Cassazione N.7581/13 – DISCONOSCIMENTO DI PATERNITà

Con la sentenza n. 7581 del 26 marzo 2013, la S. C. di Cassazione ha ribadito che decorso un anno dal momento in cui il padre ha scoperto l’adulterio della coniuge (scoperta intesa come conoscenza reale ed effettiva della relazione extraconiugale, ovvero dell’incontro sessuale, idonei a determinare il concepimento del figlio che il padre intende disconoscere), l’azione di disconoscimento di paternità non è più esperibile. L’avv. Gian Ettore Gassani, Matrimonialista e Familiarista di Roma, nonché Presidente Nazionale dell’AMI, intervenuto domenica 14 aprile 2013 alla trasmissione di RAI UNO “MATTINA IN FAMIGLIA”, ha commentato la sentenza in parola, evidenziando come la legge, e la giurisprudenza che su di essa riposa, prevedano la possibilità che un soggetto resti padre di due figli non suoi, nonostante il doppio adulterio della moglie, come effetto dell’inerzia nell’attivare la procedura di disconoscimento di paternità per un periodo superiore all’anno dalla conoscenza reale ed effettiva della relazione extraconiugale, ovvero dell’incontro sessuale della coniuge. Il Presidente Gassani ha così tracciato un quadro di sintesi dell’azione di disconoscimento di paternità, mediante la quale il padre può disconoscere il figlio nato in costanza di matrimonio e, per l’effetto, ottenere dal Tribunale una pronuncia tesa a negare il rapporto di parentela col figlio (artt. 235 e ss. c.c.). L’azione di disconoscimento, concepita dal Legislatore per garantire la veridicità dei rapporti di parentela all’interno del nucleo familiare, non è esperibile in qualsiasi tempo, perché soggetta a termini di decadenza per garantire altresì un certo grado di stabilità nei rapporti stessi. A completare l’analisi dell’istituto la Prof.ssa Maria Rita Parsi, che non solo ha focalizzato gli aspetti inerenti la tutela psicofisica dei minori coinvolti in tali procedure, ma anche l’importanza della genitorialità ad di là del mero dato strettamente biologico, riferendosi esemplificativamente alla figura di San Giuseppe. A tal riguardo, l’avv. Gassani ha ricordato che, viceversa, vi sono persone che lottano per conservare una paternità “di cuore” al di là dell’evidenza ematogenetica (v. anche “I Perplessi Sposi”, Roma, 2011, p. 231 e ss., capitolo “Mamme di pancia e mamme di cuore”, sulla delicata tematica delle ADOZIONI, ANCHE INTERNAZIONALI). Giovanni Cicchitelli, Avvocato AMI e Cultore di “Tutela dei Diritti” presso l’UNICAL

Fonte:www.ami.it