Crisi, padre perde lavoro e non paga gli alimenti: assolto dal tribunale
Un padre è stato assolto dal tribunale di Firenze dopo non essere riuscito a pagare il mantenimento ai figli a causa della perdita di lavoro. “Sono anni che combatto a testa alta con l’amore per i miei bambini”Un padre 36enne è stato assolto dal tribunale di Firenze perché la crisi ha inciso troppo sul suo percorso di vita. Il suo calvario parte nel 2005 quando si separa dalla compagna. Settecento euro di assegno di mantenimentooltre al contributo per le spese straodinarie. Questo quanto stabilito dal giudice per il mantenimento dei suoi due figli di nove e dieci anni.
A. non si spaventa, gli affari girano. E’ un imprenditore, lavora, riscuote e tiene ai suoi bimbi. Ma nel 2009 lo tsunami del settore e la crisi economica lo prendono in pieno. Anzi lo travolgono. E’ con l’acqua alla gola, tanto da essere costretto a chiudere la sua società.
Le prova tutte. Dipendente di una casa editrice, postino, portiere d’albergo e così via, tutto per sbarcare il lunario. Ma i soldi che entrano sono pochi, circa settecento euro, a cui si aggiungono le poche prospettive date dai contratti a tempo determinato. E con il cataclisma economico in cui è impantanato comincia a non pagare più gli alimenti visto che il suo reddito è collassato. Fino a che nel 2009 l’ex compagna lo trascina in tribunale per non aver versato il contributo di mantenimento. Si finisce nel penale. L’articolo 570 comma 2 recita: “Chiunque, abbandonando il domicilio domestico, o comunque serbando una condotta contraria all’ordine o alla morale delle famiglie, si sottrae agli obblighi di assistenza inerenti alla potestà dei genitori, o alla qualità di coniuge, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa”.
Il danno e la beffa verrebbe da dire. A. non può neanche chiedere un aiuto ai genitori. La madre è una maestra elementare e il padre invalido al 70 percento. In pratica non c’è spazio per alleviare il fardello economico del figlio.
“Nella sorpresa e nell’emozione – spiega A. prima di andare a ritirare le pagelle dei figli – un piccolo successo di una battaglia. Sono anni che combatto a testa alta con l’amore per i miei bambini. Ottimo il lavoro svolto dal mio legale, l’Avv. Barbara Soldi, tanto che abbiamo vinto ma forse su queste dinamiche ci sarebbe bisogno di una virata netta. Ho sempre fatto di più di quello che era nelle mie possibilità”. Su A. non penderà alcuna ‘aggravante’. Il destino l’ha già castigato abbastanza. Intanto si aspettano le motivazioni della sentenza.