Cardinale Bagnasco: “Le nuove famiglie sono un cavallo di Troia, i bimbi hanno bisogno di mamma e papà
No alle nozze gay, no alle adozioni per le coppie omosessuali. Ma una cauta apertura ai divorziati che vogliono accedere alla Comunione, e un compito sociale affidato ai rappresentanti della Chiesa: dare fiducia al Paese, aiutare a rifondare la politica e accompagnare la generazione perduta dei giovani che non trovano lavoro.Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, apre l’assemblea dei vescovi ad Assisi con parole di aperta condanna per le coppie gay: “Le nuove forme di famiglia hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di Troia di classica memoria”.
“L’amore non è solo sentimento, è decisione”, ha detto poi Bagnasco riferendosi ai lavori del recente Sinodo. “I figli non sono oggetti né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma”. Infine la stoccata a coloro che vorrebbero raggiungere la parità tra le persone con orientamento sessuale diverso: “Il nichilismo, annunciato più di un secolo fa, si aggira in Occidente, fa clima e sottomette le menti”.
Meno rigido invece l’atteggiamento nei confronti delle famiglie che si sono spezzate. Per loro, dice Bagnasco, occorre imitare la lezione di Gesù ed essere dunque misericordiosi. “Abbiamo sentito anche l’eco delle famiglie fragili e ferite. Anche a loro, e alla prassi sacramentale dei divorziati e risposati, il Sinodo ha pensato con quella cura pastorale che vuole rispecchiare l’esempio di Cristo”, ha assicurato il presidente della Cei.
Il discorso si allarga alla società, alle questioni che non riguardano direttamente il dogma. Bagnasco parla della disoccupazione che stringe le famiglie. “Cresce il fenomeno di coloro che neppure cercano il lavoro, tanto sono sfiduciati: potrebbero giocare, in questo caso, anche elementi soggettivi, ma è fin troppo chiaro che le difficoltà di inserimento appaiono sempre più gravi.
Questo fatto, i rassegnati al non lavoro, potrebbe falsare i dati che vengono riportati sul fenomeno stesso della disoccupazione e della inoccupazione. Ma la realtà vera non cambia. Si sta perdendo una generazione”.
Per ritrovare la fiducia, allora, serve una nuova politica. “È necessario rifondare la politica, rimettere cioè a fuoco che cosa vuol dire stare insieme, lavorare insieme per essere che cosa”.
Fonte: http://www.huffingtonpost.it/