Olanda, bimbo italiano sottratto dai servizi sociali. Violati i trattati internazionali
La vicenda è ancora in corso, e proprio in queste ore – da qui a lunedì, giorno dell’udienza – potrebbe arrivare una svolta.·G.P.·è italiano, e vive da venti anni nei Paesi Bassi. Ha un’alta qualifica professionale, di livello internazionale, arricchita da·credenziali personali e professionali·di grande prestigio.GP ha lavorato per progetti di cooperazione internazionale in diversi paesi dell’estremo oriente, ed è tuttora attivo nel sostenere la comunità italiana in Olanda, anche prestando la sua opera in diverse associazioni di volontariato. Ha un figlio naturale di 4 anni, nato nei Paesi Bassi, che è italiano da parte di padre e svedese da parte di madre. Il bimbo·parla e capisce quattro lingue: italiano, svedese, inglese e olandese, ed è·un bambino sano, allegro, e molto intelligente.
Ma nel pomeriggio di venerdi’ 29 Ottobre, a L’Aja, il·figlio di GP e’ stato prelevato dalla madre per ordine di un giudice·e portato in una casa affido in localita’ ignota. Tale sottrazione e’ avvenuta senza alcun preavviso e, sopratutto,·per raccomandazione di un assistente sociale.·Del caso si sta occupando l’avvocato de Wit – Facchetti di Rotterdam, legale di grande esperienza e primaria reputazione nella comunità italiana nei Paesi Bassi,·insieme al Consolato Generale d’Italia ad Amsterdam.
La vicenda colpisce perchè non si ha alcuna notizia sulle ragioni che hanno portato alla sottrazione del figlio. Da quando è sparito, a GP è stato detto di attendere ulteriori comunicazioni. E basta. Non·gli è stato detto cosa ha innescato la grave misura adottata, non sa dove sia e come stia suo figlio, non sa con quali modalità è stato sottratto, se con la forza della polizia, se in uniforme o in borghese. Non sa se è stata data al bambino l’opportunità di prendere con sè i suoi abiti e i suoi giocattoli. Non sa cosa gli sia stato detto, e neanche qual è stata la sua reazione o quella della madre. Non sa se nonostante la sottrazione andrà a scuola oppure no.
Conoscere tutto cio’·sarebbe necessario per gestire, una volta tornato a casa, l’elaborazione del trauma, ma fino a questo momento il bambino sembra tenuto in prigionia, segregato chissà dove.
Il bambino, figlio naturale di GP e della madre, e’ di cittadinanza italiana da parte di padre e svedese da parte di madre. E’ stato ed e’ tuttora al centro di un contenzioso legale che perdura da tre anni, complicato da aspetti di diritto internazionale, che hanno richiesto la formazione di un collegio di tre giudici e diversi rinviii procedurali.
Sulla base di sentenze provvisorie, il bambino è affidato alla madre e il padre ha il diritto di visita. Da notare è che il diritto italiano e quello olandese sono tanto lontani che anche tradurre da una lingua all’altra i termini e i concetti giuridici – quali quelli di affidamento, custodia, autorità genitoriale – ·è difficile e crea ambiguità e incomprensioni. La soluzione delle istituzioni olandesi dinanzi a un mancanza di accordo fra padre e madre, assurda agli occhi degli italiani, e’ stata quella di sottrare il bambino a entrambi i genitori. Badate bene, non si tratta di genitori con dipendenze da alcol o da droga, e neanche di una situazione di degrado o di abbandono del bambino.
L’episodio e’ emblematico della situazione dei minori italiani all’estero, quando finiscono nelle maglie di ordinamenti giuridici stranieri che non riconoscono l’autorita’ e la responsibilita’ genitoriale del padre italiano, e il diritto del bambino di godere nella stessa misura dell’amore di padre e madre. Cio’ avviene per una pluralita’ di ragioni, sia di diritto, sia di cultura.
Allo scopo di comprendere meglio il problema dal punto di vista giuridico, e delle misure che l’Italia adotta o potrebbe adottare per i minori italiani in difficolta’ di questo tipo, un gruppo di deputati guidato dall’Onorevole Rita Bernardini e sostenuto dall’Associazione per la Tutela dei Minori ADIANTUM, ha presentato il 12 ottobre scorso una interrogazione parlamentare.
L’interrogazione si riferisce in particolare alla situazione di paesi come i Paesi Bassi, nei quali la vicenda·si sta verificando, che discriminano i minori sulla base della relazione fra i loro genitori, penalizzando soprattutto i figli naturali e i padri.
Nei Paesi Bassi la situazione e’ particolarmente acuta, per via di leggi obsolete, che non sono il linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo e la Carta Europea dei Diritti dell’Uomo. I Paesi Bassi, per quanto inconcepibile possa sembrare in tempo di armonizzazione europea, non hanno una Corte Costituzionale che possa verificare se una legge nazionale e’ in accordo o in violazione ai trattati internazionali. Tale anomalia e’ stata segnalata dall’Alto Commissario per i Diritti Umani Thomas Hammarberg e dalla sua delegazione durante la visita nei Paesi Bassi del settembre 2008. Ma l’Olanda non ha preso alcuna misura.
A cio’ si aggiunge nei Paesi Bassi una cultura che penalizza fortemente i padri, e che con il tempo ha creato un apparato per la presunta tutela dei minori che assorbe in un anno risorse superiori a un miliardo di Euro all’anno, e dello stesso ordine di grandezza di quanto e’ costata l’intera campagna militare dell’Olanda in Afghanistan. La sottrazione del minore avvenuta venderdi’, si inscrive in una quadro complesso. I bambini sottratti in questa maniera, in Olanda, si contano a migliaia. I genitori sono terrorizzati.