Quello che un genitore non dovrebbe mai fare
In questi casi possiamo imbatterci in quella che comunemente chiamiamo Sindrome di alienazione parentale o pas. Tale sindrome non è ufficialmente riconosciuta dalla comunità scientifica come patologia, piuttosto può essere definita come una dinamica psicologica disfunzionale che si attua in situazioni di separazioni o divorzi conflittuali, a discapito del figlio.
Questa mancanza di formalità rende difficile il riconoscimento giuridico e indispensabile la distinzione tra l’allontanamento di un genitore da parte del figlio per motivi sinceri e propri – come può essere nel caso del genitore violento – dal rifiuto per il genitore alienato risultato da un indottrinamento dell’altro genitore, chiamato alienante.
Un genitore, volontariamente o inconsapevolmente, mette in atto una campagna denigratoria ingiustificata nei confronti dell’altro genitore, arrivando, nei casi più gravi anche, all’accusa infondata di abuso sessuale.
L’obiettivo del genitore alienante è l’interruzione del rapporto genitore-figlio con l’ex coniuge.
Si usa il termine alienazione perché il figlio estranea il genitore alienato, prende le distanze da lui e si schiera completamente con il genitore alienante idealizzandolo; il rifiuto totale del genitore allontanato è motivato da giustificazioni razionali o assurde, spesso descritte con lo stesso linguaggio del genitore alienante.
Il figlio descrive il genitore alienante come totalmente buono mentre l’alienato totalmente cattivo, afferma con decisione che la sua decisione dipende solamente dal suo pensiero ma spesso usa termini o frasi del genitore; non ha sensi di colpa nei confronti del genitore alienato di cui rifiuta anche la famiglia d’origine.
Questi segnali si manifestano nel comportamento provocatorio che il figlio può assumere nei confronti del genitore allontanato, anche se prima avevano un buon rapporto, cercherà di scatenare una reazione che possa poi giustificare le sue accuse.
Il bambino può rispondere alle richieste di coalizione da parte di un genitore per tentare di risolvere il conflitto o per evitare di essere lo sfogo dei due genitori, senza però riuscirci.
Il legame invischiato che il figlio ha con un genitore, lo porta a considerare l’altro genitore inaffidabile e quindi a dover affrontare la possibile perdita della relazione, l’alternativa, altrimenti, diventerebbe la perdita della relazione con il genitore alienante.
A lungo termine questa dinamica disfunzionale può portare gravi conseguenze nella formazione dell’identità e nelle relazioni affettive del figlio.
In questi casi l’aiuto in una mediazione familiare è indispensabile, la sindrome di alienazione parentale non è un disturbo individuale del figlio piuttosto un grave fattore di rischio per lo sviluppo psicoaffettivo dello stesso.
di Elisabetta Zamparini
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