Ferrara, non vede i figli: denuncia i servizi sociali e il tribunale al CSM
Da tre anni, dopo la separazione consensuale con l’ex moglie, vede a singhiozzo i suoi due figli di 6 e 11 anni, dal 2008 affidati ai servizi sociali ma di fatto «gestiti in tutto e per tutto dalla madre». Massimiliano F., 42 anni impiegato ferrarese, oggi vuole arrivare fino in fondo e per questo ha denunciato gli stessi servizi sociali e ha presentato un esposto al Consiglio superiore della magistratura nei confronti del tribunale per i minorenni.«Fino ad oggi — chiosa l’avvocato Patrizia Micai — non siamo mai riusciti a fornire la nostra versione e l’unica che è arrivata al tribunale è quella dei servizi sociali. Abbiamo cercato di presentare prove, perizie, documenti: il mio assistito vorrebbe solamente essere un normalissimo genitore e non orfano dei suoi figli solo perché lo Stato è incapace di garantirgli lo status di padre».
La vicenda.·I guai per Massimiliano cominciano nel 2007 quando si divide dalla moglie. Una separazione consensuale, lui potrà vedere i bambini in qualsiasi momento previo accordo telefonico con l’ex amata. «Ma da quel giorno ho avuto diverse difficoltà perché lei ha sempre fatto di tutto per tenermi lontano. In più occasioni — racconta — ha chiamato i carabinieri, una volta con uno di loro disse che piuttosto di darmi i figli sarebbe andata in galera. Il più grande, di fronte a tutta questa assurda situazione, pensa che suo padre sia un mostro».
Massimiliano viene denunciato diverse volte da lei, dal suo nuovo compagno e dagli ex suoceri. Si arriva al 2008, entrano in scena i servizi sociali. Il padre incontra i figli ogni due settimane e per 45 minuti al massimo. Ma i rapporti tra lui e i bimbi diventano sempre più problematici: in un’occasione il più vecchio arriva perfino ad aggredirlo. «Da quando ci sono i servizi sociali il nostro rapporto è peggiorato — attacca l’uomo — e per questo ho presentato denuncia alla procura.
Da tempo ho chiesto di avere più incontri e per tempi lunghi ma non ho mai avuto risposte». Partono istanze al tribunale per i minorenni ma la situazione non cambia. «Abbiamo chiesto di poter visionare il fascicolo — sottolinea l’avvocato Micai — da oltre un anno e, allo stesso tempo, di poter parlare con un giudice: ad oggi non sappiamo nemmeno chi se ne sta occupando. Ora, attraverso un esposto, al Csm chiediamo di valutare il lavoro di questo tribunale».
Rabbia. «Non si sta facendo il bene dei bambini — riprende il padre — ma in questo modo si lavora nella nebbia rischiando solamente la loro salute. I servizi invece di avermi tutelato mi hanno danneggiato. Quando chiamo i miei figli mi viene interrotta la telefonata dalla madre o da qualche parente. Loro hanno voglia di stare con me e io non li mollerò mai fino a quando non finirò nella bara».
Fonte: ilrestodelcarlino.it