Genitori separati: quando papà deve vivere con 200 euro
Molte sono le problematiche che investono i genitori dopo la separazione. La mattina del 20 maggio si è tenuto un incontro tra la III° commissione delle Regione Liguria e l’Associazione Onlus dei Papà Separati per discutere questioni riguardanti l’attuazione della L.R. 7 ottobre 2008, n˚ 34 (Norme per il sostegno dei genitori separati in situazioni di difficoltà). Riconoscendo la pari importanza dei due ruoli educativi genitoriali e la necessità perciò di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo tra i figli ed entrambi i genitori, questa legge s’impegnerebbe a garantire, tramite l’affido condiviso e la realizzazione di case temporanee, le condizioni favorevoli ai coniugi per riuscire a svolgere in maniera dignitosa ed autonoma il proprio compito anche dopo il divorzio.
Mauro Lami, presidente dell’Associazione Papà Separati Liguria, così racconta le difficoltà riscontrate da parecchi genitori separati nella nostra Regione: « Prima di tutto c’è il problema casa. Quando uno si separa la prima cosa che succede è che rimane fuori casa, senza affetti, e se ha dei genitori dai quali recarsi riesce a tamponare la situazione, altrimenti si deve ritrovare un alloggio con tutte le difficoltà che questo comporta. Spese per l’affitto, bollette, assegno di mantenimento per i figli, avvocati, trasporto per recarsi al lavoro, riducono lo stipendio di un genitore separato intorno ai 200-400 euro: siamo al di sotto di qualsiasi soglia di povertà». Alla necessità di un nuovo alloggio per chi si separa la normativa risponde con la realizzazione di case temporanee in cui ospitare il genitore senza dimora; tuttavia, seppur auspicata e vista come positiva dall’associazione, questa soluzione non si paleserebbe come sufficiente nel lungo periodo, rimandando solo il problema. «Solamente equiparando il genitore separato ad uno sfrattato e permettendogli in questo modo di avere la possibilità di accedere ai bandi di case popolari o social housing» continua Mauro Lami «si può attutire davvero il problema; insieme ad una doverosa costruzione di case a portata di tutti». Oltre al problema dell’alloggio, un genitore separato si trova poi a dover subire il possibile allontanamento dei figli, non sempre impedito dalle legge sull’affido condiviso. Seppur vigente in linea teorica, la norma non è infatti applicata nel 90% dei casi, dove a godere dell’affido del minore e, conseguentemente, dell’alloggio si dimostra essere ancora in prevalenza la figura materna. Questo fatto, motivo di sofferenza per i papà separati che si trovano a perdere il contatto quotidiano ed autentico con i propri figli, è così interpretato da Lami: «La legge dell’affido condiviso trova tante difficoltà nell’applicazione perché non è frutto della nostra cultura, ma di convenzioni internazionali a sostegno dei diritti dei minori. Il modello di pensiero italiano è su questo tema ancora ancorato agli anni ‘70, in quanto si continua a pensare, in maniera errata, che la madre sia casalinga ed il padre assente ed inadeguato. Ciò poteva essere vero fino a 50-60 anni fa, quando c’era una netta divisione dei ruoli, ma adesso vi è parità d’impegni tra uomo e donna. Il rapporto tra padre e figlio – continua Lami – presuppone un legame continuo e costante, una crescita e conoscenza reciproca che viene a mancare con la distanza: un padre soffre di non poter insegnare più nulla al proprio figlio, di non poter conoscere ogni suo gesto o abitudine. L’affido condiviso, quello reale, porterebbe i figli a passare la stessa percentuale di tempo con i genitori, abitando un po’ con entrambi, e, in questo modo, non ci sarebbe neanche più bisogno dell’assegno di mantenimento, in quanto il figlio sarebbe mantenuto in egual misura dai due genitori durante il tempo trascorso insieme». Attenzione, però, a non generalizzare. Lo stesso Lami è portato ad ammettere: «Non siamo d’accordo che venga dato per scontato e a prescindere l’affido condiviso, noi siamo contro tutti i tipi di violenza e perciò riteniamo che si debba valutare caso per caso». Tutelare tutti i soggetti, uomini e donne comprese, da azioni violente o abusi, senza ricadere in alcuna deriva di misoginia o maschilismo volta a giustificare o perpetuare atti di questo tipo si rivela essere perciò anche per i Papà Separati di primaria importanza in un contesto delicato quale quello dell’affido minorile.
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