Lettera aperta alle istituzioni genovesi
al Sindaco di Genova al Presidente del Tribunale di Genova La vicissitudini di Adornato prendono il via nel giugno del 2001 con una richiesta di separazione giudiziale presentata dalla ex moglie che da subito manifestò esplicitamente, attraverso gli scritti depositati dal suo legale, di come volesse perseguire un solo scopo: allontanare immotivatamente dalla figura di genitore la figlia di 2 anni. La sig.ra riteneva e tuttora ritiene a distanza di 11 anni, come migliaia di altre madri che la figlia sia di sua esclusiva proprietà e che debba amare solo lei, ed è il comportamento che lo comprova. Il condizionamento è stato tale che è riuscita a farne, in parte, una complice nel suo progetto di distruzione paterna.La gravità della situazione è emersa nel corso degli anni. Oltretutto le decisioni più penalizzanti per Fabrizio, sono arrivate dalle persone alle quali, credendo nella giustizia, si è rivolto chiedendo aiuto. Pochissimi considerano importante il suo desiderio di occuparsi della figlia, seguendola nel suo processo di crescita, trasmettendole i valori e l’ amore che fecero i suoi genitori nei suoi confronti . Una figlia che ha perso la “quotidianità”, ha perso la possibilità di potersi confrontare con il suo papà, ha perso il gioco, lo studio, il tempo libero che potevano passare insieme. Ad oggi Il solo ruolo che gli viene assegnato è quello di garantire la sicurezza economica, a crescerla ci penserà qualcun altro …. Fabrizio Adornato è uno di noi, un padre che invoca il sacrosanto diritto di uomo, di fare il padre, ed è disposto a tutto pur difenderlo, a costo della sua stessa vita. Dal 24 di ottobre è davanti al palazzo di giustizia a denunciare le ingiustizie che ha subito, ed insieme a lui la nostra Associazione Papà Separati Liguria. Dal 29 di novembre ha deciso di iniziare “lo sciopero della fame”, non ingerisce cibi solidi da ben 63 giorni, si cominciano ad evidenziare segni di cedimento, anche se lui dice che “ va tutto bene”. Il 7 aprile 1996, una data che è un simbolo per il movimento dei genitori. In quel lontano giorno di primavera, Andrea Sonatore, un maestro elementare di Aosta al quale veniva impedito di vedere la figlia dopo la separazione dalla moglie, si da fuoco davanti al tribunale di Aosta. è stato il primo ma non l’ultimo da quel momento iniziarono una continua battaglia per affermare il loro diritto alla bi-genitorialità. Non si può continuamente chiedere a noi Padri di fare un passo indietro, come non vogliamo che Fabrizio arrivi ad avere dei danni fisici o peggio arrivare alla morte per l’ insensibilità del Palazzo di “giustizia”e non vorremmo dover ricordare un’altra data. Quello che più ci rammarica è il fatto che molti uffici (o hanno eseguito degli ordini) che dovrebbero essere maggiormente sensibili ai problemi dei diritti e del benessere dei loro concittadini, ci sembra, siano sensibili solo alle chiamate del palazzo di giustizia, al punto tale da mettere in atto qualsiasi mezzo pur di zittire la protesta di Fabrizio, come le misurazioni della rumorosità in “pieno giorno” e la revoca all’utilizzo del megafono in quanto non sono stati in grado di misurarlo. Abbiamo cercato di sensibilizzare l’Amministrazione, nella persona del Sindaco, ci rendiamo conto che nello sfacelo totale nel quale naviga l’Italia , questi possono sembrare problemi piccoli, ma non accettiamo la risposta ” ….la situazione descritta è conosciuta e seguita dal nostro Servizio Sociale competente per territorio. L’Amministrazione comunale pertanto non è assente, ma al contrario agisce nell’ambito della competenza attribuitagli dalla normativa vigente.” Fabrizio non chiede di essere seguito da un “servizio sociale”, lui chiede che venga applicata la legge dello stato sull’affido condiviso; lui chiede anche un appoggio morale all’Amministrazione. La sentenza di Strasburgo ha condannato l’Italia per «la violazione del diritto al rispetto dei legami familiari» , dichiara “Non viene fatto tutto il possibile per permettere loro di vedere i figli”, una sentenza che conferma quello che migliaia e migliaia di padri sparsi in Italia, singolarmente o in associazione come in Liguria, denunciano da innumerevoli anni. Il palazzo di giustizia di Genova ha fatto tutto quello che era in suo potere per difendere un cittadino italiano, dall’applicazione scorretta dei provvedimenti emessi dai giudici competenti? L’Amministrazione comunale ha fatto di tutto per tutelare un suo cittadino, un Maresciallo capo dei Carabinieri? Speriamo fiduciosi in un vostro interessamento.
Mauro Lami Presidente P.S.Liguria