Padri separati, “Vedo i miei figli per strada e non posso abbracciarli”
“Le mie parole provengono dal cuore, dal cuore di un padre, un uomo, che ha·subito dalla donna alla quale dava rispetto e amore solo tradimento, per il· quale non ci sono parole precise per definirlo. Lo scopo di ogni essere vivente è di vivere in pace, di far vivere in pace e serenità le persone che ama, purtroppo non è per tutti così. Io desidero vedere i miei figli, vederli addormentare la sera, vederli· svegliare al mattino e dargli un bacio, ma non è cosi per un padre come me·che ha dato e dà l’anima per i suoi figli. Questo è il dolore più grande, non poter·vivere ogni secondo della mia vita vicino a loro, solo perché una persona ha deciso di non volere più un marito e cacciarlo via di casa con inganno e· bugie diffamanti.
Solo io so quanta è grande la violenza che ho dovuto subire e la violazione dei miei diritti di padre, di uomo, ho vissuto un anno in auto, sottoposto alle intemperie, al freddo, ai dolori fisici, un braccio rotto e la febbre, per poter stare vicino ai miei figli, per dare loro sicurezza e la certezza che·il loro papà non li aveva abbandonati e che era lì vicino e presente sempre. Quanto dolore provo quando li vedo in strada e non posso abbracciarli per un provvedimento provvisorio del Presidente del Tribunale Civile, perché non mi presentai all’udienza di comparizione delle parti, la prima udienza di separazione, ebbi la peggio solo perchè speravo ad un ripensamento di quella mamma.
Che colpa ho io di aver lavorato sodo, sacrificato la mia giovane vita e aver sopportato umiliazioni e grandi sacrifici per costruire una casa, di aver impoverito i miei fratelli e parenti per dare il meglio a lei e ai miei figli, di averle dato tutta la libertà di questo mondo, intestarle tutto ciò che durante il matrimonio ho acquistato, di avere avuto tanta fiducia in lei, che colpa ne ho io se in chiesa giurai di starle vicino e di amarla ed onorarla per tutto il resto della vita e ho tenuto fede a quel giuramento· fatto davanti a Dio.
Nella vita ci si può separare, ma con rispetto e civiltà , non si può distruggere la vita di un uomo solo perchè l’altro coniuge vuole liberarsi di lui. Ho voglia di vivere la mia vita accanto ai miei figli, di vederli crescere ogni secondo della loro vita, di dare loro tutto il mio amore che ho dentro, di guardare al futuro insieme a loro, di ridere, crescere, partecipare alle loro·gioie, desideri, speranze, sogni……
Ho voglia di vivere tra quelle· mura che ho fatto nascere con i miei duri sacrifici (avevo 24 anni), pianti e sudore, di rivedere il mio cane che non vedo da mesi, di non sentire più bugie infamanti. La mia sofferenza è tanta, sono stato spogliato di ogni cosa senza aver fatto nulla di· male, da innocente sono stato sbattuto fuori casa, quella casa costruita con amore per la mia Famiglia.
Ho perso mio padre ad aprile, il quale dopo aver aiutato con amore me e la mia famiglia, nel giorno dei suoi funerali la donna che ho sposato e che mio padre amava e rispettava, è andata a ballare. Io ragazzo di 36 anni vivo un inferno da 2 anni, ho un cuore grande colmo di· amore e desidero che possa ritrovare presto la pace, non si può far pagare ad·un innocente tutto questo.
La sera prima di addormentarmi nella mia piccola camera ascolto il mio cuore e dico: “ buona notte amori miei”. La voce di un padre disperato non viene ascoltata, la voce di un uomo maltrattato non viene creduta. La voce di un padre che ama i propri figli deve essere rispettata , non esiste nessuna notte cosi lunga che potrà coprire la luce del sole del mattino.
Io amo la vita e i miei figli e li amerò per tutta la vita. Questo è la testimonianza di un padre che soffre e bisogna ascoltare la voce·di un padre che soffre, non negargli i suoi diritti, il diritto di essere padre, di essere uomo”.
ANDREA ARPINO