La bigenitorialità aumenta il grado di soddisfazione e il benessere dei figli
I bambini figli di separati che vivono con entrambi i genitori mostrano maggiori livelli di soddisfazione di vita rispetto a quelli che vivono un genitore single o con un genitore biologico ed uno acquisito.
E’ quanto hanno concluso i ricercatori delle Università di Bethesda, della Groenlandia, di Stoccolma, di Yvaskula (Finlandia), di Copenaghen, di Akureyri (Islanda), di Goteborg che hanno analizzato ben 184.496 bambini di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, di 36 paesi occidentali, inclusa l’Italia.
Il risultato pubblicato su Children & Society ha mostrato che i bambini che vivono con entrambi i genitori biologici riportano i più alti livelli di soddisfazione di vita rispetto a quelli che vivono con un genitore single o con un genitore biologico ed uno acquisito. Lo studio ha anche concluso che i bambini che vivono con entrambi i genitori e con una suddivisione paritaria dei tempi riportano comunque un più alto livello di soddisfazione di vita rispetto ad ogni altra sistemazione di famiglia separata, solo un quarto di rango (-0,26) più basso dei bambini nelle famiglie integre.
I risultati dello studio sono stati oggetto di dibattito nel corso di un recente convegno che si è tenuto in Senato nel quale sono stati resi noti i dati relativi all’affido dei figli in caso di separazione: anche in caso di affido condiviso, i bambini vivono nell’81,1% dei casi la loro quotidianità con un solo genitore, per la maggior parte dei casi la mamma, e solo nel 18,9% con entrambi i genitori.
Ciò dimostra che sebbene la legge che regola l’affido condiviso sia entrata in vigore ormai da sei anni, siamo ben lontani da una sua effettiva applicazione nella realtà.
I pediatri precisano che numerosi studi ormai confermano gli effetti benefici della bigenitorialità, anche se questo comporta la soluzione del doppio domicilio per i figli di coppie separate.
“Il coinvolgimento di entrambi i genitori nella crescita del figlio migliora lo sviluppo cognitivo, riduce i problemi di carattere psicologico, riduce l’insorgenza di problemi comportamentali nell’età adolescenziale”, dichiara Piercarlo Salari, Pediatra Consultorio Familiare Milano e ComponenteS IPPS, società italiana di pediatria preventiva e sociale.
Fonte: http://www.paginemamma.it/