Dopo lo scandalo di Bibbiano urge riforma del diritto di famiglia
Il fatto quotidiano del mese, anzi dell’anno, è subito stato taciuto dai principali mass media, anche da quelli che si credevano liberi ed indipendenti, perché “Carola” è più importante di migliaia di minori dati in pasto a chi li mercifica. Di decine di migliaia di genitori sacrificati come agnelli, con la gola squarciata, agonizzanti sotto il sole cocente delle azioni giudiziarie, delle vane denunce, dei lamenti inascoltati.
Le cui manipolazioni psicologiche (e forse anche fisiche) intraprese consentivano (ergo legittimavano offrendo una parvenza di presupposti giuridici) l’allontanamento dei minori dalle famiglie di origine, per poi collocarli in comunità (lautamente finanziate con contributi pubblici erogati in funzione del numero dei piccoli minori loro affidati) o in famiglie esterne, sino all’affidamento definitivo. Famiglie anche non eterosessuali.
Un mercato che non conosce etica, morale, diritti, comandamenti, insegnamenti. Ogni bambino un numero, anzi tanti numeri, un fatturato, un import export, un pallottoliere. Bambole di pezza nelle mani di tanti magliari.
Un vile e disgustoso mercimonio sulla pelle dei bambini, facendo carne di porco dei diritti fondamentali oltre che degli stessi minori (alla bigenitorialità), anche dei genitori (alla genitorialità, ex artt. 2, 29, 30 Cost. e 8 Cedu). Crimini che se confermati meriteranno pene severissime e lauti risarcimenti stante la soppressione di diritti che io prediligo chiamare superfondamentali, posto che la genitorialità è uno scrigno talmente prezioso e pressochè irreparabile.
Riparazione complessa ancorchè i fiori spezzati siano destinati a non riprendere più il proprio splendore.
Tra gli arrestati lo psicologo Claudio Foti, fondatore del centro studi di Torino Hansel e Gretel (ben finanziato anche dal M5S, occorre ribadirlo), che si accompagnava sempre nei convegni con i soliti soggetti (e associazioni) ammantati da aurea tecnica e da ghigno protettore dei soggetti deboli, a raccontare che sì dietro ad ogni rifiuto di un bambino c’è certamente un abuso, una violenza fisica, non potendoci essere altre alternative, secondo la mente contorta di chi nega (sicchè li chiamo da tempo negazionisti, di un Olocausto che devasta migliaia di persone, vittime innocenti spersi con lo sguardo impaurito ed incredulo di chi invoca il più elementare dei diritti: io sono il suo genitore, lui/lei è mio figlio, perché ci negate tutto questo?) che un figlio possa essere manipolato da chi ha deciso di ostacolare (ergo, alienare l’altro genitore).
E putacaso strenui oppositori – codesti biechi, incolti e malevoli negazionisti (che ancora negano o fingono di negare la sostanziale differenza tra Pas e condotte alienanti, ossia tra sintomi/disturbo e condotte illecite, sia consentito richiamare Casonato, Mazzola, “Alienazione genitoriale e sindrome da alienazione genitoriale”, KEY ed., 2016; Mazzola, “Il danno da deprivazione genitoriale”, KEY ed., 2018; Mazzola “Il danno non patrimoniale”, Dike ed., 2019) ed ora abbiamo scoperto pure probabili manipolatori dei minori – del Ddl Pillon, quasi che un Disegno di legge – finalizzato solo a dare compiuta realizzazione alla Legge sull’affidamento condiviso, l. 54/06 (mostruosamente disapplicata in quasi 13 anni, o applicata secondo un solo principio giuridicamente inesistente, quello della c.d. maternal preference e dunque della paternal sofference) -, possa essere eversiva, sovversiva, liberticida, femminicida.
L’indagine penale e gli arresti hanno invece disvelato l’esistenza di una folta schiera gli abusologi a la carte, quelli che se non sono vittime della propria ideologia ed ossessione paranoica (esistono certamente anche i minori abusati ma sono un minus rispetto a quelli falsamente denunciati o vittimizzati per interesse), sono mercenari al soldo di chi vuole cancellare l’altro genitore o acquistare un bambino nuovo di zecca (così facendo credere che esista nel nostro ordinamento una mostruosità giuridica quale il diritto a divenire genitori, scegliendosi il bambino da portarsi a casa nuovo di zecca o da catalogo, cancellando contestualmente l’autentico diritto alla genitorialità, che secondo molte Corti di giustizia può ben essere tutelato via skype, o anche attraverso sms o rimanendo ostaggio consegnato all’altro genitore per anni, secondo l’altra mostruosità giuridica secondo cui continuità ed equilibrio nei rapporti genitore/figlio non significa affatto equità nei tempi) o aumentare il numero di quelli che consentono di acquisire lauti finanziamenti.
Perché tutto ciò è un giro di affari enormi (emotivi e finanziari), non dimentichiamolo, che ingrassa migliaia di persone che ruotano come avvoltoi intorno alla medicalizzazione delle dinamiche familiari interrotte o in difficoltà. E più viene medicalizzata più si guadagna. Ed allora vai con il giro di valzer: Servizi Sociali, Consulenze Tecniche e di parte, sostegno alla genitorialità, curatori, ricorsi a gogò etc..
I bambini nel mezzo in balia dello tsunami. Bambini che come ci ricorda sempre l’illustre prof. Guglielmo Gulotta, sono testimoni ideali ma anche molto fragili perché sanno che non possono contraddire gli adulti.
Tale “fatto quotidiano” è solo la punta dell’iceberg di un sistema marcio e putrefatto: quello del diritto di famiglia all’italiana. Quello secondo cui un genitore è più importante dell’altro, quello dove potresti decadere dalla responsabilità genitoriale solo se fai un piccolo sbaglio o cadi nelle mani sbagliate, quello che impedisce al genitore alienato per anni o forse per sempre di riprendere i rapporti con il figlio, quello in cui il genitore alienante viene magari redarguito a voce dal giudice ma poi gli si spalancano le porte, quello che vede i Servizi Sociali fare un po’ come gli aggrada.
I capisaldi di questo sistema, – che deve essere urgentemente smantellato se si vogliono salvare migliaia di vite umane (all’anno) – sono i seguenti:
a) sistema legislativo fallace che ancora oggi
– consente interpretazioni niente affatto discrezionali ma pure squisitamente arbitrarie da parte delle Corti, o con motivazioni a volte inesistenti, e da parte dei Servizi Sociali a seguire, con l’adozione del criterio della maternal preference (criterio giuridicamente e scientificamente inesistente) secondo cui la madre è nel 95% dei casi eletta a dominus assoluto dei figli ed il padre ad ologramma visitatore e al contempo insostituibile creditore (abominio che viola il principio di uguaglianza e lo stesso best child interest), tale da creare il super genitore ed il genitore minorato; – consente la commissione di gravissimi illeciti (come l’Alienazione Genitoriale, il mobbing familiare, condotte devastanti mica suggestioni come alcuni stolti vorrebbero far credere) impunemente, dunque paradossalmente pure incentivandoli – consente di tenere in piedi giudizi che andrebbero conclusi entro e non oltre 6 mesi o un anno, per anni interi!
b) una assurda ripartizione di competenza per materia, ancora fumosa, tra Tribunali per i Minorenni, Tribunale Ordinario e Giudice Tutelare: mentre urge un unico Tribunale della Famiglia sorretto da Giudici super specializzati e soprattutto privi di inclinazioni ideologiche o orientamenti di genere (i genitori devono essere uguali davanti alla legge);
c) ridurre il potere oggi abnorme dei Servizi Sociali (oltre a consentire l’ingresso solo a soggetti di provata capacità ed esperienza), oggi raramente capaci di gestire situazioni molto complesse, spesso fatte languire e dunque aggravare, in danno dei minori e quasi sempre facendo evaporizzare uno dei due genitori;
d) ridurre solo a casi estremi le Consulenze Tecniche, mentre oggi se ne abusa (peraltro spesso inutilmente) e anche con un intento tale da indurre i genitori a rinunciare alle proprie richieste;
e) gestire a monte il conflitto da un lato educando i conviventi/genitori a gestire la conflittualità e anche a separarsi in modo adeguato, e dall’altro predisponendo lo strumento obbligatorio della mediazione (tranne i casi di manifesta violenza);
f) consentire la difesa (agli avvocati) ed ai consulenti tecnici solo se realmente specializzati, poiché soggetti che hanno enormi responsabilità nella gestione del conflitto. Diversamente quelli impreparati e privi di esperienza sono una delle ragioni dell’aggravamento del conflitto.
g) a latere ma neanche tanto, consentire solo a giornalisti preparati di scrivere al riguardo, troppe notizie spazzatura orientano l’opinione pubblica.
La riforma del diritto di famiglia è necessaria per milioni di persone, posto che oramai una coppia su due, nell’ambito di una famiglia in disfacimento, si “separa”. La mala gestione di tale “separazione” determina un rilevante problema di salute pubblica e dunque anche economico. Oltre ad indebolire fortemente la costruzione di una società sana e solida (un figlio di genitori separati sofferente potrà manifestare disturbi psicofisici tali da riverberarsi sui discendenti e così via).
Il Ddl Pillon era fondato proprio – sulla prevenzione del conflitto (mediazione), – sulla buona gestione del conflitto (coordinatore genitoriale, piano genitoriale), – sulla interruzione di gravi condotte (alienazione genitoriale) e – sulla parità genitoriale verso i figli (nei tempi di frequentazione). E’ invece divenuto il simbolo del male assoluto, esibito come trofeo da parte di una finta e malcelata sinistra che rivendica diritti solo per il gentil sesso e zero diritti per gli uomini etero. Questo è, ogni altra analisi e ipocrita. Con il M5S in stato confusionale ed oppositivo (affidato a Spadafora, già non compianto Garante per l’Infanzia, in base a quali titoli accademici non è dato sapere) allo stesso Ddl Pillon, che ha pure rinnegato il patto di Governo (nel quale tali capisaldi erano scritti in modo esplicito!), su tal punto perdendo qualche milione di voti ed ancora non rendendosene conto.
Serve dunque ora e subito una riforma del diritto di famiglia fondata su pochi concetti:
chiarezza (poche norme e ineludibili e poco interpretabili); celerità (tempi certi e ristretti per le decisioni); parità (tra i genitori, senza discriminazioni di genere); responsabilità (secondo il principio chi sbaglia paga); competenza (secondo titoli ed esperienza e verifiche periodiche).
Lo chiedono a gran voce decine di migliaia di vittime. Tra minori, genitori, nonni.Avv. Marcello Adriano MazzolaFonte: www.personaedanno.it