it/2014/01/comunicato-stampa.html
La cronaca dagli altri campi
Passando la linea ad altri terreni di gioco, europei e non solo, notiamo con disappunto che le cose vanno un pò meglio che da noi, e scopriamo che di affidi condivisi ne esistonoaddirittura due, molto diversi tra loro:
– l’affido MATERIALMENTE CONDIVISO, o FISICAMENTE CONDIVISO;
– l’affido LEGALMENTE CONDIVISO, quello applicato quotidianamente da noi.
Ma entra in campo il DDL 1163, da pochi giorni (finalmente) appare anche nel sito del Senato, e ci mostra come la JOINT PHYSICAL CUSTODY O SHARED PARENTING,ovvero l’affido Materialmente Condiviso, si contrapponga da anni a soluzioni similissime a quelle che ha adottato l’Italia con la 54/2006.
Quindi se non introduciamo in campo, il concetto di AFFIDO MATERIALMENTE CONDIVISO, e il DDL 1163 lo fa, agganciandosi per altro a concreti scenari europei (al contrario di altri disegni di legge che lo hanno preceduto), non ci rimarrà che recriminarela presunta mancata applicazione della L.54/2006 (Affido Condiviso dei Minori), una legge debole che non metteva paletti temporali o quantitativi, cosa che ha consentito ai giudici di approfittarne (alla fine, si sono anche legittimati attraverso il Decreto Filiazione).
Era entrata in campo al fischio finale, 8 anni fa, La Legge 54/2006 Affido Condiviso, e si è rivelata un fallimento dopo poco, disegno di legge frutto di successivi accomodamenti e potature funzionali a farla andare bene a più correnti politiche possibile, un vizio tutto italiano cercare di accontentare capra e cavoli, e di solito si scontenta tutti, una legge intenzionalmente buona ma poco descritta e lasciata nelle mani della magistratura in ultimo “disegno”, magistratura che già allora aveva tentato un viaggio all’indietro, piegandola verso la precedente versione dell’affido congiunto o pressochè esclusivo, stesso meccanismo osservato nel decreto filiazione, i giudici tirano indietro, non aiutano le sceltte civili, emancipanti, non ascoltano il significato profondo delle leggi promulgate dal parlamento, giocano di forza e viene lasciato loro uno spazio che si prendono TOTALMENTE.
Inutile girarci attorno, La leggesull’affido condiviso non ha funzionato mai nonostante il valore etico del testo in essa contenuto perchè NON non accolto dalla magistratura. Rifiutato poichè dava fastidio e rappresentava un passo, una scelta, a loro giudizio squassante per la società, eppoi, aggiungiamo noi, avrebbe calmato di molto le acque e le grandi contese fra genitori sarebbero finite e con loro sarebbe pure calato il lavoro ad una grande schiera di professionisti che con le separazioni, ci campano lautamente da anni.
Ha contribuito anche un pregiudizio: -l’arcaica visione angelica della madre col bambino-, uno stereotipo che , secondo loro, sarebbe andato ad infrangersi. Dunque un azione palesemente ostacolante ad un progetto civile, un azione volta a guidare il corso degli eventi, quella dei giudici e delle lobby di potere che gravitano attorno a questo ambito della famiglia.
Oggi, ci chiediamo, Ma…se in fase di scrittura e di progettualità, ci fosse stata una maggior inclinazione a studiare o verificare le realtà estere*** che prima di noi si erano affacciate a questo stadio evolutivo, e si fosse da subito inserito quei correttivi che in altre nazioni già si erano introdotti… avrebbe subito lo stesso svilimento applicativo? Potremmo avere oggi uno scenario diverso?
La grande novità dell’affidamento condiviso secondo l’accezione della 54/2006 (o secondo l’interpretazione che ne ha potuto dare la magistratura) oggi, altro non corrisponde se non a quella che da lustri nel mondo veniva comunemente definita joint legal custody (affido legalmente condiviso): in fondo un mero concetto giuridico dell’adulto privo di incisivi riflessi pratici sul benessere psicofisico dei minori e incapace di garantire ai medesimi un diritto concreto di relazionare con ambedue i genitori anche dopo la loro separazione, quindi…. è già detto tutto
*** Gli stessi problemi che oggi ci troviamo ad affrontare sono attualmente o sono stati in passato esperienza di molti Paesi nel mondo (fra i tantissimi ricordiamo Belgio, Francia, alcuni stati degli USA, ma in seguito anche Brasile, Repubblica Ceca, Romania ecc.), solo alcuni dei quali sono stati in grado di porre rimedio alla disapplicazione del senso della legge attraverso specifici correttivi in grado di indirizzare la joint legal custody verso quella che internazionalmente si definisce joint physical custody (affido materialmente condiviso) -o shared custody per i Paesi che giuridicamente non prevedono l’affido condiviso- (che, pragmaticamente, presuppone che almeno il 30% -Inghilterra- o il 35%-Australia, USA- del tempo totale sia trascorso dal minore col genitore “less involved”- ovvero meno coinvolto, meno presente; in Quebec si è ancora più pragmatici e, addirittura, si parla di affido esclusivo
se il minore passa più del 60% dell’anno –ovvero 219 giorni- con un genitore e di affido condiviso o alternato se il minore passa tra il 40 e il 60% del suo tempo con ciascuno dei due genitori).
Crediamo che ai genitori, piacerebbe assistere ad una partita di classe, di qualità, che lasciasse intravvedere un futuro migliore per i nostri figli, un futuro forgiato da persone e politici responsabili, moralmente ed eticamente, mentre invece annusiamo aria di ostracismo e di interessi che coi minori, diciamolo, hanno ben poco a che fare.
Il mondo associativo è un sensibile osservatore della società e rileva febbre alta. “FEBBRE”, il sintomo che presenta la società civile, dimenticata proprio da questa politica malaccorta, disattenta, incapace di leggere il presente ed immaginare il futuro, Politica vittima di se stessa, e dimentica dei suoi cittadini, delle sue famiglie, dei suoi minori, dei suoi adolescenti e dell’importanza di preservare la relazione affettiva della rete familiare.
Fonte: GenitoriSottratti.it