Collega di F.Adornato subisce mobbing per anni ora finisce in un matrimonio truffa
A volte le vicende più assurde e incredibili si concentrano sempre sulle stesse persone. Quello che vi abbiamo già raccontato sul maresciallo Antonio Cautillo sarebbe per lui già abbastanza: subisce mobbing da tantissimi anni per il solo fatto di far rispettare la legge. Ma anche nel privato quello che gli è capitato ha dell’incredibile.È infatti finito in una sorta di matrimonio-truffa che lo costringe ancora oggi a pagare all’ex moglie consistenti assegni mensili, con una figlia che non sa nemmeno se sia la sua.
MATRIMONIO FARSA – “Nel 2003 – racconta ad Affari Cautillo – dopo un lungo fidanzamento, mi sposai con rito religioso con una donna di nome Carla (nome di fantasia), la amavo totalmente, definitivamente. Lei è una geologa ed insegnante, il papà un maresciallo dei Carabinieri in pensione. Il contratto d’amore, inizialmente, sembra funzionare, ma si rivelerà una catastrofe. Non ero ripagato. E dire che il giorno del matrimonio c’erano 200 invitati: è stato girato un film, creato un album fotografico (costatomi 1.500 Euro): una regia perfetta, visi sorridenti, nessuno si è accorto di nulla. Era tutto combinato tra lei e i suoi genitori. Alle mie spalle”. La moglie anche da sposata aveva mantenuto la residenza da nubile distante ben 100 chilometri da quello che doveva essere il loro nido. Dopo quattro anni Carla lascia il marito riuscendo ad ottenere dalla Sacra Rota l’annullamento del matrimonio per “costrizione morale e timore reverenziale nei confronti dalla madre”. Antonio si sente ingannato e preso in giro, non l’avrebbe mai sposata se prima di giungere all’altare avesse saputo che la donna stesse recitando una parte ben preparata. Ma perché? La risposta arriverà ben presto. Infatti il giudice civile sia prima che dopo la dichiarazione di nullità delle nozze continua a intimare a Cautillo di mantenere l’ex moglie malgrado il codice civile preveda l’esatto contrario: al coniuge in buona fede del matrimonio annullato spetterebbe un pesante risarcimento ed al coniuge che si allontana dalla residenza familiare è sospeso il mantenimento.
USATO COME BANCOMAT – “Scrivo al giudice civile che la donna aveva una doppia vita. Documento che lavora e che la sua rosea situazione patrimoniale gli consente di promuovere e stare in giudizio contro di me in numerose cause, accessorie alla separazione: 7 procedimenti civili e 4 procedimenti penali, mentre sono bombardato dalle altre cause di lavoro di cui vi ho già raccontato. Da 5 anni mi usa come un bancomat: ho vissuto da eremita, non avendo nulla non potevo nemmeno uscire di casa. Non potendo pagare un avvocato per difendermi nelle sue cause e quindi ero soccombente. Ha prodotto cause in ogni Tribunale della Sardegna: io senza legale e lei che chiede il risarcimento anche delle sue spese processuali: ho perso tutto, persino la mia abitazione ed ho contratto una montagna di debiti”. Per Antonio Cautillo è un inferno senza fine: umiliato in servizio e nella vita privata finito in un atroce labirinto senza uscita. Una morsa che abbraccia anche quella che poteva essere l’unica sua gioia: la nascita di una figlia. “Durante il matrimonio rimase incinta di una bambina. Appena nata, diceva che voleva cambiarle il cognome. Sospettando di non esserne il padre, chiesi l’esame del dna. Ero disposto ad assumermi ogni responsabilità ma solo quando avessi avuto la certezza che fosse davvero mia figlia. Con una causa davanti al Tribunale dei Minori, portando avanti false accuse, la mia ex moglie mi ha persino fatto perdere la potestà genitoriale della bimba, lei era difesa da ben due legali di fiducia, io senza soldi non sono nemmeno comparso. Io devo continuare a passarle il mantenimento nonostante mi venga negato il test di paternità. Da ormai 5 anni né io né i miei familiari abbiamo avuto la possibilità di rivedere la bambina. Ho chiesto l’intervento delle Istituzioni, trovando indifferenza e sadica crudeltà”.
INASCOLTATO – Antonio ha chiesto aiuto ma nessuno è intervenuto, nemmeno per ultimo, il ministro della giustizia Severino. “Schernito, vilipeso, ghettizzato, fin nel mio ruolo istituzionale, da anni si procede a mio carico per le ipotesi più assurde, mai per i fatti concreti da me denunciati. Dov’è la parte pubblica, lo Stato, in questo caso? È tecnicamente possibile che un Giudice Civile o un Magistrato che, nell’ambito di una causa da lui curata, sia posto ripetutamente e formalmente a conoscenza di ipotesi di reato procedibili d’ufficio si giri reiteratamente dall’altra parte senza rispondere del proprio operato?”. I guai per Antonio non finiscono mai. Proprio nelle scorse settimane ha appreso di essere ufficialmente indagato per diffamazione a causa di alcuni particolari sulla sua tormentata separazione apparsi su un blog. Nella querela l’ex suocero contesta la versione di Cautillo, parla di immotivato astio del genero nei confronti della sua famiglia e cita alcune condanne del maresciallo per lesioni e percosse ai danni della ex moglie, avvenute dopo la separazione. “Il papà della mia ex moglie – prosegue Antonio – era stato sospeso 8 anni dal servizio per gravi imputazioni, il suo diretto superiore era un tenente con cui stabilì una solida amicizia. Lo stesso superiore che ha attivato una sorta di inchiesta interna che potrebbe portare alla mia destituzione. Solo una coincidenza?”
Fabio Frabetti