I segnali di una possibile condizione di Hikikomori
Risulta interessante anche ragionare sul perché, anche solo vent’anni fa, i numeri dei giovani che sceglievano di isolarsi dal mondo fossero così tanto più bassi. Leopoldo Grosso (psicologo-psicoterapeuta e presidente onorario gruppo Abele) ha spiegato a Fondazione Veronesi che «il disagio giovanile fino a trenta anni fa prendeva altre strade, come quella della tossicodipendenza da eroina per via endovenosa, e soprattutto non si doveva fare i conti con le richieste, molto esigenti, della “società dell’apparenza e del narcisismo” come invece accade col nuovo millennio. Oggi i valori estetici e prestazionali diventano dirimenti per definire il valore di un giovane da cui discende il suo livello di accettazione sociale. I ragazzi hanno assorbito totalmente questo tipo di cultura, ne hanno interiorizzato i criteri e i valori, e sono molto sensibili a riguardo: quando, dopo aver strenuamente combattuto per la loro accettazione, non ce la fanno più a reggere un confronto ai loro occhi sempre perdente, si arrendono e si ritirano».
Segnali hikikomori, a cosa occorre prestare attenzione?
Si può evitare si sfociare nella sindrome hikimomori – come viene specificato anche su Fondazione Veronesi – intervenendo tempestivamente, prima che la situazione diventi irreversibile. Quali sono i principali campanelli d’allarme a cui prestare attenzione? Sempre Marco Crepaldi ha specificato come le famiglie debbano stare attente all’insofferenza rispetto alla socialità: «Dapprima, il rifiuto è legato alle attività extrascolatiche come sport o uscite con gli amici. Successivamente, segue anche il rifiuto della scuola, il cui ambiente, dove possono celarsi storie di bullismo, viene vissuto in modo particolarmente negativo. Gli hikikomori si isolano progressivamente e sviluppano una visione molto negativa della società, soffrendo particolarmente le pressioni di realizzazione sociale, dalle quali cercano in tutti i modi di fuggire. Tutto questo porta a una crescente difficoltà, demotivazione e depressione del soggetto. La dipendenza da internet, al contrario di quanto si pensi, non è una causa dietro all’esplosione del fenomeno, ma rappresenta una possibile conseguenza».
All’atto pratico, quindi, chi rischia di diventare hikikomori passa per l’isolamento sociale prolungato che inizia con il rifiuto di tutto ciò che è extra rispetto alla scuola per poi arrivare a intaccare anche la vita scolastica. Il punto è evitare a tutti i costi le relazioni e le interazioni all’interno della società. Tutto questo può portare a una serie di conseguenze: stato depressivo, impatti negativi su alimentazione, attività fisica e cura della persona (che vengono trascurate). Spesso e volentieri, gli hikikomori preferiscono stare in piedi la notte e dormire il giorno. Il rischio è anche quello di sviluppare una tendenza autodistruttiva che può comportare autolesionismo e abuso di sostanze. All’inizio gli hikikomori soffrono di ansia sociale. A questa, successivamente, subentra l’ansia del tempo perso e dell’impotenza rispetto al non poter fare più nulla della loro vita, che percepiscono come compromessa. Il contatto della realtà perduto, infine, aumenta il rischio di sperimentare disturbi associativi e ossessivo compulsivi.