L’AMORE PATERNO È FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO DI UNA PERSONA.
Chi svolge il ruolo di base sicura per il proprio figlio, la madre o il padre? Da sempre si assume possa essere la madre a svolgere un ruolo chiave, ma una ricerca recente ne attesta il contrario. La teoria dell’attaccamento, avviata in modo originale da John Bowlby che ha introdotto per primo il termine “attaccamento” per identificare i comportamenti dei bambini nei confronti delle figure di accudimento, riconosce la presenza di una predisposizione innata nell’essere umano atta a ricercare e mantenere una condizione di accessibilità fisica e psicologica con la figura elettiva di riferimento.
Il comportamento di attaccamento, evocato da eventi allarmanti, si esplicita attraverso la ricerca attiva del caregiver e/o richiamando l’attenzione attraverso il pianto o l’appello verbale. L’allarme cessa quando hanno luogo la vicinanza o il ricongiungimento fisico e ciò consente al bambino di passare da emozioni di paura, ansia o tristezza a sentimenti di tranquillità e di felicità.L’attaccamento si compie attraverso alcune tappe e può essere di diverse tipologie infatti, grazie al contributo di Mary Ainsworth, possiamo identificare quattro diversi stili: Sicuro, Insicuro Evitante, Insicuro Ambivalente e Disorganizzato.
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Da sempre il famigerato attaccamento è oggetto di contenzioso e critiche, perché in base allo stile mostrato è possibile sviluppare diversi tratti personologici che potrebbero portare a sviluppare diversi disagi psicologici. Questi ultimi hanno origine durante l’infanzia in relazione a momenti in cui il bambino se sente abbandonato dalla propria figura di attaccamento.
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Una ricerca su vasta scala, riguardante il potere del rifiuto e dell’accettazione dei genitori nel formare la personalità nei bambini, ha permesso di comprendere che l’amore del padre, al pari di quello della madre, contribuisce molto allo sviluppo di un bambino.
Ronald Rohner, professore presso l’Università del Connecticut, dopo aver analizzato le ricerche realizzate a livello internazionale nell’ultimo mezzo secolo, ritiene si possa affermare che l’esperienza del rifiuto, soprattutto da parte dei genitori, durante l’età pediatrica ha un effetto molto forte sullo sviluppo della personalità. Inoltre, i bambini e gli adulti, indipendentemente dalle differenze di cultura e genere, tendono a rispondere esattamente allo stesso modo quando hanno percepito loro stessi come respinti dai loro caregiver e dalle altre figure di attaccamento.
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Ronald Rohner e Abdul Khaleque, analizzando 36 studi in cui sono stati coinvolti più di 10.000 soggetti provenienti da tutto il mondo, hanno scoperto che i bambini, in risposta al rifiuto da parte dei genitori, non solo tendono a sentirsi più ansiosi e insicuri, ma risultano anche più ostili e aggressivi nei confronti degli altri. Il dolore del rifiuto tende a ripresentarsi in età adulta, rendendo più difficile instaurare relazioni sicure e fiduciose con i loro partner.
Messaggio pubblicitarioI risultati di ricerche svolte nell’ultimo decennio in psicologia e in neuroscienze rivelano che le parti del cervello che vengono attivate quando le persone si sentono respinte sono le stesse che si attivano durante l’esperienza del dolore fisico. Rohner afferma: “A differenza del dolore fisico, le persone possono psicologicamente rivivere il dolore emotivo del rifiuto più e più volte per anni”.
Quando si tratta l’argomento dell’impatto dell’amore di un padre rispetto a quello di una madre, i risultati provenienti da più di 500 studi suggeriscono che i bambini sperimentano l’influenza del rifiuto da parte del padre come superiore rispetto a quello della madre.
Un team di psicologi, provenienti da 13 nazioni che lavorano all’International Father Acceptance Rejection Project, ha sviluppato una spiegazione di questa differenza: i bambini e i giovani adulti tendono a fare maggiore attenzione a qualsiasi genitore che percepiscono avere una maggiore potenza interpersonale o di prestigio. Solitamente questo ruolo è relegato alla figura paterna, che da sempre svolge un ruolo fondamentale all’interno della famiglia. Non a caso tra i latini veniva annoverato col termine di Pater familias, inteso come il capo indiscusso di tutto il clan (parentado), a lui erano sottomessi la moglie, i figli, gli schiavi, le nuore. Su tutti aveva la patria potestas, potere che conservava vita naturale durante e che comportava amplissime facoltà insieme ad un potere punitivo che si estendeva fino al diritto di vita o di morte. Quindi, se un bambino percepisce suo padre come colui che ha maggior prestigio allora sarà proprio lui ad avere maggiore influenza nella vita del bambino, più di quanto potrebbe averne la madre.
Il messaggio di questa ricerca è che l’amore paterno è fondamentale per lo sviluppo di una persona. L’importanza dell’amore di un padre dovrebbe contribuire a motivare molti uomini ad essere più coinvolti nella promozione della cura del bambino. Inoltre, il riconoscimento dell’influenza dei padri sullo sviluppo della personalità dei propri figli dovrebbe favorire la riduzione dell’incidenza della atavica “colpa della madre” da sempre riconosciuta come totale fautrice dei un cattivo sviluppo psicologico della prole. La grande enfasi sulle madri e sulle cure materne in America hanno portato a una tendenza inappropriata a incolpare le madri per i problemi di comportamento e di disadattamento dei bambini quando, in realtà, i padri spesso sono implicati maggiormente rispetto alle madri nello sviluppo di problemi come questi.
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BIBLIOGRAFIA:
- Ainsworth, M.D.S. (1995). L’attacamento nel ciclo di vita. Roma, Il Pensiero Scientifico.
- Bowlby, J. (1976). Attaccamento e perdita, Vol. 1: L’attaccamento alla madre. Boringhieri, Torino.
- Bowlby, J. (1978). Attaccamento e perdita, Vol. 2: La separazione dalla madre.Boringhieri, Torino.
- Bowlby, J. (1982). Costruzione e rottura dei legami affettivi, Raffaello Cortina Editore, Milano (2007).
- Bowlby, J. (1983). Attaccamento e perdita, Vol. 3: La perdita della madre, Boringhieri, Torino.
- Bowlby, J. (1989). Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento,Raffaello
- Cortina Editore, Milano.
- Lorenzini, R., Sassaroli S. (1995). Attaccamento, conoscenza e disturbi di personalità, Raffaello Cortina Editore, Milano.
- Khaleque, A. & Rohner, R.P (2012). Transnational Relations Between Perceived Parental Acceptance and Personality Dispositions of Children and Adults: A Meta-Analytic Review Personality and Social Psychology Review 16(2) 103– 115