La cappottata
Manca un mese scarso alle prossime elezioni. E’ stato fatto tutto con una fretta quantomeno curiosa. I politici si fa per dire sono tutti agitati, hanno paura di perdere la poltrona. Qualcuna di loro piagnucola. Molti sono aggressivi. Tra un po’ ci sarà il tutti contro tutti tra loro, perché la paura dell’abbandono è forte. Sono anni che aspettavo questo momento. Perché non se ne può più. La vera democrazia in Italia non c’è mai stata, lo dimostra come è stata liquidata la situazione di Ida Dalser, la cui vita è stata distrutta insieme a quella di suo figlio, da Benito Mussolini.I suoi carnefici vivi non sono mai stati puniti. Ida Dalser ha dato un figlio al dittatore, che non ha mai voluto riconoscere né mantenere. Ida Dalser aveva precedentemente donato tutti i suoi averi, che erano molti, al dittatore, e non aveva più niente, dopo la loro separazione. Non aveva di che nutrire loro figlio. Non era una donna che voleva farsi mantenere, era una donna ricca che aveva donato tutto a un uomo che amava e, quando lui l’ha lasciata, ha chiesto aiuto per il figlio e giustizia. Sono stati massacrati entrambi per questo, con speciali torture fisiche e psicologiche. Ida Dalser era una donna coraggiosissima e fuori del comune: mentre il duce arringava la folla con discorsi sulla famiglia e l’importanza dei figli, lei urlava al mondo cosa Benito Mussolini stava facendo di nascosto al suo primo nato ( fisicamente uguale) rifiutato, maltrattato, diviso dalla madre, torturato fisicamente in vari modi e ucciso in solitudine. Lo urlava fuori anche dalla finestra del carcere criminale della Giudecca a Venezia dove era stata carcerata a causa delle sue parole. Non so se è chiara la forza di questo gesto. Dopo la morte del dittatore, i parenti di Ida e Albino chiedono il processo per i carnefici vivi. Avevano le prove. Il Parlamento, dunque il potere legislativo, esecutivo e giudiziario, decide che non si procede. Ho detto tutto. Noi siamo ancora lì. Ma ancora per poco. Il pensiero italiano durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra rispetto alle donne è arcaico. Il maschio superiore. Durante la guerra c’erano le donne partigiane che combattevano con gli uomini. Sparavano. Lo scrivo perché qualcuno pensa che le donne durante la guerra facevano le staffette e basta. Ruolo per altro pericolosissimo a pensarci bene. Finita la guerra le donne si sono sentite dire dai loro compagni di lotta: grazie, adesso andate a casa, la famiglia prima di tutto. Una visione della famiglia per la donna, come luogo di schiavitù moderna, per l’epoca. Il pensiero dei Carbonari del 1800, che lottavano per la libertà e la giustizia, e che volevano un’Italia in cui le donne votavano e avevano veramente parità di diritti, soffocato piano piano. Ma non del tutto. Non ci sono riusciti. Una come Ida Dalser doveva essere fermata. Perché era una donna attiva e intelligente e lottava perché voleva che il figlio avesse un padre, pur essendo i genitori separati. Chiedeva il riconoscimento legale e aiuto. E’ stata la prima donna a parlare di affidamento condiviso. Lei soffriva quando è entrata in scena Rachele, che è diventata la moglie del duce, ma non agiva contro lei e la sua famiglia, lei combatteva per il figlio. Voleva parità di diritti. Ecco perché è stata la prima a parlare della necessità del condiviso. Lei rappresenta tutte quelle donne che sono lasciate sole dai padri dei loro figli, ostacolate e non aiutate. Sono tutte quelle donne, come quelle per esempio raccolte nella Federcasalinghe, che lottano per il condiviso perché sanno che se applicato saranno aiutate. Ida rappresenta anche quelle donne che hanno sposato, o incontrato, maschi di potere che hanno portato via i loro figli. L’antica tortura subita da Ida e Albino, è fatta di botte da parte dei carcerieri, aggressioni fisiche e psichiche, torture e carcere, isolamento, torture a base medica. E bugie. Oggi la nuova tortura, similmente a quella subita da Ida, Albino e tutta la loro famiglia di origine, non ha abbandonato la bugia che è la base della tortura, e vi ha affiancato una serie di azioni che portano effetti che traduciamo con la parola alienazione familiare. Come dire : se applichiamo il condiviso, abbattiamo l’alienazione familiare. Ida Dalser è stata una pioniera del condiviso. A lei dicevano che il figlio lontano non la voleva più. A Albino dicevano che la madre non si interessava a lui, e a un certo punto gli hanno anche detto che era morta, quando non lo era. Pensate che cattiveria di pensiero. Il primo caso evidente di alienazione familiare compiuto da un maschio di potere a danno della sua ex compagna e del suo primo figlio. Ci sono tutte le prove della storia di cui stiamo parlando che riguardano anche la famiglia di origine di Ida. E per come si è conclusa la storia di Ida e Albino, Ida rappresenta anche quelle donne a cui le istituzioni hanno strappato via i bambini, che sono stati incarcerati nelle case famiglia di sistema dagli esecutori incaricati. Come una volta nel passato, anche se sotto forma diversa. Oggi siamo lì ma con oltre sessanta anni di esperienza e studi. La visione imposta della donna dal dopoguerra a oggi è quella di madre e donna di casa. Questo è quello che avviene dentro i tribunali oggi, questo è quello che avviene a livello politico. Il condiviso chiede parità di doveri e diritti tra madre e padre, dall’altra parte rispondono picche. Usano tutti i mezzi a partire dall’ideologia per finire nella bugia e nella menzogna. Occuparsi dei figli è un dovere. Questo dice il condiviso in sintesi. E la madre e il padre hanno lo stesso dovere. E questo pensiero presuppone per forza di cose una reale parità di relazione e di diritti per le donne. Come volevano i Carbonari. Siccome parità va di pari passo con la parola condivisione, è chiaro che il condiviso il sistema non lo vuole, perché rifiuta la condivisione e corteggia la sopraffazione e la prepotenza. L’Io sono. Il narcisismo portato all’ennesima potenza. Mussolini era un uomo che alla luce del sole faceva proclami e nell’ombra aggrediva violentemente una donna e loro figlio. L’ombra rivela la natura nascosta di queste persone se colpite dalla luce. Come ha fatto Ida Dalser. Dopo quasi quaranta anni da Ida, il prof. Marino Maglietta porta alla luce la base del suo progetto per il condiviso e comincia prima la corsa a ostacoli e poi negli anni la guerra. In questi quaranta anni si sono succeduti molti governi diversi tra loro ma tutti uguali. Gli ultimi venti anni non hanno portato niente, perché lo hanno speso per mangiare a nostre spese. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ci vogliono anni di preparazione per i disastri, vale per tutti. In compenso la società civile, figlia del popolo che si è ribellato alla dominazione straniera durante il Risorgimento, si è evoluta nel tempo. E anche la scienza, quella vera, quella che non compare facilmente nei soliti circuiti informativi del sistema. Anche il sistema si è organizzato: a partire dal dopoguerra i successori del duce, che ha inventato il fascismo, si sono infilati sotto altre spoglie e così per molti personaggi noti per delle cose, meno noti per quelle fatte di nascosto. E sono arrivati tramite i loro eredi di pensiero fino a oggi. Daniele Luttazzi ha provato a descriverli ed è stato fermato. Non del tutto però. Per fortuna nella storia ci sono stati padri molto diversi da Mussolini. Per esempio Ippazia di Alessandria, grandissima scienziata della storia, che trovava collegamenti tra la scienza astronomica e la filosofia, era stata protetta e incoraggiata da suo padre nelle sue ricerche. E anche nel tenere lezioni per allievi tutti maschi. Per l’epoca un pensiero rivoluzionario, e infatti Ippazia è stata massacrata dalla chiesa tramite i suoi esecutori, che l’hanno ammazzata in un tempio. Non so se mi spiego. Ho pensato negli ultimi anni che il problema per il condiviso fossero gli uomini. Ho lavorato e studiato molto per venirne a capo. In Italia sono aumentati di numero negli anni, i padri che vogliono esserlo fino in fondo. Come il padre di Ippazia. Questo è il problema per il Sistema. Si sono evolute le donne grazie ai movimenti femminili e hanno ottenuto diritti (anche se ancora non ci siamo), si sono evoluti gli uomini che hanno cominciato a occuparsi della famiglia sia sul piano affettivo che educativo. Le donne nella storia hanno sempre combattuto per farsi ascoltare e a volte sono state aiutate da uomini. Ma erano pochi. Oggi sono tanti e lottano con le donne della società civile che vogliono equilibrio. Come negli anni settanta, anche se in forma diversa. Invece il sistema si nutre di maschi. Qualsiasi sistema. E non vuole la relazione, né la famiglia. Perché la famiglia può abbattere qualsiasi sistema se preparata a farlo. Un po’ come il leone evita l’elefante, perché sa che può essere messo al tappeto definitivamente. Oggi molti padri soffrono una o tutte le situazioni della storia di Ida Dalser. Perciò Ida rappresenta anche tutti quei padri che sono ostacolati nei rapporti con i figli, che non vedono, o sono alienati o carcerati in casa famiglia. E come Ida tanti padri per aver dato tutto quello che avevano, non hanno più niente. E come Ida questi padri hanno cominciato ad alzare la voce. La voce è diventata più forte. Questo è stato il problema iniziale e di fondo. Poi c’è stata la voce diventata sempre più forte delle donne che avevano relazioni con padri separati. Grazie a loro molti padri hanno trovato un luogo dove vivere (lo dico senza piaggeria o retorica, che non sopporto, ma per quella che è la cruda realtà) aiutati da tutti i punti di vista nel loro ruolo di padre. Perché per essere un buon padre devi essere il più possibile sereno, appagato emotivamente e con limitati problemi economici, oggi. Senza le donne, molti padri non ce la farebbero, e i primi a risentirne sarebbero i figli. Questo è chiaro a tutti. Invece di essere sostenute vengono prese a calci in faccia dal sistema e esecutori. Non sto parlando di quelle femmine che stanno con papà separati e rendono la vita un inferno a tutti. Parlo di donne che aiutano a migliorare e sostenere la famiglia, con altri ruoli. Vengono aggredite costantemente. La loro voce a favore del condiviso stordisce le orecchie grossolane del sistema. E questo è stato il secondo problema. Le eredi di Ida Dalser preoccupano più di qualcuno. Perciò le insultano sulla rete: quando non hai argomenti passi all’insulto, che è una banale proiezione personale di un soggetto inconsapevole. E per me terreno di studio formidabile per spiegare con esempi concreti. Gli uomini che creano il problema al sistema sono persone che dicono: essere padre non significa agire come ha fatto Mussolini con Ida Dalser e suo figlio Albino Benito Mussolini. Significa pensarla come Ida. Significa che entrambi i genitori sono importanti e devono proteggere e educatore i figli, anche se separati. Perché è di questo che hanno bisogno i figli. Per questo è un dovere. Cominciamo a parlare anche di questo. Per i bambini e ragazzi è un diritto, per i genitori è un dovere. Se Ida Dalser avesse incontrato un uomo nella sua vita e non un dittatore, la sua vita sarebbe stata diversa. Ma c’è sempre bisogno di un simbolo e di un punto di riferimento per le lotte e lei soddisfa entrambi, perché nel simbolo c’ è il tutto e dunque la potenzialità femminile e maschile, e la lotta per il figlio é un punto di riferimento per chi lotta per il condiviso. Che oggi ha nel nostro Erudito, Marino Maglietta, il principale punto di riferimento perché ha dato la parola “affido condiviso” alla lotta di Ida Dalser. Allora da una parte abbiamo chi si nasconde, come il dittatore, dall’altra abbiamo l’Erudito insieme a uomini e donne che ci mettono la faccia e che sono come Ida vittime e lottatori allo stesso tempo. Uomini come Roberto Castelli, Fabio Nestola, Sean Nevola o Massimo Rosini, per citarne alcuni ( ma sono molti di più) che lottano per gli stessi principi e prendono costantemente botte in faccia sul web, salvo poi restituirle con gli interessi. E tutti insieme con le donne del movimento come Adriana Tisselli, Laura Besana o Arianna Brambilla per citarne alcune, che subiscono lo stesso trattamento per le loro battaglie per il condiviso. Contro, gente che aggredisce un po’ alla luce del sole, e molto nell’ombra. L’ombra ha sfumature diverse, c’è quella profonda e quella più leggera o cruda. Un esempio di ombra ai primi stadi ce la dà la pagina facebook “Madri separate con mariti distratti” che banna molti di noi e poi ci insulta al suo interno. L’insultato non può vedere e come lui molti dei suoi alleati, ma altri si, e possono sbizzarirsi nell’insulto libero, chiamato simpaticamente in rete da qualcuno “L’angolo della stronzaggine”. A pensarci è perfetto. Se ragioniamo sulle parole vediamo che se da una parte c’è una madre separata dall’altra c’è un ex marito, non un ex padre. E l’ex è distratto. Distratto da chi? Un ‘altra donna? E’ questo il problema e la grande paura? Il ruolo di padre non viene riconosciuto. Non c’è nel nome della pagina. Non c’è a prescindere. Il messaggio di fondo dunque è un modello monogenitoriale. Non so di quanto siano consapevoli. E ci danno la possibilità di verificare concretamente cosa significa la parola vigliaccheria. In teoria se mi colpisci di nascosto non posso difendermi. Questo è il principio di fondo. Mentre quello che ne esce da questa pagina è ti colpisco di nascosto. Notevole insegnamento per bambini in crescita. Se poi pensiamo che a qualcuna delle persone, che si nascondono su quella pagina, si collegano lobby più o meno nascoste, pseudopolitici, istituzioni e reti informative del Sistema e dei suoi collegamenti, abbiamo circunnavigato il perimetro. Si sente nell’aria il profumo della vittoria.