Belletti:«È inevitabile che sorga il dubbio che non si tratti di una scelta fatta per il bene del bambino»
Affido ai gay, nel nome dell’ideologia viene calpestato il bene del bambino. Perfino la Procura era contraria, ma il giudice minorile di Bologna ha tirato dritto, decidendo di affidare una bambina di tre anni ad una coppia omosessuale. È bastato piegare la norma all’ideologia del ‘genere’ che diventa criterio unico anche per scelte che dovrebbero tenere unicamente conto del benessere del minore. «Di sicuro il bene per la bambina sarebbe stato, una volta accertata l’impossibilità di rimanere coi genitori naturali, essere accolta da una famiglia preparata e selezionata come idonea a ricevere un minore in affido temporaneo» commenta Francesco Belletti, presidente del Forum. «Una famiglia con una mamma ed un papà che, prescindendo da ogni considerazione culturale, sono sicuramente più idonei a garantire ad un bambino un miglior sviluppo rispetto a due persone dello stesso sesso. «Né vale la logica della temporaneità: come ben sanno gli addetti ai lavori, quella logica viene troppo spesso smentita dai fatti e sono molteplici gli affidi che diventano vere e proprie “adozioni definitive”. E se anche fosse veramente temporaneo, la bambina si troverebbe ad essere rimbalzata da una realtà con un padre ed una madre ad una con due padri e poi di nuovo alle due figure naturali. A tre anni è difficile che questo tira e molla non provochi conseguenze sullo sviluppo equilibrato.
«Possibile che non ci fosse una famiglia disponibile all’affido? Nelle nostre associazioni ci sono centinaia di coppie pronte all’accoglienza, delle quali diverse si sono fatte avanti proprio in queste ore, possibile che il giudice non ne abbia incrociata nessuna?
«È inevitabile che sorga il dubbio che non si tratti di una scelta fatta per il bene del bambino» conclude Belletti «ma piuttosto del solito “segnale ideologico” che in questo caso passa sulle spalle di una bambina».
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Fonte:aiutofamiglia.it/