La mia odissea
Riceviamo e pubblichiamo l’ennesima testimonianza della malagiustizia familiare, forse sono pagati troppo poco per prendersi delle responsabilità …..
Mi rivolgo a Voi tutti in occasione della trasmissione che ha per tema la tutela dei diritti dei padri separati. Anche chi Vi scrive sta vivendo una storia personale e processuale che ha dell’inverosimile. I fatti sono questi: E’ in corso una causa di divorzio giudiziale con la mia ex moglie che segue la precedente causa di separazione giudiziale durata diversi anni ( con costi processuali che ometto di riferire nel loro ammontare ma solo per rispetto a chi, Suo malgrado, “evita” di rivolgersi alla giustizia per l’impossibilità di sostenerli). Uno degli argomenti inerenti alla causa di divorzio giudiziale, che rappresenta il motivo per cui vi scrivo e che mi sta più a cuore, è stata la richiesta di affido dei miei figli, all’epoca di 7 e 11 anni, collocati presso la madre seppur in regime di affido condiviso (come spesso, troppo spesso, avviene in Italia). La mia ex moglie infatti intrattiene un nuovo rapporto affettivo e di convivenza con persona nota alle forze dell’ordine, circostanza riferitami direttamente dal comandante della stazione carabinieri di Genova Pra; l’attuale compagno della signora si è intromesso svariate volte nei rapporti, peraltro molto difficili, con la mia ex moglie spesso anche istigandola ad accentuare la conflittualità, peraltro già molto elevata, che corre tra noi. Il processo, ad oggi, ha cambiato ben tre Giudici !!!!!!!. Il primo giudice, (ve ne saranno diversi, ribadisco, sino ad arrivare all’ultimo), preso atto della grave situazione in cui, a causa della conflittualità, vivono i due figli minori ( all’epoca di 7 e 11 anni) dispone una consulenza tecnica d’ufficio con affidamento dell’incarico ad un noto perito iscritto all’albo del Tribunale. Dopo sei mesi di incontri, discussioni, acquisizioni di documenti, interpello delle forze dell’ordine anche sui precedenti penali dell’attuale compagno della mia ex, approfondimento sulla personalità delle parti e dei loro figli (esperienza devastante sia sotto il profilo psicologico che economico), il CTU conclude affermando di presunti ABUSI SESSUALI SUI BAMBINI, desunti da specifici testi a cui i bambini sono stati sottoposti, confermando anche la pericolosità sia della mia ex moglie, dalla personalità oltremodo altalenante e, comunque, inidonea a poter supportare l’educazione dei figli. Inoltre, la consulenza tecnica disposta dal Magistrato ha pure evidenziato la completa incapacità della madre a svolgere il suo ruolo materno tanto da consigliare l’immediata COLLOCAZIONE DEI FIGLI PRESSO L’ABITAZIONE PATERNA nonché incontri PROTETTI tra figli e madre da svolgere in ambiente neutro. Ovviamente, quanto da me affermato è riscontrabile in ogni punto nella documentazione prodotta in atti e che evito al momento di allegare per evidenti ragioni di privacy. Conformemente all’esito, chiaro ed inequivocabile della CTU, il Magistrato, aveva pronunciato ordinanza, mai reclamata da controparte, a mezzo della quale vietava ogni forma di contatto tra i miei figli e l’attuale compagno della mia ex moglie (!); tale provvedimento del Magistrato è stato del tutto disatteso dalla mia ex moglie la quale, incurante della tutela dell’equilibrio e dell’incolumità fisica dei propri figli, molto provati a causa delle vicende in corso, ha in maniera imperterrita continuato a far frequentare i miei figli al Suo compagno. Tale assurdo e grave atteggiamento della mia ex compagna, è stato pure evidenziato dalla stessa Ctu e dall’intervento delle forze dell’ordine che si sono presentate più volte a casa dei soggetti che tranquillamente in barba a tutte le leggi e ordinanze non hanno mai aperto alla porta di quest’ultimi pur essendo in casa. Ovviamente, anche i fatti sopra riferiti sono riscontrabili nella documentazione agli atti. Nel frattempo, non intendendo desistere dal mio proposito ma continuando a chiedere a gran voce l’affido dei miei ragazzi, ho subito vere e proprie minacce, in occasione di una delle varie udienze anche davanti al palazzo di giustizia, da parte del compagno della mia ex moglie; io e la mia attuale compagna abbiamo subito atti vandalici ed addirittura un incendio ai danni delle auto di nostra proprietà. Nell’occasione, testimoni hanno riferito all’Autorità che un’ Audi A4 di colore grigio giunse ad altissima velocità ed il conducente, sceso dall’auto, gettò materiale infiammabile sulla mia auto, l’incendio coinvolse ben sei veicoli. Per completezza, annoto che l ‘auto del compagno della mia ex moglie è un’Audi A4 di colore grigio. Sono attualmente in corso, da oltre un anno indagini che, tuttavia, non si sa bene a che punto sono. Contestualmente all’incendio della predetta auto, “ignoti” si recarono presso la mia abitazione ubicata in una strada privata a circa 500 metri di distanza dal luogo in cui fu incendiato il primo veicolo, e tagliavano tutte le gomme di altro veicolo di mia proprietà. Quanto occorre che un padre e un cittadino debba attendere prima di aver la certezza del diritto e quali sono i costi ed i sacrifici che occorre sopportare per poter ottenere giustizia? Siamo in attesa dell’ ennesima decisione di un Magistrato che ritiene la vita delle persone oneste non degne di attenzione. Nel frattempo, vivendo con una donna mamma di altri due minori dopo aver appena traslocato siamo stati costretti a ricambiare casa essendo terrorizzati di quanto potesse succedere ai ragazzi in questa vicenda, essendo l’appartamento ubicato al pianterreno. Mi chiedo, in tutto questo, dove stanno i diritti di due minori usati come strumenti, dove stanno i diritti di una famiglia che vorrebbe vivere una vita tranquilla e come può un Magistrato, a fronte di una CTU che Egli stesso ha disposto, con risultati così chiari ed evidenti, assumere decisioni disattendendo le conclusioni dei propri fiduciari. Arriviamo a un secondo giudice che ribadisce, preso atto della situazione, quanto già ordinato dal primo in attesa che venga depositata la CTU. Eppure il Giudice, il terzo in sei mesi, a cui nel merito la causa è stata assegnata, ha ignorato anzi, molto peggio, ha deciso di lasciare le cose come stavano confermando la collocazione dei bambini presso l’abitazione della madre ovviamente in presenza del di lei compagno, confermando il tutto con propria ordinanza completamente contraria alle precedenti e alle indicazioni della CTU motivando tale decisione in considerazione del fatto che i bambini si trovavano bene a scuola!!!!!!! Con franchezza, chiunque si domanderebbe che interesse debba prevalere: quello di un bambino ad essere collocato in un ambiente sano ed idoneo al proprio sviluppo psico-fisico ovvero, al contrario, quello del bambino che continui a vivere in ambiente giudicato ostile in ogni sua parte da medici professionisti ma valido sotto il profilo dell’ambiente scolastico. Ad oggi, nonostante ben due reclami verso l’ordinanza del terzo giudice (entrambi respinti dal collegio) i miei figli sono collocati presso l’abitazione della madre e del di lei convivente e dei presunti abusi nessuno ha tenuto o voluto tener conto con buona pace dei diritti alla tutela dei minori. Vi è da domandarsi, di fronte a simili decisioni, se anche i Magistrati che pure sono, a loro volta, madri e padri, con quale spirito assumano certe inaudite decisioni e cosa proverebbero se, a loro volta, dovessero subire da genitori, decisioni del tutto contrarie non solo ai più elementari principi di logica civile ma di buon senso . Contravvenendo inoltre a precise indicazioni forniti da professionisti preparati ad approfondire quegli aspetti che i Magistrati non sono in grado di affrontare per le particolari peculiarità di conoscenza necessarie di casi specifici. Quotidianamente, fuori dai Tribunali, compreso quello di Genova, si raccolgono padri che sistematicamente, tentano di reclamare a gran voce i loro diritti, tentano di gridare, spesso inascoltati, la voce della disperazione, padri sottoposti alle decisioni di persone che spesso rinviano le cause in quanto non si sono studiati la pratica prima dell’udienza, come peraltro accaduto anche nel caso di chi scrive. E’ superfluo precisare che, nonostante tutto, continuero’ a lottare per i miei figli a breve denuncerò alla procura questi fatti e dovranno spiegarmi almeno spero del perché un giudice che deve farsi garante della giustizia non abbia nemmeno presentato una nota agli uffici competenti per i presunti abusi sui minori. Il problema è capire, alla luce di certi comportamenti di chi la giustizia dovrebbe renderla, se l’ingiustizia è il presupposto per rivolgersi ad un Tribunale ovvero è la conseguenza dell’essersi rivolto a chi dovrebbe renderla. Vi ringrazio auspicando che anche questo grido di dolore si unisca ai tanti che animano l’incontro ed in generale molte persone che sono costrette a vivere simili drammatiche esperienze, ed il comune malessere che spinge ad incontrarci possa levarsi in una sola voce di protesta che, nel tempo, trovi un orecchio di ascolto ed un intervento legislativo di soddisfazione.