Fabrizio Adornato: la Storia
ADORNATO Fabrizio nato a Genova in data 23/10/1965 telefono nr°331/3613354.
La mie vicissitudini prendono il via nel giugno del 2001 con una richiesta di separazione giudiziale presentata dalla mia ex moglie che da subito manifestò esplicitamente, attraverso gli scritti depositati dal suo legale, di come volesse perseguire un solo scopo: allontanare immotivatamente dalla mia figura di genitore nostra figlia G…. che allora aveva 2 anni. La sig.ra riteneva e tuttora ritiene a distanza di 11 anni che nostra figlia sia di sua esclusiva proprietà e che·deve amare solo lei. Il condizionamento e stato tale che è riuscita a farne, in parte, una complice nel suo progetto di distruzione paterna. Ha sempre vissuto con grande malessere il fatto che G….., come è giusto che sia, ·possa amare anche al padre. ·La madre sa amare solo attraverso il possesso. Infatti secondo lei non è nostra figlia, è sua figlia.·
La gravità della situazione è emersa nel corso degli anni. Oltretutto le decisioni più penalizzanti sono arrivate dalle persone alle quali, credendo nella giustizia, mi sono rivolto chiedendo aiuto.·
Mio malgrado mi sono reso conto che pochissimi considerano importante il desiderio che ho di occuparmi di mia figlia, seguendola nel suo processo di crescita, trasmettendole i valori e l’ amore che a mia volta i miei genitori hanno trasmesso a me.·Il ruolo che mi assegnano è quello di garantirle la sicurezza economica. A crescerla ci penserà qualcun altro.·
Ho sempre stretto·i denti. Ho sopportato l’essere ridotto in miseria, di non poter ricostruirmi una mia vita privata. L’unica cosa che non posso ·e non voglio più sopportare sono gli ostacoli posti fra lei e me.·Le ingiustizie subite nel ·corso degli anni sono molteplici e consultabili esaustivamente al blog·eremita65.com·nel quale ho scritto in 39 capitoli (ritenendolo necessario per far comprendere a chi si fosse interessato alla vicenda la gravità di quello che è accaduto) ·quella che ho definito “un’informativa di reato all’opinione pubblica”.
2 anni fa saturo di subire ho iniziato ad attaccare. Non la mia ex moglie che è sicuramente colpevole e che nel mio blog ho paragonato ad una pistola. Pericolosa certo ma del tutto innocua se non viene premuto il grilletto.·I magistrati·sono coloro che in tutti questi anni, a parte qualche raro illuminato, hanno provveduto a premere il grilletto della pistola – ex moglie.·
Sono loro i veri responsabili di tutto egregiamente coadiuvati da avvocati ed assistenti sociali.·
Negli corso degli anni attraverso il loro operato e le loro sentenze (tutte volte ingiustificatamente a tutelare esclusivamente la figura materna) hanno dato prova di accanimento giudiziario e di perseguire, in alcuni casi, interessi personali commettendo chiari reati.·Sono un militare dell’Arma, ho dedicato e dedico la mia vita a servire la Giustizia. Quando sono stato io ad averne bisogno, la Giustizia mi ha voltato le spalle.·
Ho formulato precise e dettagliate accuse sporgendo regolari denunce per omissione d’atti d’ufficio, interesse privato in atti d’ufficio e falso ideologico commesso in atto pubblico nei confronti di·nr°1 Giudice di Pace, di nr° 3 Pubblici Ministeri, di nr°3 Vice Procuratori Onorari, dell’ex presidente facente funzioni del Tribunale Civile, di un Giudice sempre del Tribunale Civile e di nr°1 Avvocato.·Tutti operanti all’interno della Procura di Genova.·
Ho utilizzato il mio blog come vetrina liberamente accessibile (almeno sino a quando non verrà oscurato dall’alto), proprio per cercare di mettere a conoscenza l’opinione pubblica delle nefandezze compiute da una parte della magistratura genovese che coscientemente con accanimento ha continuato e continua a penalizzarmi nella mia vita privata e professionale. ·
Nel novembre del 2010 scrissi una lettera al Presidente della Repubblica nella triplice veste di Primo Cittadino Italiano, di ·Comandante supremo delle Forze Armate e Presidente del CSM.·
A questa missiva il Quirinale rispondeva con una nota-standard: una mini lezione di giurisprudenza spicciola e banale con cui si dichiarava l’incompetenza del Capo dello Stato che, non potendo intervenire direttamente, avrebbe però provveduto ad inviare la documentazione al CSM per le valutazioni e le eventuali iniziative di competenza.·Non ricevendo alcuna comunicazione dal CSM, nonostante a dicembre 2010 mi sia recato di persona a Palazzo dei Marescialli per chiedere lumi circa l’iter della pratica, nel mese di marzo 2011 decidevo di dare inizio alla protesta pubblica, tramite uno sciopero della fame presso il Quirinale protratto per circa 20 giorni.·
Non potendomi assentare ulteriormente dal Servizio, alla fine di marzo facevo ritorno a Genova, speranzoso che il mio gesto avesse sensibilizzato il primo cittadino italiano, ma soprattutto gli organi competenti. Purtroppo questa mia speranza è rimasta tale in quanto nulla progredì verso l’applicazione della Giustizia.
In data 24 maggio 2011 facevo ·nuovamente ritorno a Roma per riprendere sempre sotto il Quirinale la protesta pubblica basata sullo sciopero della fame.·
Dopo 33 giorni e due ricoveri in ospedale, sospendevo lo sciopero della fame (che altrimenti avrei proseguito ad oltranza) a seguito della presentazione di una interrogazione·parlamentare al Ministro della Giustizia presentata dall’API a cui sono seguite le due presentate dal Partito Radicale e quella presentata dal P.D.L. ·
Nel frattempo continuavo però il presidio sotto·al Quirinale dove per un periodo di 25 gg·innalzando·la soglia della mia protesta, decidevo di rimanere ad oltranza anche di notte.·
I primi giorni del 2012 dovevo interrompere il presidio, per gravi problemi di salute di mia madre, facendo ritorno a Genova.
Moltissime associazioni del privato sociale hanno sostenuto la mia iniziativa. Il mio, pur non essendo un caso isolato è diventato l’emblema di un disagio sociale diffuso, che abbraccia una moltitudine di persone.
A più riprese le associazioni che mi hanno sostenuto inviarono durante la mia permanenza nella Capitale lettere ufficiali, sia via mail che cartacee, sia inviate per posta ordinaria che consegnate a mano all’Ufficio Protocollo del Quirinale chiedendo esplicitamente al Presidente di intervenire.·Nessuno ha mai ottenuto la benché minima risposta. Anzi a sollecitazioni telefoniche da parte di Presidenti di Associazioni·il Colle rispose di non sapere nulla della vicenda, ne’ tanto meno della mia presenza a Roma (particolare piuttosto strano visto che il personale appartenente alle forze di Polizia e responsabili del servizio di vigilanza esterna al Presidente redigevano e consegnavano quotidianamente agli uffici preposti del Quirinale una relazione scritta inerente la mia presenza ed il mio comportamento. A ciò bisogna aggiungere le decine di telecamere della vigilanza che mi riprendevano)·
Alcuni organi di stampa, alcune radio e tv locali genovesi e romane hanno trattato la mia vicenda, sfidando la paura di denunciare storture della magistratura.
Una grossa cassa di risonanza da parte della stampa nazionale, però, è resa allo stato attuale impossibile dal muro di gomma che ·la magistratura ha innalzato sulla mia vicenda.
Evidentemente la mia protesta dava e da fastidio. Tocca i Poteri Forti. E’ basata su prove incontestabili, quindi va oscurata.
Forte è il disprezzo che si continua a dimostrare nei miei confronti sotto molteplici aspetti: come padre, come Carabiniere e come cittadino italiano onesto.
Dal 23 di ottobre c.a. dal lunedì al venerdì dalle ore 09:00 alle ore 13:00 ho ripreso la mia protesta civile e non violenta questa volta sotto il Tribunale di Genova (autorizzato dall’autorità di Pubblica Sicurezza sino al 1 Gennaio 2013 e supportato logisticamente dall’Associazione Papà Separati Liguria ) da dove mi allontanerò solo ed esclusivamente quando avrò ottenuto mia figlia ed il mio stipendio.·
Proprio per far capire a quella parte della magistratura costituita da quelli che ho definito··”the untouchables”·che non scherzo ho iniziato dal 29 novembre uno sciopero della fame che si protrarrà se necessario sino all’estrema conseguenza (ad oggi sono dimagrito di circa 7 kg).
Chi mi conosce sa che andrò fino in fondo.
Questa mia storia deve cessare. Basta! Mi manca troppo la mia bambina. Mi manca il tempo che trascorrevo con lei, i giochi, le confidenze, il sentirmi chiamare ancora papà, i suoi baci. Mi manca vederla crescere e partecipare al suo processo di crescita, vederla diventare adolescente.·
Se queste persone che dovrebbero essere portatori di giustizia credono che mi fermi si sbagliano di grosso. Non ho più nessuna intenzione di continuare a soffrire senza avere commesso nulla.·Possono spezzarmi ma non riusciranno a zittirmi o a piegarmi alle loro nefandezze·(sono arrivati persino a: condannarmi per minacce e lesioni senza prove e senza testimoni solo sulla parola della mia ex suocera. Il 23 Gennaio prossimo venturo ci sarà l’udienza in Cassazione. Se sarà necessario ricorrerò alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo; demandare la mia pratica di divorzio ad uno dei magistrati da me denunciato due volte).
Allo stato attuale la mia protesta sotto il Tribunale genovese ha ottenuto ·l’effetto di creare un grosso fastidio ed imbarazzo tra i magistrati. Nel loro delirio di onnipotenza non si capacitano di come una persona, oltretutto con il mio status, si premetta di fare i loro nomi accusandoli pubblicamente di aver commesso dei reati·(utilizzando un megafono racconto alla pubblica folla che transita le motivazioni che mi hanno portato a protestare).·Quasi una lesa maestà. Consci però che sono un osso troppo duro da azzannare alternano momenti in cui fanno finta di niente accettando una situazione che se non fosse tragica potrebbe anche sembrare divertente a momenti in cui esasperati cercano di bloccarmi utilizzando “le vie traverse”. ··
Un dato importante nessuno tra magistrati, avvocati ed assistenti sociali chiamati in causa attraverso le mie denunce ed il mio blog si sono sentiti in dovere di difendere la loro reputazione. Non hanno alcun elemento per dire che affermo il falso e di conseguenza non avranno mai il coraggio di affrontarmi in un’aula di tribunale. Sanno che di fronte ad un Giudice imparziale non hanno nessuna possibilità. Quindi preferiscono il silenzio. Sperano che la situazione si affievolisca con il passare del tempo confidando anche nell’aiuto, già arrivato, dei loro colleghi di Torino competenti per territorio che senza svolgere la benché minima indagine stanno archiviando le denunce da me presentate.·
Preciso che l’aver sin da subito dimostrato ai miei superiori la fondatezza delle mie accuse e le prove a sostegno e l’aver tenuto da sempre un comportamento ineccepibile sotto ogni aspetto, sono stati elementi·che hanno indotto l’Arma dei Carabinieri a non ostacolare mai la mia protesta,·permettendomi di compiere gesti che mai prima d’ora nessun militare della Benemerita aveva fatto.
L’amore nei confronti di mia figlia, la paternità negata e la dignità calpestata sono le molle che mi hanno spinto ad iniziare questa mia protesta·
Il CSM a distanza di due anni non ha ancora intrapreso nessuna attività. Anche loro fanno finta di niente.·
Attualmente la mia pratica dii divorzio iniziata l’anno scorso a maggio giace in attesa che venga designato il 5° Magistrato (ripeto il 5° magistrato in un anno e mezzo) deputato a seguirla. In questo anno e mezzo di udienze inutili hanno portato mia figlia 2 volte in tribunale. Ciò sempre per dare seguito a richieste presentate dalla mia ex moglie nonostante io li avessi diffidati dal farlo. Uno stress mentale da evitare ad un’adolescente (13 anni). Lo hanno fatto sperando di togliermi l’affidamento condiviso. Purtroppo per loro mia figlia al di là di riferire che sono un papà severo ·(secondo il suo giudizio) e che si vergogna della mia protesta (questo è stato da lei indicato quale motivo per cui non vuole venire con me. Io non le ho mai parlato della mia protesta. E’ stata la madre raccontando chiaramente la sua verità) non ha raccontato situazioni tali per cui si poteva revocare l’affidamento condiviso. A tutto ciò aggiungiamo che la mia ex ha un’attività commerciale, quindi un reddito, ma sono sempre costretto a pagare.
Posso anche morire di fame fuori dal Tribunale di Genova, ma non riusciranno mai a togliermi la dignità e l’orgoglio di voler essere padre, Carabiniere e cittadino italiano onesto.
Riassunto
Nome: Fabrizio
Cognome: Adornato
Mestiere : aspirante papà (Maresciallo dei Carabinieri)
Sono costretto a scrivere “aspirante” perché il mio ruolo paterno è assolutamente limitato.
Dal Giugno 2001 (udienza presidenziale di separazione giudiziaria, Tribunale di Genova) sino all’aprile 2010 le denunce, i soprusi, le cattiverie e gli atti chiari ed espliciti messi in atto da parte della mia ex moglie e dei suoi genitori tendenti ad impedirmi anche da separato di poter come è giusto che sia vivere la paternità, sono stati affrontati da me in prevalenza con uno spirito improntato alla difesa.
La magistratura genovese, nonostante sia sempre stata ampiamente e dettagliatamente informata degli avvenimenti, non ha mai cercato di arginare quanto messo in atto dalla controparte (ex moglie e familiari). Anzi a parte l’importantissima ma certamente tardiva (2007) sentenza della Corte d’Appello di Genova che stabiliva finalmente l’affidamento condiviso di G….. nata nel 1999·con·tempi di convivenza allargati a 15 gg al mese,·le altre sentenze, sia precedenti che successive, sono· state improntate a occultare, discriminare sopprimere, reprimere i miei tentativi di ribellione, arrivando persino a condannarmi per un reato senza che sia stata presentata nessuna prova se non la parola della presunta parte lesa.
2001
separazione giudiziale. Misure erogate: affido di G…. (nata dall’unione coniugale e di anni 2)· esclusivo alla madre, casa coniugale (libera da ipoteche, vincoli o mutui e di proprietà di entrambi) assegnata alla madre, metà del mio reddito mensile (1.100.000 di Lire su uno stipendio di 2.200.000) come contributo al mantenimento di madre e figlia. Frequentazioni con G…… 2 giorni a settimana, quando libero dai turni di servizio.
2001 – 2002
iniziano gli ostacoli alle frequentazioni con mia figlia, anche con il ricorso strumentale alla carta bollata: sono stato falsamente denunciato più volte dalla mia ex consorte e dai suoi genitori per disturbo della quiete familiare, rapimento della bambina, minacce, lesioni, riduzione allo stato di indigenza del nucleo familiare, ancora minacce e lesioni.
L’assegno convertito da lire in euro diventa di circa 600 euro
2002 – 2005
proseguono gli ostacoli alle frequentazioni con mia figlia (certificati medici “di comodo”, per cui la bambina si ammala sempre alla vigilia degli incontri col padre, prelievi a scuola da parte della madre anche nei giorni a lei non spettanti, appuntamenti “dimenticati”, etc.).·
Richiesta da parte della mia ex moglie al Tribunale di perizia psichiatrica sulla mia persona, al fine di chiedere la limitazione della potestà genitoriale, far dichiarare la mia inadeguatezza come padre e cancellare i due giorni settimanali con G…….·
La perizia disposta dal Tribunale, invece di cancellare il mio ruolo di padre, stabiliva che era più idoneo un affidamento condiviso della minore.
2006
Il tribunale emettendo sentenza di separazione,·ignora completamente la perizia·e conferma l’affido esclusivo alla madre, mantenendo inalterata l’assegnazione della casa coniugale e la frequentazione settimanale. L’assegno passa a 440,00 Euro al mese (300 per G.., 140 per la mia ex moglie). Proseguono gli ostacoli alle frequentazioni con mia figlia.
2007 – 2008
la Corte d’Appello di Genova stabilisce l’affido condiviso, con tempi di frequentazione allargati a 15 gg al mese. L’importo dell’assegno viene confermato. Proseguono gli ostacoli alle frequentazioni con mia figlia.
2008 – 2010
proseguono gli ostacoli alle frequentazioni con mia figlia nonché le denunce nei miei confronti.·
Nel febbraio 2010 un infortunio sul lavoro mi obbligava a molti mesi di convalescenza (un pluripregiudicato mi rompeva i legamenti crociati esterni, lesionando quelli interni del ginocchio destro). L’impossibilità a poter andare a prendere mia figlia a casa della madre distante circa 13 km dall’abitazione da me presa in locazione ha permesso a quest’ultima di riuscire a far si, concretizzando il suo agire sino a quel momento risultato vano, che la bambina si allontanasse dalla mia figura di papà.
Quando finalmente mi ero ristabilito fisicamente il crollo economico delle mie già ampiamente disastrate finanze mi impediva per altri mesi di poter anche solo provare a far ritornare mia figlia presso la mia abitazione (ho vissuto per molti mesi con la luce elettrica staccata, senza riscaldamento ne’ acqua calda.)·
Le difficoltà economiche non nascevano tanto dall’inattività lavorativa, quanto dalle misure imposte dal Tribunale. Non va dimenticato infatti che l’assegno da versare alla madre è rimasto invariato nonostante insieme a G….. per 15 giorni al mese.
Infatti anche se erano già passati tre anni dalla sentenza della Corte d’Appello l’assegno mensile che dovevo versare continuava a rimanere inalterato pur avendo per la gestione quotidiana di mia figlia gli stessi identici costi della madre.
I normali costi da me sostenuti di alimentazione, vestiario, trasporti, scuola, svaghi ed attività extra scolastiche per G, quindi, si sommavano all’assegno· che la madre continuava (e continua) a ricevere come contributo al mantenimento della bambina ed al suo.
A conti fatti, era come avere due figli. Per me le spese da anni si erano raddoppiate mentre per la madre si erano dimezzate.
Compresi che l’unico modo che avevo per uscire da quella situazione che vedeva scivolare via mia figlia dalla mia vita e mi aveva ridotto in uno stato d’indigenza era quella di sporgere denuncia nei confronti dei magistrati, avvocati ed assistenti sociali che a vario titolo nel corso degli anni avevano concorso a creare attraverso omissioni, collusioni o più apertamente atti illeciti, quella situazione. Di questo ne davo comunicazione alle massime cariche politiche e di Governo affinché investite direttamente del problema intervenissero verificando la veridicità delle mie denunce. · · · ·
2010 – 2012
interruzione completa degli incontri con mia figlia.
Scrivo una lettera al Presidente della Repubblica (2/11/2010), ·alla quale l’Ufficio per gli Affari dell’Amministrazione della Giustizia del Presidente della Repubblica rispondeva dichiarando testualmente che:
“non rientra tra le attribuzioni costituzionali del Capo dello Stato l’intervento su questioni appartenenti alla competenza dell’autorità giudiziaria. Non risulta pertanto possibile compiere in questa sede una valutazione dei fatti da lei evidenziati, ne intervenire in alcun modo. Nondimeno, posso assicurarle che questo Ufficio non ha mancato di trasmettere la sua istanza al Consiglio Superiore della Magistratura per le valutazioni e le eventuali iniziative di competenza. Al Consiglio Superiore potrà perciò rivolgersi, se crede, per conoscere l’esito della situazione.”
Non ricevendo alcuna comunicazione dal CSM, nonostante a dicembre 2010 mi sia recato di persona presso quegli uffici per chiedere lumi circa l’iter della pratica (ricevevo delle risposte elusive), nel mese di marzo 2011 decidevo di dare inizio alla protesta pubblica, tramite uno sciopero della fame, presso il Quirinale tendente a sensibilizzare il Presidente della Repubblica -·in qualità di primo cittadino italiano,·comandante supremo delle Forze Armate, nonché presidente del CSM – circa il mio calvario giudiziario·che mi aveva condotto ad un degrado·insostenibile sotto·il profilo affettivo, psico-emotivo, economico e relazionale.·
Dopo 20 giorni non potendomi assentare ulteriormente dal servizio, alla fine di marzo facevo ritorno a Genova.
Molte associazioni del privato sociale (genitori separati, madri e padri, famiglie unite, nonni, associazioni forensi etc.) hanno sostenuto la mia iniziativa ed hanno mantenuto un presidio giornaliero presso il Quirinale nel periodo della mia assenza.·
Il 24 maggio 2011·facevo ritorno a Roma presso il Quirinale dove riprendevo lo sciopero della fame che interrompevo dopo 33 giorni a seguito dell’inoltro della prima interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia presentata dall’API a cui sono seguite le due del Partito Radicale e quella del P.D.L. Continuavo però il presidio sotto·al Quirinale dove per un periodo di 25 gg·innalzando·la soglia della mia protesta, decidevo di rimanere ad oltranza anche di notte. I primi giorni del 2012 dovevo interrompere il presidio per gravi problemi di salute di mia madre.·
Dal 23 di ottobre c.a ho ripreso la mia protesta spostandola da Roma a Genova davanti al·Tribunale dove ogni mattina dal lunedì al venerdì (il sabato e la domenica sarebbe inutile sostarci poiché l’attività giudiziaria si ferma)· dalle ore 09:00 alle ore 13:00 manifesto supportato dalle associazioni sopraccitate e che da anni si battono per la reale applicazione delle legge·sull’affidamento dei figli minori.·Da giovedì 29 novembre ho iniziato uno sciopero della fame che se necessario si protrarrà sino all’estrema conseguenza.
A corollario della mia iniziativa posso aggiungere che:
Quattro diverse interpellanze parlamentari, presentate in entrambi i rami del Parlamento da esponenti sia di maggioranza che di opposizione·presentate tra il 2011 ed il 2012·chiedono chiarimenti al ministro della Giustizia. ·
Le denunce da me sporte nei confronti di esponenti della magistratura e dell’avvocatura genovese hanno prodotto solo silenzio. Nessuno ha presentato contro denunce o querele per calunnia, diffamazione o altro.·Il tribunale di Torino competente per territorio ha già archiviato alcune delle denunce senza svolgere nessuna attività di indagine.
Il CSM a distanza di due anni non ha ancora effettuato nessun accertamento.