ISTAT-WELFARE: ITALIA SPENDE PIU’ DEGLI ALTRI PAESI UE.
WELFARE: ITALIA SPENDE PIU’ DEGLI ALTRI PAESI UE.
In Italia la spesa per la protezione sociale assorbe quasi il 30 per cento del Pil e il suo ammontare per abitante supera i 7.500 euro annui (anno 2009).
Nel confronto europeo l’Italia si colloca al di sopra della media dell’Unione. Lo rileva l’Istat nel Rapporto in schede Noi Italia presentato oggi. La spesa per l’assistenza sociale erogata dai comuni rappresenta una componente importante del sistema di welfare adottato a livello locale.
In valore assoluto la spesa sociale dei comuni ammonta a 6,6 miliardi di euro e il valore medio per abitante e’ pari a 110,7 euro (anno 2008).
La spesa per prestazioni sociali e’ pari al 17,3 per cento del Pil e corrisponde a un importo pro capite di 4.544 euro (anno 2008). Nell’Italia settentrionale si concentra la quota maggiore sia della spesa per prestazioni sociali (50,5 per cento), sia delle entrate contributive (56,3 per cento).
Nel complesso sono state erogate 23,8 milioni di pensioni, per una spesa pari a 241.109 milioni di euro, il 15,4 per cento del Pil (anno 2008).
Nel 2008, il 51 per cento dei comuni italiani ha attivato almeno un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi integrativi/innovativi per l’infanzia, il 12,6 per cento in piu’ rispetto al 2004. Molte regioni del Mezzogiorno sono ancora lontane dal garantire la diffusione di questa componente essenziale per consentire la conciliazione degli impegni casa-lavoro e favorire l’accesso delle donne al mercato del lavoro.
La percentuale di bambini in eta’ 0-2 anni che fruisce di servizi per l’infanzia e’ pari al 12,7 per cento. Molto ampio risulta il divario regionale: in Valle d’Aosta il 28,4 per cento dei bambini fino a 36 mesi fruisce del servizio, percentuale che scende al 2,7 per cento in Calabria.
Nel complesso sono state erogate 23,8 milioni di pensioni, per una spesa pari a 241.109 milioni di euro, il 15,4 per cento del Pil (anno 2008).
Nel 2008, il 51 per cento dei comuni italiani ha attivato almeno un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi integrativi/innovativi per l’infanzia, il 12,6 per cento in piu’ rispetto al 2004. Molte regioni del Mezzogiorno sono ancora lontane dal garantire la diffusione di questa componente essenziale per consentire la conciliazione degli impegni casa-lavoro e favorire l’accesso delle donne al mercato del lavoro.
La percentuale di bambini in eta’ 0-2 anni che fruisce di servizi per l’infanzia e’ pari al 12,7 per cento. Molto ampio risulta il divario regionale: in Valle d’Aosta il 28,4 per cento dei bambini fino a 36 mesi fruisce del servizio, percentuale che scende al 2,7 per cento in Calabria.