L’8 marzo dedicato alle donne che se lo meritano – di Glenda Mancini
L’8 marzo, fin dalle origini (che in Italia datano 1922), è stata “solo” una giornata dell’anno dedicata al ricordo delle tante donne morte per mancanza di diritti.Lavoratrici, ma anche semplici casalinghe, potevano così utilizzare la data dell’8 marzo per organizzare manifestazioni, marce, convegni, sit-in, allo scopo di stimolare, seppur per un solo giorno, una seria riflessione, anche politica, sul “peso” del ruolo femminile nella società e sulle giuste rivendicazioni di emancipazione e pari opportunità da perseguire.
La mimosa, che è il fiore del mese di marzo e uno dei primi a fiorire in primavera, ne è diventato il simbolo ma solo in Italia. Tutto il “corollario” legato al puro marketing, come gli spogliarelli e le cene a tema, che solo nei decenni scorsi era diventato il fulcro della celebrazione, sono arrivati dopo, finendo per trasformare quella che doveva essere una Giornata fatta per rivendicare dei diritti e fare il punto su quelli acquisiti, in un’occasione per farsi una pizza tra amiche.
È doveroso ricordare che l’8 marzo è stata una data importante per tutte le donne che rivendicavano il diritto di poter votare, ad avere una rappresentanza in Parlamento, ad accedere al lavoro e agli studi alla pari degli uomini. Cose che ci siamo dimenticate. Non scordiamoci, però, che in molte parti del mondo, la Giornata internazionale della Donna, serve ancora a questo.
E dobbiamo fare attenzione in questa epoca di femminismo radicale a non dar rilievo a una parità dei sessi che conduca le donne a imitare gli uomini per dimostrare la propria uguaglianza.
Essere pari non significa essere identici.
Fonte:http://www.qelsi.it/