Ecco il nuovo Isee: servizi sociali e agevolazioni fiscali commisurati su patrimonio e figli
L’erogazione dei servizi sociali sarà parametrata non più solo sul reddito dichiarato ma anche sul patrimonio disponibile e sul numero di figli a carico. Con un occhio di riguardo dal terzogenito in su. A prevederlo è il maxiemendamento alla manovra del governo Monti che riscrive le regole per la determinazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Con un’altra novità non di poco conto: oltre che ad accedere ad alcune prestazioni di Welfare (asili nido, tasse universitarie, assegno di maternità) questo strumento servirà anche a fruire delle agevolazioni fiscali.
Il testo depositato nella notte dai relatori al decreto «salva-Italia», Pier Paolo Baretta (Pd) e Maurizio Leo (Pdl), riscrive l’articolo 5 della manovra. Confermando lo strumento con cui andrà modificato l’Isee (un decreto non regolamentare del Presidente del Consiglio) e la dead line per intervenire (31 maggio 2012), il maxiemendamento precisa che si dovrà arrivare a una «definizione di reddito disponibile che includa la percezione di somme anche se esenti da imposizione fiscale e che tenga conto delle quote di patrimonio e di reddito dei diversi componenti della famiglia nonché dei pesi dei carichi familiari, in particolare dei figli successivi al secondo».
Per consentire all’indicatore di lavorare meglio, prosegue la nuova formulazione dell’articolo 5, occorrerà migliorarne la «capacità selettiva», «valorizzando in misura maggiore la componente patrimoniale» e differenziandole «per le diverse tipologie di prestazioni». Al tempo stesso viene confermata la previsione che le agevolazioni fiscali e tariffarie siano riservate solo a chi non ha un Isee superiore a una soglia individuata dal medesimo Dpcm.
Per evitare il paradosso che prestazioni sociali e sconti tributari vadano a beneficio di “finti poveri” il maxiemendamento affida a un successivo decreto di Economia e Lavoro il compito di rafforzare i controlli anti-abuso. Fermo restando che da tutta la risistemazione non potranno arrivare nuovi oneri per lo Stato e che ogni risparmio andrà reinvestito in servizi di Welfare.