Gli accordi patrimoniali tra coniugi in vista del divorzio
Si è avvalsa della facoltà di non rispondere ed è stata trasferita nel carcere femminile di Lecce, Dora Buongiorno, 42 anni, la donna fermata nella tarda serata di ieri dagli agenti della squadra mobile della Questura di Brindisi perché ritenuta responsabile dell’omicidio dell’amante, l’imprenditore agricolo Damiano De Fazio 51 anni di Mesagne. De Fazio fu arso vivo la sera del 26 dicembre scorso in contrada Epifanio a Mesagne e spirò poche ore dopo nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Perrino di Brindisi.Domani avrà luogo la convalida del fermo alla presenza del legale di fiducia della donna, l’avvocato Roberto Cavalera del foro di Brindisi che, interpellato telefonicamente, mantiene lo stretto riserbo sulla vicenda. “Le indagini non sono ancora chiuse e non può essere riferito altro se non che la mia assistita è accusata dell’omicidio di De Fazio e che, interrogata dai poliziotti, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Ulteriori dettagli potranno essere resi noti solo in futuro”. Se la 42enne ha agito da sola o se è stata obbligata da qualcuno, o se, ancora, al momento dell’omicidio era in compagnia di altra gente, non è dato sapere. Quello che è certo, o perlomeno che “non è stato smentito dal medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo dell’uomo”, è che le fiamme sono state appiccate a partire dal basso ventre. Dai genitali. Il questore di Brindisi Giuseppe Cucchiara nella mattinata di oggi, durante la conferenza stampa stampa in cui ha comunicato il fermo nei confronti della donna, ha definito il fatto un “maschicidio”. Sarebbe stato l’epilogo di una situazione forse diventata, ormai, insostenibile, per Dora Buongiorno, bracciante agricola alle dipendenze di De Fazio con il quale aveva una relazione da almeno 15 anni e da cui ha avuto un figlio, il sesto per il 51enne. L’imprenditore agricolo, infatti, ha altri cinque figli con la moglie, dove viveva in contrada Palmarini a Brindisi. Che si trattava di un delitto passionale gli investigatori lo hanno capito subito. Questa, almeno, la pista più battuta fin dalle prime fasi delle indagini. Anche durante la conferenza stampa di oggi il questore di Brindisi ha ribadito che l’omicidio di De Fazio non è mai stato inquadrato come un’esecuzione della criminalità organizzata locale. La sera del 26 dicembre scorso Damiano De Fazio fu trovato avvolto dalle fiamme ma ancora vivo nelle campagne di Mesagne da una guardia giurata di un istituto di vigilanza privato. Prima di perdere completamente conoscenza per non svegliarsi mai più, avrebbe fornito agli investigatori, giunti sul posto subito dopo il suo ritrovamento insieme all’ambulanza del 118, indicazioni ben precise su chi lo aveva ridotto in quello stato. I poliziotti si misero subito a lavoro scoprendo che nel primo pomeriggio di quello stesso giorno l’imprenditore agricolo era stato prelevato dalla sua abitazione, in contrada Palmarini a Brindisi, da una donna che altri non era che Dora Buongiorno. Quello che è successo da quel momento fino alle 23,45, quando cioè Damiano De Fazio è stato trovato in campagna a Mesagne ridotto a una torcia umana era e resta un mistero almeno per i giornalisti. Gli investigatori non hanno riferito i dettagli delle indagini e sul motivo che ha portato il pm Luca Buccheri ad emettere un provvedimento di fermo nei confronti della donna. L’imprenditore agricolo brindisino smise di respirare all’alba del 27 dicembre e sul suo corpo fu eseguita l’autopsia dal medico legale Antonio Carusi. L’esame necroscopico rivelò che sul corpo dell’uomo non c’erano segni di violenza o riconducibili a colluttazioni e che la parte più bruciata era quella dal ventre in giù. Gli investigatori non escludono né confermano che nella vicenda siano coinvolte altre persone, al momento sulle indagini, però, si mantiene lo stretto riserbo. http://www.brindisireport.it/cronaca/2013/01/23/omicidio-col-fuoco-la-donna-tace/