Consiglio: registrare tutte le conversazioni è un buon modo di auto tutelarsi
Quante volte siamo stati frenati dal farlo per paura di subire una denuncia o perché magari si tratta di prove non utilizzabili nel processo? Per la Corte di Cassazione la registrazione delle conversazioni è legittima.
Lo dicono le sentenze numero 7239 del 1999 e la numero 36747 del 24 settembre 2003. Quest’ultima, in particolare stabilisce che «le registrazioni (sia telefoniche che fotografiche) di colloqui, riunioni, anche all’insaputa dell’interessato, sono perfettamente lecite ed equivalgano ad una presa di appunti scritti; non solo, la cosiddetta “registrazione fonica” costituisce valido elemento di prova davanti al giudice».
A REGISTRAZIONE COME DIFESA
Ma c’è di più. La registrazione del colloquio per la Corte è un ottimo strumento di difesa. Può rappresentare una forma di autotutela e garanzia per tutelarsi da prepotenze, minacce, insulti e ricatti. E costituire quindi un’arma da riporre in un cassetto ed usare in tribunale all’occorrenza.
È legittima l’utilizzazione, nel processo, del contenuto di una conversazione privata (nella specie, tra presenti) registrata su nastro magnetico da parte di uno degli interlocutori (Cass. pen., sez. I, 8 giugno 1999, n. 7239).