Mi racconti una fiaba. Carezze della sera dalla voce narrante di papà e mamma. A cura di Luca Cordoni
“Mi racconti una fiaba? Carezze della sera dalla voce narrante di papà e mamma”
Cari amici lettori,
padri o madri, nonni o nonne che siate: vi auguro di godervi con i vostri figlioli o con i nipotini questa bella raccolta, nata da un’idea valida intrinsecamente, che verrà per certo apprezzata nell’immediato dai suoi piccoli destinatari e in futuro, spero, dagli storici analisti del grande movimento di cambiamento sociale che ha avuto inizio negli anni ‘80 con la fondamentale opera “Il Padre ombra” di Maurizio Quilici.
Appartengo, chi mi conosce lo sa, al manipolo originario di resistenti, anzi di innovatori, che tentarono l’impresa disperata di modificare un arcaico stato di cose, tuttora ahinoi attuale, con le sue gravi carenze.
Ho sorriso leggendo l’allusione a un “anziano presidente”, probabilmente l’amico Ernesto Emanuele: io non sono meno anziano di lui, e continuo a dire a me stesso “Mai più ad un solo genitore” come nel 1990, quando iniziai a partecipare a questa lunga, lunga battaglia.
L’iniziativa di quest’opera si colloca all’interno di quella miriade di tentativi (dimostrazioni, marce, striscioni, volantinaggi, recite, audizioni, articoli, libri, interviste, lettere al Parlamento o al Presidente della Repubblica o al Papa…) che marcano il cammino di quello sforzo costante di poter restituire ai figli il diritto ad avere due genitori a pieno titolo anche dopo la loro separazione; che molto raramente hanno avuto direttamente effetti concreti, ma che certamente hanno contribuito a mantenere acceso l’interesse intorno alla tematica dell’affidamento e a lasciare aperta la porta della speranza a chi in quel momento
era coinvolto nel problema.
L’associazione alla quale appartengo, Crescere Insieme, nata nel 1993, porta inequivocabilmente nel nome il segno della centralità, la dimostrazione che la protesta non “Mi racconti una fiaba? Carezze della sera dalla voce narrante di papà e mamma” è a favore del genere maschile, e soprattutto non è contro il genere femminile.
Attribuire sostanzialmente a un solo genitore la funzione educante, dare a uno solo il compito di prendersi cura dei figli è una scelta grossolanamente sbagliata, e tale a prescindere dal fatto che venga emarginato il genitore maschio o il genitore femmina.
Purtroppo, al momento attuale la grande maggioranza degli appartenenti al sistema legale, nonché la maggior parte dei cortigiani che li circondano, non la pensa così.
Non solo si continua a vedere realizzato il cosiddetto “superiore interesse del minore” nel rimetterlo alle cure (ovvero ai poteri decisionali) di un solo genitore, ma si persiste nell’avere verso i padri un atteggiamento profondamente diffidente, quasi che fossero tutti potenziali criminali. Nello stesso tempo, non si riesce a svolgere l’elementare considerazione che le pari opportunità potranno essere restituite alle madri se e solo se,
quando e solo quando, si cesserà di attribuire loro compiti pressoché esclusivi nell’accudimento dei figli.
Sia ben chiaro, quanto ho appena affermato non riguarda il sentire comune ma, come accennato, essenzialmente le Istituzioni, la cui posizione influenza il circuito mediatico, che a sua volta condiziona il comportamento dei genitori nei processi di separazione.
Un circolo vizioso, o meglio una catena infernale, assai difficile da spezzare poiché assomma interesse politico a tornaconto economico.
Mi permetto di aggiungere che la posizione più bassa all’interno di questo raggruppamento ritengo debba essere attribuita a quegli elementi di genere maschile che esibiscono in pubblico uno pseudo “femminismo” a buon mercato, salvo poi effettuare scelte diametralmente opposte nei comportamenti concreti, così come nella vita privata.
Ma di ciò nessuno sembra accorgersi.
Mala tempora current, se un tribunale del Centro Italia vara un progetto che, per dichiarazioni alla stampa di chi lo ha ideato e realizzato, si propone di proteggere madri e figli dalla violenza di qualsiasi tipo che può venire loro da padri maltrattanti e persecutori.
Escludendo qualsiasi altra ipotesi di possibile minaccia. Per tacere sul fatto che i poteri forti non disdegnano di aggiungere al danno la beffa, attribuendo ogni provvedimento che sia appena appena rispettoso dei principi del diritto – o un atto dovuto, come la stessa Legge 54/2006 – alle pressioni della “potentissima lobby dei padri separati”.
Dunque, in questo mio commento, anche se l’emarginazione colpisce tipicamente i padri, neppure mezza parola contro quella moltitudine largamente prevalente, cui plaudo, di splendide mamme perfettamente consapevoli della necessità per i figli di avere vicino il padre a prescindere dal rapporto di coppia, e che hanno il buon senso di comprendere che la condivisione dei sacrifici e delle responsabilità va anche a loro vantaggio (ma, soprattutto, evidentemente a vantaggio della prole).
Di tutto questo ho voluto avvisare il generoso amico che ha messo insieme la presente raccolta, all’unico scopo di prevenirne la possibile delusione, riferendomi tuttavia solo agli effetti.
Non c’è battaglia in nome dei bambini che non meriti di essere combattuta.
Ma è anche opportuno, all’interno di una più ampia strategia, essere consapevoli del terreno che può dare frutto e di quello che fornirà essenzialmente soddisfazioni morali, per il suo valore di testimonianza e di documentazione: per quanti verranno in seguito.
“Mi racconti una fiaba? Carezze della sera dalla voce narrante di papà e mamma” Resta il fatto che tutto ciò che ho trovato in questa piccola, ma validissima opera mi ha toccato il cuore, muovendo ricordi di quando i miei figli erano piccoli e al tempo stesso ritrovandomi oggidì nel ruolo di nonno al quale ancora i nipotini rivolgono a occhi sgranati la tenera domanda: Mi racconti una fiaba. Carezze della sera dalla voce narrante di papà e mamma.
Marino Maglietta