La PAS, la Hunziker e la Bettirossa (Luisa Betti): che autogol ! Parlando con franchezza…
di FABIO NESTOLA – Riecco la Bettirossa (quella de “Prima donne e bambine”), stavolta si aggrega alla protesta per le dichiarazioni della Hunziker in tv. Anzi, l’attacco alla showgirl svizzera sembra essere solo il pretesto: l’indignazione di Bettirossa & C. si allarga alla proposta di legge dell’avvocato Giulia Bongiorno, che ha osato ipotizzare un deterrente nei confronti di chi ostacola le relazioni genitore-figli. In molti per anni hanno intasato la rete urlando che la PAS non è una sindrome, poi viene riconosciuto che pur non essendo una sindrome gli effetti dell’alienazione sono un maltrattamento dei minori. Quindi hanno cambiato strategia: ora non dovrebbe esistere nemmeno il termine alienazione.
È curioso che al grido di “la PAS non esiste” le indignate tentino di screditare una proposta di legge che non parla affatto ne’ di PAS, ne’ di Alienazione scollegata dalla sindrome.
In concreto, ecco la proposta:
È punito con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque, nell’ambito delle relazioni familiari o di affido, compiendo sul minore infraquattordicenne ripetute attività denigratorie ai danni del genitore ovvero limitandone con altri artifizi i regolari contatti con il medesimo minore, intenzionalmente impedisce l’esercizio della potestà genitoriale. Se il fatto è commesso con violenza o minaccia reiterata, si applica la pena della reclusione da uno a quattro anni. Se dal fatto deriva una rilevante modificazione dell’equilibrio psichico del minore, le pene sono aumentate
La Bettirossa si lancia su un terreno a lei caro, ricordando come la Parental Alienation Syndrome venga ritenuta una bufala dalla stessa Cassazione che non ha dato valore alla diagnosi di PAS su Lorenzo, il bambino di Cittadella (ricordate il filmato a Chi l’ha Visto?) allontanato dalla madre che rifiutava di rispettare i provvedimenti del giudice.
Citare Cittadella è un autogol clamoroso per la Bettirossa e tutta la schiera di demonizzatori della proposta Bongiorno.
Infatti proprio il caso di Cittadella ha fatto scuola, sbriciolando tutti i più accaniti allarmismi antiAlienazione.
È vero che la Cassazione nel 2012 ha annullato il provvedimento e rinviato a nuova sezione di Corte d’Appello perché la motivazione dell’allontanamento di Lorenzo era, nero su bianco, la PAS. Quindi a sentenza cassata il bambino è dovuto tornare dalla madre che, riportavano i giornali, ha cantato vittoria.
Poi però la corte d’Appello di Brescia ha semplicemente eliminato la dicitura “PAS” confermando tutto il resto: ha confermato la decadenza della potestà genitoriale materna in vigore già da cinque anni; ha confermato i danni subiti da Lorenzo a causa della manipolazione subita nell’ambiente materno, nonni compresi; ha confermato la necessità di proteggere il minore da ulteriori maltrattamenti allontanandolo dal contesto familiare dimostratori pregiudizievole.
Tutto come prima: Lorenzo per essere protetto doveva essere allontanato dalla madre che gli ha causato e continuava a causargli dei danni.
Quindi la Cassazione aveva riconosciuto un vizio di forma, non di sostanza.
Infatti anche per la seconda Corte d’Appello le dinamiche ostative messe in atto dalla madre andavano sanzionate e la misura di protezione per il minore non poteva che essere l’allontanamento dalla famiglia manipolante, essendo dette dinamiche l’unico motivo del rifiuto di Lorenzo ad incontrare l’altro genitore.
Risultato?
Lorenzo oggi vive tranquillamente col padre, quello che secondo la sollevazione anti Bongiorno dovrebbe essere un pericoloso pedofilo, nonchè un uomo violento nei confronti del figlio e, ovviamente, della moglie.
Il rifiuto di Lorenzo nei confronti del genitore “violento”, “abusante”, “maltrattante” era quindi genuino, o indotto attraverso un accanito condizionamento?
Per quale motivo – visto che la PAS non sarebbe altro che uno strumento in mano ai padri pedofili – Lorenzo non rifiuta più di incontrare il suo aguzzino appena viene liberato dalle pressioni ostili al padre?
Curioso come, quando la spontaneità del figlio non viene più inquinata, sfumino in un attimo tutti i motivi pretestuosi dell’ostilità antipaterna.
Ma quel disgraziato di Gardner non aveva concepito uno strumento perverso da consegnare in mano ai pedofili, o come minimo violenti?
L’ideologia allarmistica crolla come un castello di carte: nessuna condanna a carico del padre per pedofilia, e/o percosse, e/o maltrattamenti, e/o lesioni, e/o minacce, e/o atti persecutori, o altro ancora.
Il padre – capovolgendo l’orientamento prevalente da 50 anni – nel caso di specie è stato riconosciuto l’unico genitore in grado di difendere il figlio dal coinvolgimento strumentale nella lite giudiziaria, dinamica invece messa in atto dalla madre ininterrottamente per oltre 8 anni.
Di contro il genitore dannoso per Lorenzo – piaccia o meno ai crociati anti Bongiorno – è la madre, evidenza accertata dai giudici di due diverse Corti d’Appello, nonché da quattro diversi consulenti tecnici succedutisi negli anni.
Ma la Bettirossa continua a citare Cittadella.