L’opposizione al concetto di alienazione parentale e le femministe come utili idioti
I professionisti che si occupano di diritto di famiglia, siano essi avvocati o psicologi, da qualche anno usano sempre più spesso un termine tecnico preso in prestito dall’inglese: “alienazione parentale”.
Significa in parole povere che un figlio viene “alienato” (cioé allontanato emotivamente, reso estraneo) da uno dei suoi genitori a causa dal comportamento dell’altro genitore. Ovvero che uno dei genitori mette i figli contro l’altro facendo sì che questi si rifiutino persino di vederlo.
E’ un comportamento che è sempre stato conosciuto. Chi si occupa professionalmente di famiglie separate ha sempre saputo che in certi casi i figli vengono messi in mezzo nella lite tra i loro genitori. In Italia fino a qualche anno fa il termine tecnico era conosciuto solo da un ristretto numero di addetti ai lavori, soprattutto a livello accademico, mentre nelle aule di tribunale non lo si utilizzava (anche se si sapeva che questa cosa è un grave problema).
Ma improvvisamente, a partire dal 2010, sono cominciati a comparire su Internet vari documenti che con toni allarmistici denunciano un complotto internazionale contro le donne. Ci sarebbero uomini malvagi che con questo concetto di “sindrome da alienazione parentale” (acronimo inglese PAS) strappano i figli alle madri separate per affidarli a padri violenti o abusanti. Il pezzo forte di questa campagna è l’affermazione che l’alienazione parentale “non esiste” perché “non è una malattia inserita nel catalogo dei disturbi psichiatrici”. Cosa che viene corroborata con una seconda affermazione: i professionisti seri (medici, psichiatri, psicologi) sarebbero unanimi nel negare “scientificità” a questa cosa (l’alienazione parentale) che sarebbe l’invenzione di un ciarlatano americano sostenuta dalle associazioni dei padri separati.
Tralasciamo per il momento il merito della questione e procediamo invece ad una verifica di questa affermazione. Chi sono (se ci sono) tutti questi “scienziati”, unanimi nel negare l’esistenza dell’alienazione parentale? Con una faticosa ricerca su Google è stato possibile trovare un sito che riporta addirittura una fantomatica rete nazionale dei professionisti contro la PAS (cioé che ne negano l’esistenza).
Sono:
- due psichiatri;
- tre psicologi;
- un pediatra;
- tre avvocati;
- un assistente sociale.
Questa sarebbe la “comunità scientifica” che rifiuta l’alienazione parentale in Italia. Come si può vedere è composta da 10 persone in tutto.
Le fonti allarmistiche denunciano che i fautori della sindrome inesistente sarebbero invece i 64 firmatari di un “Documento sugli ostacoli al diritto alla Bigenitorialità e al loro superamento“, a cui si aggiungono i 25 firmatari di un altro “Documento psicoforense sull’alienazione genitoriale”. Sono docenti universitari e professionisti che operano come consulenti per contro dei tribunali, in poche parole sono tutti i maggiori esperti della materia nel nostro paese.
Ricapitolando: dieci emeriti sconosciuti sostengono di parlare a nome della “scienza” contro la totalità degli specialisti italiani sulla materia. Non c’è dubbio che si tratta di una posizione che richiede unabella faccia tosta per essere sostenuta. Una faccia tosta che ha una ragione molto semplice. Poiché le controversie sull’affidamento dei figli finiscono in tribunale alcuni professionisti (avvocati, psicologi, psichiatri) hanno pensato bene di accreditarsi come strenui oppositori dell’alienazione parentale peraccapparrarsi tutti i potenziali clienti interessati ad avere una difesa ad ogni costo.
E vale la pena di aggiungere che è assai incoraggiante scoprire che il numero dei professionisti che si sono arruolati come mercenari nella battaglia per negare l’alienazione parentale è così esiguo (dieci nomi in tutta Italia).
E le femministe? Alcuni siti Internet di matrice femminista-radicale hanno preso la palla al balzo e si sono accodati alla denuncia allarmistica. In pratica hanno fatto pubblicità gratis ai mercenari pronti a negare l’alienazione parentale per denaro. A parere di chi scrive è un comportamento da “utile idiota” perché i genitori che perdono i figli a causa della manipolazione operata dall’ex non sono solo uomini. Infatti ci sono moltissime madri. Un caso è stato denunciato pubblicamente persino da un centro antiviolenza.
Ma ci sono anche femministe che non gradiscono la parte dell’utile idiota. Così proprio uno dei siti sostenitori di questa campagna pubblicitaria gratuita ben presto pare se ne sia reso conto. A partire da una certa data ha cambiato registro, forse perché si è accorto con un certo ritardo dell’evidente malafede di chi ha scatenato la campagna su Internet.
Nota1: sulla inconsistenza delle critiche alla PAS si veda anche questa pagina. Il termine PAS viene riportato in Google Scholar ben 2.280 volte e, in “EBSCO Host e PsychInfo” (BIDS) sono presenti 185 articoli dal 2000 al 2013, di cui solo 11 di questi si esprimono criticamente.
Nota2: per seguire la complicata vicenda del cambio di rotta di un sito femminista che ha capito di essere stato usato come utile idiota si consiglia di partire da questo post.
Nota3: sul gran numero di casi di madri vittime dell’alienazione operata dal padre si rimanda a questo blog.
Nota3: un sito che perfino con il suo layout grafico dimostra la faccia tosta del piccolo gruppo che attacca in modo sgangherato la quasi totalità dei professionisti italiani si trova a questo indirizzo.
Nota4: un altro sito allarmistico della cui scarsa attendibilità si rende conto anche la persona comune è questo.
Fonte: http://it.avoiceformen.com/