Le dieci scoperte sulla bigenitorialità: il lavoro di Linda Nielsen
Ecco gli studi che sfatano le false credenze sull’affido materialmente condiviso
La statunitense Linda Nielsen, stimata docente di psicologia dell’adolescenza e dell’educazione presso la Wake Forest University (North Carolina), si occupa da anni di ricerche sull’affido materialmente condiviso dei bambini figli di genitori separati. Le sue opere vengono frequentemente citate dai più autorevoli media statunitensi (The Washington Post, The New York Times, Wall Street Journal, Time ecc.) e presso le commissioni legislative e gli ambienti giudiziari di varie aree del mondo. Appare utile, in questo articolo, citare e riportare le conclusioni più rilevanti a cui è giunta la prof.ssa Nielsen con l’auspicio che, anche in Italia, se ne possa tenere conto concretamente sul piano legislativo, medico e sociale.
L’affido materialmente condiviso risulta in rapida diffusione in tutto il mondo per due ragioni: i padri, rispetto al passato, sono maggiormente presenti nella vita dei figli e le madri svolgono (o dovrebbero e potrebbero svolgere) più spesso attività lavorativa, anche a tempo pieno. Il lavoro della prof.ssa Nielsen si focalizza sul benessere dei figli di genitori separati considerando i due principali possibili piani genitoriali: convivenza prevalente con un solo genitore e convivenza con ciascun genitore per almeno il 35% del tempo trascorso in famiglia (inclusi i pernottamenti).
Perché la bigenitorialità è sempre più all’ordine del giorno?
Tra le questioni oggi sempre più poste all’attenzione del legislatore, del mondo forense, degli psicologi e degli assistenti sociali c’è quella della necessità determinare il miglior piano genitoriale possibile per i figli, dopo la separazione dei genitori. Da più parti si ritiene che le scelte da intraprendere sul piano legislativo devono risultare vantaggiose in primo luogo per i minori e non certo, paradossalmente, mirare all’accrescimento del fatturato dei professionisti che si occupano di diritto di famiglia. A tal fine appare indispensabile porre in primo piano le evidenze scientifiche tra cui ad esempio, oggetto di questo articolo, il grande lavoro della prof.ssa Nielsen.
In decine di studi, svolti in varie aree del mondo, sono state messe a confronto sia le condizioni dei bambini collocati stabilmente presso un solo genitore che di quelli materialmente accuditi tanto dalla mamma quanto dal papà. È emerso che la cosiddetta ‘bigenitorialità’, ovvero la genitorialità condivisa che consente ai figli di vivere con ciascun genitore per almeno il 35% del tempo trascorso in famiglia (inclusi i pernottamenti), determina nel complesso un benessere emotivo, comportamentale e psicologico superiore rispetto a quello dei figli che vivono prevalentemente con un solo genitore. Anche in caso di un alto livello conflittuale tra i genitori, risulta che i figli che trascorrono con loro tempi anche paritetici godono di migliori relazioni sociali, di un migliore rapporto con ciascuno dei genitori, di una migliore salute fisica. Appare utile precisare che non sono emerse problematiche connesse all’età dei bambini in quanto, anche nel caso di neonati o di bambini piccoli, le conclusioni generali risultano essere confermate.
Il lavoro della prof.ssa Linda Nielsen
Gli studi internazionali presi in considerazione sono stati inclusi in cinque categorie: risultati accademici o cognitivi, risultati emotivi o psicologici, problematiche comportamentali, salute fisica, qualità delle relazioni padre-figli. Attraverso i test si è compreso che, in linea generale, i figli che trascorrono tempi anche paritetici con ciascuno dei genitori sono generalmente più soddisfatti della propria vita rispetto ai figli che vivono prevalentemente con un solo genitore, ottengono migliori voti scolastici, sono meno depressi e stressati, fanno un minor uso di droghe, hanno meno problemi di delinquenza, di ansia e di disturbo antisociale.
La prof.ssa Nielsen ha evidenziato le dieci conclusioni più importanti a cui è giunta a seguito del suo lavoro, con la precisazione, ovviamente, che occorre prestare una specifica attenzione ai casi di conclamata violenza o di negligenza da parte di un genitore (o di entrambi) esistenti anche prima della separazione. Appare sempre più urgente la necessità di fornire a tali conclusioni un solerte riscontro legislativo che possa garantire il rispetto del diritto dei figli alla bigenitorialità, tralasciando ogni pregiudizio, ideologia politica o interesse di parte.
Le dieci scoperte sulla bigenitorialità
1. I bambini con custodia fisica condivisa, inclusi i pernottamenti, hanno meno problemi psico-fisici (autostima, depressione, ansia, delinquenza, bullismo, utilizzo di fumo, droga o alcol), godono di un miglior rendimento scolastico, di migliori relazioni con ciascuno dei genitori, con i nonni e con i nuovi eventuali compagni di mamma e papà
2. Si ottengono risultati analoghi anche in caso di neonati e di bambini piccoli
3. I benefici legati alla bigenitorialità prevalgono anche in caso di grave conflitto tra i genitori
4. Il reddito dei genitori non risulta influire sui benefici ottenuti dai figli grazie alla bigenitorialità. Tali benefici, pertanto, permangono anche in situazioni economiche disagiate
5. I benefici legati alla bigenitorialità non risultano generalmente collegati alla qualità della relazione tra genitori, ovvero alla loro collaborazione
6. I benefici per i bambini permangono anche nel caso in cui un genitore (o entrambi) dovesse inizialmente opporsi alla custodia fisica condivisa, anche ove stabilito mediante accordo o dal Tribunale
7. Nel caso in cui i bambini dovessero risultare esposti ad un elevato conflitto tra i genitori, persino ad un conflitto fisico, ciò non risulta essere più dannoso nel caso di custodia fisica condivisa rispetto alla custodia monogenitoriale
8. Il danno per i bambini eventualmente collegabile ad un conflitto genitoriale e ad una mancata collaborazione risulta, comunque, compensato o ridotto dal mantenimento di una relazione stabile con ciascuno dei genitori
9. La custodia fisica condivisa pare determinare maggiori probabilità di giungere a relazioni genitoriali distanti, distaccate e ‘parallele’
10. Le condizioni emotive, comportamentali e psicologiche dei bambini non risultano compromesse dall’esistenza o meno di un procedimento anche conflittuale in Tribunale che riguarda i genitori
Bigenitorialità, occorre ancora attendere?
Si ritiene che, anche in Italia, non si possano continuare ad ignorare gli studi della prof.ssa Linda Nielsen nonché le altre innumerevoli ricerche svolte su scala internazionale. La legge 54/2006, “Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli”, e la prassi giurisprudenziale vengono da più parti ritenute ormai vetuste, antiscientifiche e lesive per i minori che, spesso solo a parole, si afferma di voler tutelare.
Fonte:https://www.psicotypo.it/le-dieci-scoperte-sulla-bigenitorialita-il-lavoro-di-linda-nielsen/
https://ifstudies.org/blog/10-surprising-findings-on-shared-parenting-after-divorce-or-separation
Journal of Divorce & Remarriage, 55:613–635, 2014 (Taylor & Francis Group, LLC) (https://static1.squarespace.com/static/5154a075e4b08f050dc20996/t/54887e9fe4b04c36dc7d7873/1418231464149/40+studies+nielsen+.pdf)