Papà a spasso con i figli, è un’eccezione?
Io non so se è perché siamo in Italia. Se perché qui, nel 2013, vige ancora l’equazione neonato=mamma. Sta di fatto che ancora adesso, quando vado in giro da solo col gnappo, la gente mi guarda. Succedeva di più quando lui aveva pochi mesi a dir la verità. Quando magari me lo portavo nella fasciapiuttosto che nel passeggino.Quando ancora beveva il latte della mamma e io, prima di uscire con lui, dovevo calibrare “l’ora d’aria” in base alle sue poppate, sperando che mentre eravamo fuori non facesse la cacca. Altrimenti avrei dovuto battere in ritirata.
Me le ricordo bene quelle passeggiate. Prima dei suoi sei mesi, a inizio primavera 2012. C’era il sole, non faceva più il freddo del lungo inverno e le giornate cominciavano ad allungarsi (adesso si sono appena accorciate con l’ora solare, sigh). Visto che la mamma l’aveva con sé h24, quando potevo, magari nel tardo pomeriggio, me lo prendevo su e ci facevamo una passeggiata. In modo da farla respirare almeno per un’oretta. Due uomini, uno alto e uno in miniatura, a spasso per Milano. Era divertente.
Ma allora lo sport nazionale (il mio) era schivare le vecchiette. Che appena ci vedevano sul marciapiede facevano di tutto per farmi fermare, ammirare il pupo e commentare. Per carità, tutto normale. Vedo che le signore anziane hanno una particolare predilezione per i bambini, soprattutto se molto piccoli. Quando poi li vedono insieme al loro papà, apriti cielo! E’ un tripudio di complimenti, si sciolgono in un brodo di giuggiole: “Oh, ma che bravo papà!”, “Che coraggioso questo papà a uscire con un bimbo così piccolo!”, “Che bel bimbo! Quanto tempo ha?”, e così via.
Insomma, non potevo girare l’angolo che un’orda di simpatiche vecchiette partiva all’attacco, non appena da lontano intravedevano – cataratta permettendo – un piedino, una gambetta, una manina del nano a passeggio. Ora, premesso che la simpatica-vecchietta-a-spasso è una categoria antropologica che va scomparendo, è normale che gli apprezzamenti e i complimenti si sprechino alla vista di un fagottino di pochi mesi di vita. Non so invece se, magari un un altro Paese, tipo la Svezia, sarebbe normale stupirsi nel vedere un bimbo piccolo in giro da solo con il suo papà, senza mamma.
Perché un velo di stupore misto ad ammirazione io lo intravedo ancora sulla faccia della gente che incontro per strada nei miei giri col nanetto. Molto meno rispetto alle nostre prime passeggiate ovviamente. E sarà sempre meno man mano che il gnappo cresce. Però mi sembra di intuire che vedere un bambino piccolo in giro con il suo papà faccia ancora un po’ strano. Non so, forse è una mia impressione. Magari mi sbaglio. Ma l’effetto è tipo quando c’è una ragazza mano nella mano con il suo fidanzato di colore. O viceversa. Veniamo notati insomma. Come se fossimo un’eccezione.
Il che può darsi, visto che ho dei colleghi che non cambiano un pannolino manco a pagarli. Oppure che non vogliono stare in casa da soli con i figli. Non è fantascienza. Succede. “Posso portare i bambini? Mio marito non se la sente di stare a casa da solo con loro…”. E’ una frase che ho sentito più volte pronunciare da qualche mamma. Allora posso capire chi si stupiva quando mi vedeva portare a spasso da solo il pupo nella fascia. O forse no… “Non capisco ma mi adeguo”, diceva Ferrini a “Quelli della notte”. No dai, forse in questo caso è meglio non adeguarsi. I papà a spasso non devono essere un’eccezione.