La differenza tra Padri separati e Mondo della Questione Maschile (QM) è tutta qua: i primi si muovono spesso senza aver messo completamente a fuoco l’origine del male (la QM) spinti dall’urgenza e dal dolore: non esiste niente, nella vita, di più straziante, lancinante dello “scippo” dei figli, del loro affetto, della loro presenza. E’ qualcosa che devasta. Anche le persone più forti e imperturbabili.
L’urgenza diventa quindi azione,· risoluzione del problema che colpisce buona parte di questa metà del cielo che si trovi a passare dal tritacarne delle separazioni e connessi parenti maschi e femmine, ma soprattutto i FIGLI.
In questo slancio non è importante la messa a fuoco del problema a monte, la QM, perché non c’è né la lucidità né il tempo per farlo. Non è un caso che ci si fermi alla superficie del problema additando i giudici, gli avvocati e i servizi sociali (assieme alle ex) quali COLPEVOLI del problema.
I secondi, invece, quel “resto del mondo della QM“, non vivendo spesso sulla propria pelle l’impellenza della risoluzione del problema, hanno la lucidità che manca ai primi per scandagliare il pensiero alla ricerca delle cause ultime ma non hanno il pragmatismo del fare, limitati, appunto, alla ricerca delle ragioni.
Spesso, in quel mondo, è talmente importante la ricerca delle ragioni remote rispetto all’azione che si tende, da alcune parti, a discriminare i Padri Separati a seconda se facciano quello che fanno CONSAPEVOLMENTE come soluzione alla QM o meno: laddove nel primo caso si riconosce loro l’importanza del contributo, se invece non lo fanno consapevolmente (e sappiamo che spesso è così in base al mio ragionamento di prima) ALLORA c’è la tentazione di non riconoscerlo.
Tradotto in altre parole si ha l’impressione che il mondo che si occupa della QM sia talmente orientato al PENSIERO da valutare l’AZIONE sole se in conseguenza di quello. Mancando quindi di pragmatismo.
I Padri Separati, per contro, sono talmente orientati all’AZIONE da non sentire l’esigenza di mettere a fuoco il PENSIERO. Non manca loro l’efficacia, ma la strategia, tanto pieni di tattica quali sono.
Il punto allora diventa: si può vincere la guerra con la tattica senza strategia? Forse sì, ma ci vuole molto più tempo. D’altra parte, però, se la strategia ancora manca, e non si scende in campo, è forte il rischio di venire sconfitti.
Come trasformare questa diversità di approccio in una ricchezza? Sta qua il difficile. Di sicuro cercando di venirsi incontro. Cercando un linguaggio comune che sia reciprocamente comprensibile.
Per i PS, a prescindere dalla consapevolezza, risulta estremamente importante ottenere VISIBILITA’ da parte dei media. Per ottenere questo (e in questo si sono fatti passi avanti enormi) è diventato necessario avere argomenti il più POLITICALLY CORRECT possibile. Solo così si ottiene l’attenzione della stampa. E’ per questo che più o meno inconsciamente l’attenzione viene spostata dal conflitto papà/mamma (uomo/donna) al danno per i figli. Viene preso uno degli aspetti del problema (quello più “digeribile” per la stampa, quello più spendibile) e il dibattito· finisce per·incentrarsi esclusivamente su quello, alla ricerca dell’empatia per la vittima FIGLIO piuttosto che per la vittima uomo, per la quale l’empatia non avviene.
Questo aspetto, completamente diverso dalla strategia comunicativa del MoMas, molto più diretta, non facilita certo la comunicazione tra i due mondi: laddove spesso, A CONTRARIO, i militanti della QM possono a volte sembrare, agli occhi dei Padri Separati, solo dei vacui intellettuali di genere che non fanno niente di utile, esprimendosi altresì con un linguaggio così diretto da risultare spesso indigeribile o incomprensibile agli occhi dell’opinione pubblica.
Ancora una volta diventa un problema di comunicazione, che risulta fondamentale. E che va risolto.
Giorgiogal