Con i loro occhi

Questo libro è dedicato :

ai miei figli Fabrio e Furio,

a tutti i figli, alle mamme e ai papà che ho conosciuto,

a quattro padri dell’associazione che non hanno retto al dolore della lontananza dai propri figli,

a tutti coloro che tutti i giorni si battono contro le ingiustizie per affermare i diritti civili ed umani.

Mauro Lami

Sì, perché è proprio il rispetto il sentimento che lega tutte queste interviste, il rispetto dovuto anche ai più piccoli. Il rispetto dei sentimenti, dei tempi e dell’educazione.

Il rispetto di tutto ciò che abbiamo deciso, assicurato e siamo stati.

Poco importa che le promesse possano essere rotte, che l’amore che ci ha uniti sia semplicemente terminato.

Poco importa che tutto questo oggi faccia solo un gran male.

Se permettiamo che i nostri figli si trasformino in un campo di battaglia, in uno scudo o in un’arma, se concediamo al nostro odio coniugale di diventare più importante del bene che gli vogliamo, se siamo pronti a innescare il più pericoloso degli ordigni senza calcolare che la sua deflagrazione colpirà soprattutto i nostri bambini, allora abbiamo smesso di essere dei buoni genitori.

Mettere al mondo un figlio è una scelta precisa che segna la fine di ciò che siamo stati e l’inizio di ciò che diventeremo.

Per quanto sia l’avvenimento più emozionante che ci possa accadere non è privo di ostacoli, incertezze e paure.

Il nostro stato emotivo è messo a dura prova e lo stress può diventare pericoloso ma nostro figlio, il suo futuro e il suo equilibrio resta comunque nelle nostre mani.

Per questo motivo non bisogna mai vergognarsi di non sentirsi all’altezza e di dover chiedere aiuto.

Lo facciamo per noi e per chi da noi dipende.

Perché essere un buon genitore ha poco a che fare con le opportunità economiche che gli offriremo, con gli abiti che gli acquisteremo o il cibo che cucineremo.

Essere un buon genitore significa porsi sempre la più fondamentale delle domande: Mio figlio sarà capace di amare e di essere amato?

Avrà sane relazioni sentimentali fondate sul rispetto per sé e per gli altri?

Saprà godersi le emozioni e riconoscere le cose belle che gli accadranno?

Essere un buon genitore mi consegna una sola risposta a tutti questi quesiti: dipenderà da me, dal mio esempio e dal mio modo di affrontare anche i momenti più critici.

Allontanare un figlio dall’affetto di un genitore è sempre la scelta sbagliata.

Non ci sono molte altre cose da aggiungere.

Tecnicamente si chiama “Alienazione genitoriale” ed è una dinamica psicologica che si attua sui figli durante le separazioni conflittuali e che viene riconosciuta come un disturbo psicologico con conseguenze gravi.

Infatti è stato provato che una campagna costante di denigrazione dell’altro genitore in presenza dei figli e il suo conseguente allontanamento crei nei bambini stessi un indebolimento nelle capacità di simpatizzare, altera la loro percezione della realtà, riduca le capacità di rispettare le figure autoritarie e provochi atteggiamenti paranoici.

Essere figli è un diritto.

Essere buoni genitore è una scelta.

Sara Rattaro