2011-La PM Carmen Pugliese: le accuse strumentali sono violenza sui bambini
“Bisogna dare atto che in un contesto di denuncia di maltrattamento la donna utilizza la querela come esclusivo grimaldello ed investimento ai fini della separazione. Il problema grosso è che le vittime effettive sono poi proprio i minori. […] Si sta sempre più verificando questa forma di stalking post separazione: molte denunce pervengono a noi per pedinamenti, molestie telefoniche: altro non sono che il tentativo, magari maldestro, del povero padre di vedere il figlio davanti alla scuola, perché gli si è negata la possibilità di esercitare il corretto diritto di visita. […] Lo spaccato che vedo attraverso i processi per maltrattamenti e falsi abusi sessuali è veramente una situazione allarmante.” Racconta di una “nonna” che aveva messo un nipote davanti alla telecamera per denunciare di abusi il padre separato.
Carmen Pugliese è Procuratore Aggiunto della sez. reati familiari Trib. di Bergamo.
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Nel denunciare un generale aumento dei maltrattamenti in famiglia il Pubblico Ministero Carmen Pugliese squarcia il velo dell’ipocrisia da parte delle istituzioni riguardo alla diffusione delle accuse strumentali nelle separazioni. In un’intervista pubblicata su L’eco di Bergamo del 31 gennaio il PM Pugliese taglia corto e va diretta al punto:
“I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un’arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni” e ancora ” solo in due casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri”. Il resto (l’80%. NdR) sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione, come precisa il giornalista Stefano Serpellini nell’articolo.
Un’altra feroce critica viene mossa dal PM alle associazioni e centri protetti che operano a difesa delle donne: “Non fanno l’operazione di filtro che dovrebbero fare: incitano le assistite a denunciare, ma poi si disinteressano del percorso giudiziario”.
Se è vero che una discreta parte delle denuncie si dimostra ancora purtroppo vera, è vero anche che un sistema che si lascia tenere in scacco da accuse “montate ad arte” e strumentali non può fare il bene dei nostri figli. Affrontare questa scomoda realtà deve essere una delle priorità del sistema giustizia e del nostro Parlamento.