I PADRI SEPARATI NON SONO DEGLI INCAPACI
·Va bene la libertà di stampa, ma a tutto c’ è un limite ! L’ art. apparso a pag. 23 del quotidiano “La Repubblica” del 04.07.2011, a firma di Chiara Saraceno, è quantomeno stigmatizzabile perché può essere ritenuto vistosamente di parte ed addirittura offensivo per tutta la categoria dei poveri papà separati ( questa è sicuramente l’ opinione dello scrivente ! ).
I poveri padri non solo sono penalizzati rispetto alle donne che, grazie al sistema vigente, puntualmente riescono ad ottenere figli, casa coniugale e consistenti mantenimenti ( una vera e propria rendita vitalizia ai danni del malcapitato di turno ) ma sono pure costretti a subire descrizioni come quelle di cui all’ art. in argomento e che non merita ulteriori commenti. Credo proprio che la Redazione della Repubblica debba delle pubbliche “ scuse” ai tantissimi papà separati che vengono ridotti in miseria ed in “stato di schiavitu’ “ in quanto costretti a dover lavorare per il resto dei loro giorni per assicurare “la rendita” alle ex , le quali , a volte, non intendono neppure lavorare, pur avendone tutte le possibilità, per non perdere i “privilegi” loro assegnati . Le moltissime donne per bene e che, magari, si battono per una vera giustizia e parità tra i sessi e per fare realmente gli interessi dei minori ( e ce ne sono tante, come è pur vero che ci sono uomini mascalzoni che si sottraggono ai propri doveri) perdonino lo sfogo, ma quando è troppo è troppo ! Non bisogna certo generalizzare. E’ inutile continuare a fare accademie e demagogie. Bisogna finirla di privilegiare un sesso e di penalizzare altamente l’ altro trincerandosi dietro la scusa di dover tutelare i figli. Basta con i mantenimenti e con l’ assegnazione della casa coniugale . Occorre una urgente riforma della legislazione vigente che imponga l’ assegnazione della casa a chi è il legittimo proprietario ( se è di entrambi i coniugi separandi va divisa o venduta ed il ricavato ripartito equamente ) e che abolisca ogni forma di mantenimento. Entrambi i genitori dovrebbero essere “obbligati al mantenimento diretto dei propri figli” senza alcuna possibilità di potersi sottrarre. La legge dovrebbe stabilire delle adeguate sanzioni per i trasgressori. Inoltre, andrebbero quantificati e stabiliti anche degli importi minimi sulla base del reddito di ciascun genitore, togliendo, in tal modo, qualsiasi forma di discrezionalità a riguardo da parte dell’ Organo chiamato a giudicare. Non è concepibile che ci siano delle differenze abnormi nella quantificazione del mantenimento
( attualmente per un figlio si possono riscontrare differenze che vanno da qualche centinaio di euro fino alle migliaia di euro senza alcun giustificato motivo è ciò non può essere accettabile perché tutti i bambini dovrebbero essere trattati allo stesso modo – non ci dovrebbero essere differenze tra figli di separati poveri e figli di separati ricchi – ; sarebbe opportuno stabilire delle percentuali di reddito che ciascun coniuge dovrebbe dedicare ai figli ). E’ giunto il momento di eliminare tutti gli interessi economici e patrimoniali che ruotano intorno alle separazioni perché sono proprio questi che favoriscono le conflittualità e che costituiscono il vero incentivo a chiedere le separazioni di tipo giudiziale. La quasi certezza di ottenere casa coniugale e consistenti mantenimenti, spesso, è ciò che spinge molte donne furbe ed in malafede ad avviare le separazioni. Se davvero si vogliono eliminare le gravissime forme di ingiustizia e di inciviltà che ci sono, occorre prendere atto che bisogna modificare il “sistema” vigente. Soltanto così si faranno realmente gli interessi dei figli che non verranno più contesi e soltanto in questo modo si potranno salvare moltissime famiglie ed anime innocenti dal dramma sociale delle separazioni. Sono tantissimi i padri costretti a dormire in posti di fortuna ed a rivolgersi alla Caritas per avere un pasto. Centinaia di loro ogni anno si tolgono la vita in preda alla disperazione ed alla miseria. Neppure tutte le criminalità organizzate messe insieme fanno tante vittime ( e non è certo l’ incapacità di accettare le separazioni e/o la depressione a spingerli a gesti estremi ! ). Questa non può certo essere definita civiltà e giustizia .-
Pino Falvelli