Ai padri separati i beni confiscati alla mafia
Milano, Pierfrancesco Majorino, Assessore aile Politiche Sociali: “Dove c’erano i mafiosi e le organizzazioni criminali spuntano luoghi per organizzare la legalità e promuovere l’azione per “la persona”. Questo è il senso di diverse delle iniziative che stiamo realizzando attraverso l’utilizzo dei Beni confiscati alle mafie. Pochi giorni fa abbiamo presentato il luogo, in via Leoncavallo, dove a settembre sorgerà il nostro “minimarket” del sociale per aiutare concretamente le famiglie milanesi più povere e deboli.
Entro l’estate, inoltre, metteremo a bando un altro gruppo di Beni confiscati (a Milano sono svariati, poiché al contrario di quanto dicevano prefetti e sindaci in passato, la mafia, da noi esiste davvero). Li destineremo, i Beni messi “a bando”, in particolare a progetti per aiutare padri separati, donne vittime di abusi e violenze, famiglie in difficoltà. Si tratterà di un’iniziativa semplice e concreta molto più utile di tante chiacchiere, non ultime quelle che non si fondano su dati di realtà esposte dal mio collega provinciale Bolognini proprio attraverso questo spazio, in relazione a quanto la Giunta Pisapia faccia per “Rom” e “stranieri”. Se la politica si misurasse meno con gli slogan e più con i fatti realizzeremmo, tutti, un bel passo in avanti. Accusarci di “voler dare le caserme ai Rom” e non “ai padri separati” è un classico esempio che va nella peggiore delle direzioni. Il Comune non è infatti proprietario e non dispone delle caserme e quindi, in quel caso, invece di sviluppare un confronto su temi veri (la problematica gestione della presenza dei campi Rom, con l’indiscutibile necessità di superarli, o gli effetti devastanti della crisi) si depista solo l’attenzione dei cittadini. Sono invece convinto che serva parlare attraverso il linguaggio dei fatti e quando in un luogo dove la ‘ndrangheta sviluppava i propri loschi affari sorgerà una microcomunità per milanesi colpiti dalla crisi il silenzio delle parole vuote si farà da parte. Chi svolge funzioni di responsabilità attraverso le istituzioni si dia quindi, banalmente, da fare.”
Fonte:·http://milanesi.corriere.it/