Cittadella, la decisione della Corte d’Appello
Viene così ribaltata la decisione di marzo della Cassazione che aveva affidato il minore alla madre. La donna: “I miei tempi di affido con il mio ex sono di fatto uguali” Il bambino conteso dai genitori e prelevato a forza dalla polizia dalla scuola Dovrà passare più tempo con il padre il ragazzino di Cittadella, in provincia di Padova, al centro di una lunga disputa tra genitori separati. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Brescia ribaltando il pronunciamento di marzo della Cassazione, che aveva affidato il bambino alla madre. I giudici d’appello, la cui sentenza è operativa da oggi, hanno anche stabilito, come indicano alcuni quotidiani, che il piccolo avrà residenza definitiva dal padre.La mamma potrà comunque vederlo alternativamente al padre. IL VIDEO Il bambino prelevato dalla scuola dalla polizia La decisione dei magistrati bresciani dovrebbe porre fine alle traversie del giovane, che oggi frequenta la quinta elementare. La sua storia era venuta alla luce nell’ottobre scorso, quando venne trasmesso un video in cui veniva prelevato a forza dalla scuola per applicare l’ordinanza di allontanamento dall’ambiente materno. “Mi auguro che ora si smorzino gli echi di questa vicenda – ha commentato il padre – e che si possa pensare serenamente alla crescita del bambino”. Per la mamma del ragazzino “la decisione della Corte d’appello di Brescia non cambia la sostanza: l’unica variazione è che da venerdì scorso i tempi di affido sono di fatto uguali tra me e il mio ex marito, prima stava un poco di più con me”. “Penso non sia corretto dire torna al padre perché non ho posto la questione di togliergli la patria podestà”, ha spiegato ancora la mamma. La donna ha raccontato che oggi a scuola è andato a prendere il bimbo il padre, mentre oggi l’aveva accompagnato lei dopo aver trascorso con lui il fine settimana. “Dovrò fargli capire che adesso passerà più giorni con il padre. E’ grande e capirà. I giudici hanno detto che avrà due case”, ha aggiunto. Secondo la donna, la battaglia legale non è comunque ancora terminata – “i giudici di Brescia non hanno sentito mio figlio per capire quale è la sua volontà” e nell’affido del ragazzino c’è un ruolo primario dei servizi sociali , ma la madre assicura che non si ripeteranno scene come quella accaduta nell’ottobre scorso quando il ragazzino fu prelevato a forza all’esterno della scuola per l’affido in esclusiva al padre. “Per il suo bene – ha concluso – meno notizie si danno e meglio è. Sta finendo la scuola elementare e sta andando molto bene”. Il bambino, 10 anni, è al centro di un’aspra contesa tra i genitori separati. La sua vicenda ha fatto discutere quando fu prelevato a forza dalla polizia dalla scuola di Cittadella, in esecuzione di un provvedimento giudiziario che lo affidava al padre. Quel giorno la zia lo riprese in un video. Il bimbo piangeva e si dimenava. Le reazioni. Immediate le prime reazioni alla decisione. Per il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori “le sentenze vanno accolte con rispetto, ma se davvero quella pronunciata dai togati bresciani si fonda sulla Pas, ossia sindrome di alienazione parentale, ciò diventa quantomeno discutibile semplicemente perchè essa non esiste”. “Non può un’istituzione costituita riconoscere una presunta sindrome mai legittimata dal Manuale dei disturbi psichiatrici – dice Marziale – .Meglio sarebbe se in tutti i casi fossero i bambini a scegliere con chi stare, ma ciò appare impossibile visto e considerato che, nonostante la mole legislativa, nessuno li ascolta più di tanto”.
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