Divorzio, parental alienation syndrome ed oneri connessi al mantenimento dei figli
Il divorzio causa, sempre più spesso, ai figli minori, una sindrome psicologica da alienazione genitoriale (P.A.S), col conseguente aumento degli oneri connessi al mantenimento. La Parental Alienation Syndrome (o P.A.S.), sindrome da alienazione genitoriale, o parentale, è una patologia psicologica che ormai colpisce più di un terzo dei fanciulli italiani, figli di genitoriseparati o divorziati e li segue talvolta per tutta l’esistenza, nonostante si cerchi di intervenire tempestivamente con accorgimenti psicologici sui comportamenti degli adulti per eliminare i suoi effetti più inquietanti.Le caratteristiche:
La P.A.S. è chiaramente osservabile nei figli dei soggetti separati o divorziati già dal terzo anno di vita, perché tra l’altro già a questa età si manifesta con mutamenti di:
- abitudini, (modi di dormire, alimentarsi, abbigliarsi);
- carattere, (timidezza, chiusura, incertezza, paura, esibizionismo, reattività, sfida del rischio);
- comportamenti (modi di reagire alle gratificazioni, alle sconfitte ed alle sollecitazioni della vita di relazione);
- rendimento, (disturbi del rendimento scolastico e lavorativo);
- motivazioni, (incostanza motivazionale ed incertezza degli obiettivi).
Il danno psicologico si manifesta con la compromissione della fantasia e delle motivazioni:
I figli dei divorziati, dopo la “perdita” di uno dei genitori per effetto dell’allontanamento causato dal divorzio, contraggono la Parental Alienation Syndrome a causa di un “vissuto negativo”, cioè attraverso un percorso costellato di delusioni e sofferenze simile ad un piccolo calvario giornaliero che copre con la massima intensità tutto il periodo dell’età evolutiva, (all’incirca fino al 25° anno), poi si attenua, ma comunque dopo aver segnato il carattere ed aver lasciato effetti duraturi sulle motivazioni individuali riguardanti il lavoro, la famiglia e la società.
Il nesso di causalità·tra la sindrome (P.A.S.) ed il vissuto negativo dei figli dei divorziati durante l’età evolutiva, emerge dalla relazione temporale col piccolo calvario percorso dai figli dei divorziati dalla presa di coscienza dell’allontanamento di un genitore dalla famiglia, non tanto in senso fisico (infatti i figli ben sopportano i genitori impegnati in lavori lontani da casa) ma in senso psicologico- relazionale, cioè quando l’allontanamento significa bisticcio, incomprensione, intolleranza, freddezza, disaccordo, indifferenza, mancanza di dialogo. A tal punto il bambino, appena percepisce l’avvenuta separazione dei genitori, è preso da due fuochi (pressioni psicologiche): uno esterno ed uno interno.
Un “fuoco esterno” che attanaglia i figli dei divorziati ed alimenta la Parental Alienation Syndrome è prodotto dal genitore rimasto col figlio da allevare. Egli, nel migliore dei casi, senza polemizzare dice o fa capire al figlio che dopo la separazione od il divorzio la situazione è cambiata in tutti i sensi: sul piano affettivo, sul piano economico, sul piano abitativo, sul piano progettuale, sul piano degli interessi personali, sul piano relazionale.
Contribuiscono a produrre disturbo, incertezza ed angoscia anche· i discorsi e le puntualizzazioni di amici e parenti che “toccano”, volontariamente od involontariamente, l’argomento “separazione” in presenza del figlio o della figlia dei genitori separati. Talvolta il genitore separato parla col figlio ricorrendo a perifrasi del tipo: io non ho niente da perdere e non o niente a che vedere con te e con tuo padre (o con te e con tua madre) prefigurando una deresponsabilizzazione contornata di criminalità piuttosto che di chiara superficialità sentimentale.
Ancor più·arrecano sofferenze psichiche, ed anche fisiche in qualche caso, i “cerimoniali” socio-legali obbliganti il figlio o la figlia agli incontri con il genitore separato, l’assistente sociale, e via dicendo. La situazione diventa più negativa e pesante durante le cerimonie familiari, le feste e le vacanze perché maggiormente si notano le differenze nei comportamenti dei genitori separati.
Un “fuoco interno” disturba la mente dei figli dei divorziati appena percepiscono la mutata situazione genitoriale.
Il bambino quando fa i capricci, commette qualche piccolo errore, provoca contrattempi o si rifiuta di eseguire indicazioni, sente dire dalla madre o dal padre, magari stanchi, rammaricati od alquanto esauriti: . Il bambino nota anche, dopo il divorzio, (prima non vi faceva caso) tutti gli incontri, anche se fugaci ed occasionali, di strada o d’ufficio, della madre con altri uomini e del padre con altre donne, prefigurandosi un tradimento affettivo ed una sostituzione di fatto che annulli brutalmente e totalmente l’altro genitore. Nasce nel bambino un senso di colpa che lo induce a credere di essere forse egli stesso· la causa della separazione o del divorzio.
Con le applicazioni della psicologia si tenta di allentare la Parental Alienation Syndrome.
Si cerca di ottenere buoni risultati nei confronti dei figli dei divorziati affetti da P.A.S. migliorando le condizioni vitali e l’integrazione sociale attraverso lo studio, e le vacanze organizzate.
Ma sul piano più propriamente clinico bisogna agire molto, mediante interventi psicologici e culturali, rivolti ai genitori separati, partendo col dire di non rappresentare, in nessun caso ed in nessun modo· – mai -, neppure minimamente -, con discorsi, immagini o prove, le manchevolezze del genitore allontanato. Bisogna convincere i genitori, gli zii e i nonni a non commettere l’errore di disprezzare o discreditare il coniuge allontanato, davanti ai figli, al fine di evitare la produzione di un danno grave e duraturo che si abbatterebbe rovinosamente e principalmente sul loro equilibrio mentale e sulla loro futura riuscita socio-familiare· e lavorativa.
A queste preoccupazioni cliniche si aggiungono le problematiche giuridiche conseguenti aumento degli oneri connessi al mantenimento dei figli dei divorziati, per effetto dell’incidenza delle spese relative agli interventi psicoterapeutici riferiti alla P.A.S.
Prof. Gennaro Iasevoli